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Dieselgate, cinquemila morti l’anno in Europa

Le emissioni dei veicoli coinvolti nel cosiddetto ‘Dieselgate’ causerebbero cinquemila morti l’anno in Europa. È quanto emerge in uno studio pubblicato lunedì dalla rivista Environmental Research Letters, mentre in Germania, a due anni dallo scandalo che ha investito Volkswagen e tutta l’industria automobilistica, il tema accende la campagna elettorale.

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L’indagineCollegamento esterno sulle ripercussioni sulla salute delle emissioni dei veicoli diesel truccati prende in considerazione 28 Stati dell’Unione europea, più la Svizzera e la Norvegia.

I ricercatori calcolano che circa 10 mila decessi possono essere imputati ogni anno alle particelle emesse dai veicoli leggeri a diesel. Di queste, quasi la metà (4750) potrebbero essere evitate, se le quantità di ossido di azoto (NO) e biossido di azoto (NO2) prodotte dalle vetture fossero identiche a quanto osservato nei test di laboratorio.

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Italia, il Paese più colpito

In assoluto, i Paesi in cui si conta il maggior numero di decessi prematuri imputabili al Dieselgate sono l’Italia (1250), la Germania (960) e la Francia (680), “a causa della popolazione importante e dell’alta percentuale di veicoli diesel”. In Svizzera, i morti sarebbero 120 ogni anno.

I dati sono in linea con quelli di precedenti valutazioni del numero di decessi legati al Dieselgate, scandalo scoppiato nel 2015, quando Volkswagen ha ammesso di aver manipolato i test delle emissioni dei suoi veicoli. Da allora, diversi altri costruttori sono sospettati di aver agito allo stesso modo.

Uno studio pubblicato lo scorso maggio dalla rivista Nature, aveva stimato in 38 mila le morti premature dovute agli ossidi di azoto emessi in eccesso rispetto a quanto previsto dalle perizie di laboratorio.

Germania, tema ancora caldo

Domenica 24 settembre, i tedeschi sono chiamati alle urne per le elezioni federali. Nel Paese, sono circa 15 milioni le persone che hanno visto diminuire il valore dei loro veicoli a causa del Dieselgate. Non solo: numerose città minacciano di bloccare loro l’accesso in centro per migliorare la qualità dell’aria.

Il partito ecologista approfitta dello scandalo per criticare il governo, accusandolo di proteggere l’industria automobilistica, e si batte per un’abolizione totale del diesel a partire dal 2030.

Durante i comizi e al Salone di Francoforte, in realtà, anche Angela Merkel ha picchiato i pugni sul tavolo e rimproverato i costruttori. Che però danno lavoro a molte persone. 

Secondo un recente sondaggio, oltre due terzi dei tedeschi ritiene che i politici siano troppo clementi con l’industria dell’auto.

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