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Pasqua di sangue nello Sri Lanka

interno di una chiesa con corpi che giacciono per terra
Tra i luoghi di culto presi di mira, la chiesa di San Sebastiano, a Negombo, a nord di Colombo. Copyright 2019 The Associated Press. All Rights Reserved.

Quasi 300 persone sono state uccise domenica in una serie di attacchi terroristici che hanno preso di mira chiese ed alberghi nello Sri Lanka.

Nello spazio di poche ore, delle bombe scoppiate in quattro alberghi e in tre chiese hanno causato la morte di quasi 300 persone (290 secondo l’ultimo bilancio comunicato lunedì mattina), tra cui decine di stranieri. Circa 500 i feriti. Era dalla fine della guerra civile – dieci anni fa – che nell’isola non erano stati registrati episodi di così inaudita violenza.

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Nella capitale Colombo, in mattinata sono stati presi di mira tre alberghi di lusso e la chiesa Sant’Antonio. Delle bombe sono poi esplose in due altre chiese a Negombo e a Batticaoloa, sulla costa orientale dello Sri Lanka.

Qualche ora dopo, sono avvenute altre deflagrazioni in un albergo nella periferia sud di Colombo e a Orugodowatta, nel nord della città, dove un terrorista si è fatto esplodere durante un’operazione di polizia.

Dieci giorni fa, il capo della polizia aveva lanciato l’allarme dichiarando che un movimento radicale islamico – il National Thowheeth Jama’ath – progettava di compiere “attentati suicidi contro delle chiese importanti” e l’ambasciata indiana.

Nello Sri Lanka, paese di 21 milioni di abitanti a maggioranza buddista (70%), vivono circa 1,2 milioni di cattolici (7% della popolazione). I musulmani rappresentano circa il 10% della popolazione.

Durante le celebrazioni di domenica in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha espresso il proprio dolore per gli attacchi che hanno preso di mira la comunità cristiana: “Ho appreso con tristezza e dolore la notizia dei gravi attentati che, proprio oggi, giorno di Pasqua, hanno portato lutto e dolore in alcune chiese e altri luoghi di ritrovo dello Sri Lanka – ha dichiarato il Papa. Desidero manifestare la mia affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, colpita mentre era raccolta in preghiera, e a tutte le vittime di così crudele violenza”.

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