In Ucraina, è passato un anno da quando l’allora presidente filorusso Viktor Ianukovitch ordinava la repressione delle proteste di Piazza Maidan. Un bagno di sangue ancora senza colpevoli conclusosi con la morte di circa 100 manifestanti. Un anniversario doloroso dunque, in un Paese che continua ad essere alle prese con i combattimenti nell’est, malgrado il cessate il fuoco in vigore.
I separatisti hanno consolidato le loro posizioni a Debaltsevo. Mentre verso le loro due roccaforti, Donetsk e Lugansk, puntano i camion, da cui sventolano le bandiere russe. Non sono carichi di armi, ma di cibo. Perché l’est dell’Ucraina non è soltanto a rischio di guerra, ma anche di catastrofe umanitaria.
Articoli più popolari
Altri sviluppi
Relazioni italo-svizzere
150 anni di cittadinanza svizzera per Cavaione, la storia di un villaggio senza patria
Abbassare il riscaldamento per ridurre la dipendenza dal gas russo: è una proposta che vi convince? Quali altri soluzioni sarebbero attuabili?
Contrariamente ad altri Paesi europei, la Svizzera dipende solo in minima parte dal gas naturale. Questa fonte rappresenta infatti circa il 15% dei consumi energetici complessivi della Svizzera e viene usata soprattutto per il riscaldamento. Quasi la metà del gas consumato in Svizzera viene però dalla Russia e anche nella Confederazione si cercano soluzioni per…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Le fragilità dell’accordo di Minsk per la tregua nell’Ucraina dell’Est
Questo contenuto è stato pubblicato al
Dopo una notte di negoziati, a Minsk (Bielorussia) il presidente russo Vladimir Putin, il suo omologo ucraino Petro Poroshenko, quello francese Francois Hollande e la cancelliere tedesca Angela Merkel hanno concordato un nuovo cessate il fuoco nel Donbas (Ucraina dell’Est) a partire da domenica 15 febbraio. Nell’ex repubblica sovietica, le ostilità tra separatisti russofili ed…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Le truppe ucraine hanno lasciato la città di Debaltsevo, ormai ufficialmente in mano ai separatisti che avrebbero anche nominato un nuovo sindaco. Un episodio che mette in evidenza la violazione del cessate il fuoco entrato in vigore domenica e che rischia di mandare all’aria gli accordi di Minsk a cui la diplomazia internazionale, però, nonostante…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Gli scontri proseguono in alcune città. Nella notte, la Cancelliera tedesca Angela Merkel, il Presidente ucraino Poroshenko e quello russo Putin si sono sentiti al telefono, ma senza trovare una soluzione.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.