Un grounding a livello globale interessa i 737 Max dallo scorso marzo.
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Boeing ha annunciato che in gennaio sospenderà la produzione dei suoi aerei di punta, i 737 Max. È la prima volta che la più grande catena di montaggio del costruttore si ferma in 20 anni, una conseguenza dei due incidenti mortali che hanno coinvolto questo velivolo.
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tvsvizzera.it/Zz/reuters/afp con RSI (TG del 17.12.2019)
La misura è stata comunicata in seguito alla decisione dell’autorità aviatoria statunitense, la Federal Aviation Administration (FAA) di non approvare il ritorno in servizio del velivolo prima del 2020.
Il 737 Max non può volare da marzo, dopo due incidenti che hanno provocato la morte di 364 persone. L’ultimo ha visto coinvolto un velivolo della Ethiopian Airlines il 10 marzo. L’altro è avvenuto 5 mesi prima, quando a precipitare è stato un 737 dell’indonesiana Lion Air. Nei due casi è sotto accusa il sistema di stabilizzazione dell’aeroplano.
Le perdite economiche dell’azienda sono stimate finora a circa 9 miliardi di dollari.
Per il momento, Boeing non prevede licenziamenti. Circa 12’000 persone lavorano alla produzione del 737 a Renton, vicino a Seattle. Una parte di loro continuerà a effettuare lavori legati a questo velivolo mentre altri saranno spostati in stabilimenti diversi.
Dopo il grounding di tutta la flotta, deciso dalle autorità di tutto il mondo, Boeing aveva già ridotto leggermente la produzione da 52 a 42 esemplari al mese. L’azienda riteneva che il divieto non sarebbe durato a lungo.
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