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“Una voce liberale in Svizzera chiara e forte”

Thierry Burkart con un bouquet di fiori dopo l elezione.
Il 46enne argoviese, consigliere agli Stati, era l'unico candidato. Spetterà a lui rilanciare un partito in perdita di velocità. Keystone / Peter Schneider

Thierry Burkart è stato eletto sabato presidente nazionale del Partito Liberale Radicale. Un’elezione senza particolari sorprese in quanto il consigliere agli Stati argoviese era candidato unico. È stato quindi designato alla presidenza con 296 voti contro 3 e 4 astensioni.

Lo abbiamo intervistato per chiedergli innanzitutto con quali sensazioni si appresa ad assumere la guida del partito: “Da un lato percepisco una forte tensione: è una sfida importante dirigere un grande partito nazionale. Sono però anche pieno di gioia, perché posso contare su una squadra fantastica. L’obiettivo è avere in Svizzera una voce liberale chiara e forte”.

Il PLR ha perso molti mandati, anche a livello cantonale. Come intende riconquistare elettori?

“Dobbiamo prendere posizione a livello comunicativo in maniera chiara, trasmettendo in maniera univoca per che cosa ci battiamo. E dobbiamo fare politica basandoci sui nostri forti valori liberali. Così potremo godere di un ampio sostegno, tanto più che la Svizzera si basa proprio su questi valori”.

Lei ha detto di voler unire e non dividere il partito. In questioni importanti – come il dossier europeo e il clima – il PLR si è però presentato disunito. Come pensa di ricompattarlo?

“Dobbiamo essere consapevoli che, grazie ai valori che ci uniscono, siamo d’accordo probabilmente nel 95% dei temi. In passato abbiamo parlato soprattutto di due argomenti in cui non eravamo coesi, in futuro dobbiamo tornare ad affrontare maggiormente questioni in cui siamo d’accordo e mostrare che siamo un partito che unisce”.

Lei ha respinto la legge sul CO2. La svolta verde lanciata da Petra Gössi fa ormai parte del passato?

“La legge sul CO2 era un compromesso raggiunto dal Parlamento. Io l’ho bocciata, e con me anche molti altri. Ora abbiamo la possibilità di elaborarne una nuova, liberale, che tutti all’interno del partito possiamo difendere. Il PLR continuerà a prendere posizione nella politica ambientale, ma sulla base dei valori liberali. Sono convinto che possiamo riuscire nella svolta verde, vogliamo rispettare l’accordo di Parigi, ma servono ricette per l’appunto liberali, come gli incentivi, e soprattutto credere nelle innovazioni tecnologiche. Noi siamo per la sostenibilità ecologica, economica e sociale, e per nuove misure, che siano però efficaci”.

Passiamo alle relazioni con Bruxelles. Lei era contrario all’accordo quadro, ma il PLR si è sempre battuto per una forte integrazione nel mercato europeo. Che tipo di linea adotterà il partito?

“Come tutti gli altri liberali, sono del parere che abbiamo bisogno di una collaborazione con l’Unione europea intensa e stabile. L’UE è il nostro partner commerciale più importante, e molto ci unisce dal punto di vista culturale. Per questo tutti difendiamo la via bilaterale, che ancora funziona, ma dobbiamo continuare a coltivare rapporti stretti con Bruxelles per valutare se puntualmente servono aggiornamenti. L’accordo quadro era un contratto, di cui prevalevano gli svantaggi. Continueremo a difendere la via bilaterale, io personalmente mi sono battuto contro l’iniziativa contro l’immigrazione di massa o quella per la limitazione, entrambe dell’UDC”.

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