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Amnesty, un 2017 catastrofico per i diritti umani

Il rapporto annuale di Amnesty International denuncia il "fallimento catastrofico" del mondo a contrastare le atrocità e punta il dito contro la retorica dell'odio che acuisce il fenomeno della discriminazione di gruppi già marginalizzati. La Svizzera è criticata in particolare per i rinvii forzati dei richiedenti l'asilo e la non conformità di alcune iniziative popolari al diritto internazionale. 

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Il mondo subisce le spaventose conseguenze di una retorica dell’odio che minaccia di normalizzare la discriminazione esercitata contro gruppi marginalizzati. È l’allarme lanciato da Amnesty International nel suo Rapporto annuale 2017/18 Collegamento esternorelativo alla situazione dei diritti umani nel mondo, che passa in rassegna i casi di 159 paesi.

La Svizzera è criticata in particolare per i rinvii in condizioni disumane in altri paesi, in nome del regolamento Dublino, e per la non conformità di certe iniziative popolari con il diritto internazionale.

Il bilancio di Amnesty International è effettuato su 159 paesi e offre l’analisi più completa dell’attuale stato dei diritti fondamentali nel mondo.

“Durante tutto il 2017 – si legge nell’introduzione del rapporto – milioni di persone nel mondo hanno sperimentato i frutti amari delle sempre più diffuse politiche di demonizzazione, le cui estreme conseguenze sono state messe a nudo dall’orribile campagna militare di pulizia etnica contro la popolazione rohingya in Myanmar che in poche settimane ha causato un esodo di circa 650’000 persone verso il vicino Bangladesh, la crisi dei rifugiati esplosa più velocemente del 2017”.

Profughi rohingya
Profughi rohingya nell’immagine di Kevin Frayer selezionata per il premio World Press Photo of the Year. KEVIN FRAYER, GETTY IMAGES/Keystone

Inoltre, indica Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International “la decisione presa in gennaio dal governo degli Stati Uniti di vietare l’entrata sul territorio nazionale alle persone provenienti da diversi paesi a maggioranza musulmana, azione con un chiaro carattere discriminatorio, ha dato il tono per un anno durante il quale i dirigenti hanno condotto una politica dell’odio dalle conseguenze nefaste”.

“Lo spettro dell’odio e della paura hanno un grande impatto sulle questioni internazionali, e pochi governi difendono i diritti umani in questi tempi di grandi instabilità. Questo significa che dirigenti quali Abdel Fattah al Sissi, Rodrigo Duterte, Nicolás Maduro, Vladimir Putin, Donald Trump e Xi Jinping stanno violando i diritti di milioni di persone”, sostiene Shetty.

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