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La capsula Starliner manca l’appuntamento con l’Iss

La capsula CST-100 Starliner della Boeing
La capsula CST-100 Starliner della Boeing posizionata sul razzo Atlas V sulla rampa di lancio a Cape Canaveral. Keystone / Nasa/joel Kowsky Handout

La navetta senza equipaggio Starliner della Boeing ha fallito l'obiettivo di raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale (Iss) e rientrerà sulla Terra entro 48 ore, nella base dell'Esercito Usa di White Sands nel Nuovo Messico.


Il razzo Atlas V era decollato senza problemi prima dell’alba da Cape Canaveral e Starliner si era regolarmente staccata dal vettore un quarto d’ora dopo. Ma i motori della capsula non si sono accesi come previsto e quest’ultima non si è potuta piazzare sulla traiettoria corretta per raggiungere l’Iss dove a bordo c’erano ad attenderla gli astronauti dell’Agenzia spaziale europea guidati da Luca Parmitano.

Come ha chiarito in una conferenza stampa l’amministratore capo della Nasa, Jim Bridenstine, per via di un’anomalia legata al sistema automatizzato Starliner “ha bruciato più carburante del previsto per mantenere un controllo preciso. È questo che le impedirà di incontrarsi con la Stazione Spaziale”.

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L’obiettivo del lancio era quello di provare la capacità dei sistemi operativi della Starliner in orbita, come l’attracco alla Iss, comunicazione, controllo ambientale e propulsione, e raccogliere dati che certificassero la capacità della navetta di trasportare sulla Stazione Spaziale e riportare indietro sulla Terra un equipaggio umano.

Il dirigente ha aggiunto che è troppo presto per dire se la Nasa ripeterà un altro test di volo orbitale con la navetta di Boeing prima di farne uno con equipaggio, e non ha voluto indicare alcuna data, non essendo chiare le cause del problema.

Quel che è sicuro invece è che il 2019 è stato un anno decisamente da dimenticare per la Boeing. Per ora, nella corsa dei voli commerciali nello spazio è rimasta in corsa per gli USA la Space X di Elon Musk, con la sua Crew Dragon.

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