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Cala la quota di persone che fanno capo all’aiuto sociale in Svizzera

due persone discutono sedute a un tavolo
Negli ultimi 20 anni la quota di persone che chiedono aiuto all'assistenza sociale non era mai stata così bassa. Christof Schuerpf

Nel 2022, sono 256'800 le persone che hanno percepito almeno una volta una prestazione finanziaria dell'aiuto sociale in Svizzera. Il dato, attestatosi al 2,9%, è inferiore dello 0,2% rispetto all'anno prima.

“I timori che, come conseguenza a lungo termine della pandemia di Covid-19, soprattutto la disoccupazione possa avere un impatto negativo sull’aiuto sociale non sono stati confermati”, ha sottolineato lunedì l’Ufficio federale di statistica (UST) in un comunicatoCollegamento esterno.

La quota di aiuto sociale è diminuita di 0,2 punti percentuali al 2,9% nel 2022. Dall’introduzione del rilevamento, nel 2005, il tasso era sceso a questo livello solo nel 2008, ha precisato l’UST.

A questo risultato positivo hanno contribuito, da un lato, le misure adottate dalla Confederazione e dai Cantoni e rimaste in vigore fino alla fine del 2021 e, dall’altro, la crescita economica e la situazione favorevole sul mercato del lavoro.

Nella maggior parte dei Cantoni, salvo Giura e Sciaffusa, la quota di aiuto sociale è diminuita (in 14 Cantoni) o è rimasta invariata (10). I tassi più elevati si ritrovano tra le persone straniere (5,9%), minorenni (4,8%) e divorziate. “Tuttavia – precisa l’UST – è proprio in questi gruppi a rischio che il calo è stato tendenzialmente più pronunciato”.

A incidere sull’assistenza sociale è stata anche la guerra in Ucraina. L’anno scorso, infatti, 66’700 persone con statuto di protezione S (principalmente ucraini e ucraine) hanno ricevuto prestazioni in questo ambito. Dei 45’300 adulti, il 72,8% erano donne e quasi la metà aveva un’età compresa tra i 26 e i 45 anni.

+ In Svizzera sempre più persone fanno fatica a far fronte a spese impreviste.

Caritas suona il campanello d’allarme

La relativa buona situazione in materia di aiuto sociale non deve nascondere un’altra realtà, ha da parte sua sottolineato Caritas Svizzera nel suo Almanacco socialeCollegamento esterno pubblicato lunedì.

L’inflazione ha conseguenze allarmanti per molte famiglie con risorse finanziarie limitate. L’ente che si occupa di venire in aiuto alle fasce di popolazione più precarie critica soprattutto il fatto che le reazioni del mondo politico al rincaro sono “contenute”. “Un quinto delle famiglie situate nella fascia più bassa della scala del reddito spende quasi l’intero stipendio per l’alloggio, il cibo, la salute e la mobilità, costi fissi su cui è difficile risparmiare”, ha indicato Aline Masé, responsabile del Servizio Politica sociale di Caritas Svizzera.

In Ticino, il 7,4% della popolazione vive con un reddito al di sotto del minimo vitale; il servizio della trasmissione Il Quotidiano:

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Il tema alloggio rischia di diventare particolarmente critico, con il 20% più povero della popolazione che sborsa oltre un terzo del reddito lordo per questa voce di spesa, e con il rialzo del tasso di riferimento che comporterà un ulteriore incremento dei costi.

Altro punto dolente è quello delle assicurazioni sanitarie. Il Parlamento federale, ha ricordato Caritas, non è riuscito a trovare un accordo su un rialzo straordinario della riduzione individuale dei premi della cassa malati.

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