Le sanzioni applicate in funzione delle emissioni di CO2 sulle importazioni di auto inquinanti sono troppo deboli e hanno un effetto limitato. Lo sostiene il Controllo federale delle finanze (CDF), che invita a migliorare il sistema attuale.
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Nel 2020, il traffico stradale rappresentava circa il 40% delle emissioni totali di CO2 in Svizzera. Una delle misure della legge sul CO2 prevede incentivi per gli importatori affinché propongano automobili meno inquinanti.
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Degli obiettivi di emissione calcolati individualmente sono quindi stati imposti agli autoveicoli importati. In caso di sforamento scatta una sanzione. Il totale di queste penalità nel 2021 è arrivato a 28 milioni di franchi.
L’efficacia di questa misura lascia però a desiderare, secondo un audit pubblicato oggi dal CDF. Gli obiettivi in materia di emissioni non sono stati raggiunti, fatto che compromette la riuscita della legislazione sul CO2, volta a limitare il surriscaldamento del pianeta a meno di due gradi.
La Svizzera ha fissato sanzioni analoghe a quelle dell’Unione europea. In questo modo, il mercato elvetico non è più attrattivo di quello dei Paesi vicini per le importazioni di veicoli ad alte emissioni.
Il CDF constata però che le penalità sono troppo blande per avere un vero impatto. Grazie al potere d’acquisto più elevato in Svizzera rispetto all’estero, gli importatori possono farle gravare sulle spalle dei clienti.
Nei Paesi in cui la misura funziona, inoltre, è stata in generale completata con incentivi ai consumatori. Tasse al momento dell’immatricolazione o aumento dell’imposta sul veicolo a motore in funzione dell’emissione sono efficaci, sottolinea il CDF. In Svizzera misure simili sono però applicate solo in alcuni cantoni e in maniera blanda.
Metodo controproducente
Il controllo dell’efficacia delle sanzioni dell’Ufficio federale dell’energia (UFE) si basa sulla media annua delle emissioni di tutti i veicoli nuovi immatricolati. Secondo l’organo di sorveglianza finanziario della Confederazione, le misure attuali sono in un certo senso controproducenti.
Il metodo di calcolo tiene conto anche del peso: più è elevato, più i valori limite da rispettare sono alti. I veicoli elettrici e ibridi sono per natura più pesanti e i valori sono quindi più alti, senza che le emissioni del parco auto aumentino. Questo non incita a importare veicoli elettrici o ibridi più leggeri, si rammarica il CDF. Questi ultimi tipi dovrebbero quindi essere esclusi dal calcolo del peso medio della flotta.
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