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Incidente ferroviario in Grecia, ammesso l’errore umano

Il capostazione di Larissa, arrestato nell'ambito delle indagini sull'incidente ferroviario avvenuto nella notte di martedì, ha ammesso il proprio errore umano. Il bilancio del tragico incidente ferroviario è di almeno 57 morti.

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Altri 14 corpi carbonizzati sono arrivati ggiiovedì alla camera mortuaria di Larissa, portando il tragico bilancio della collisione di due treni a Tebi, poco fuori dalla città della Grecia centrale, ad almeno 57 vittime: un conto che è destinato a salire ancora, visto che secondo i Vigili del Fuoco ellenici ci sono 56 persone ufficialmente disperse e 48 feriti, sei dei quali in terapia intensiva.

E mentre cresce il numero dei morti, aumenta anche la rabbia di famiglie, sindacati e di tutta la società greca, scioccata da una tragedia che viene imputata a scarsa manutenzione, strutture vecchie e personale in numeri insufficienti.

Il primo e finora unico imputato è il capostazione di Larissa, un 59enne con poca esperienza che avrebbe ammesso il proprio errore, secondo i media greci. L’uomo – assunto solo pochi mesi fa – avrebbe detto al magistrato di aver indirizzato il treno sul binario sbagliato e di non essersi reso conto della svista fino al momento dell’incidente.

Ma molti lo ritengono poco più di un capro espiatorio per un sistema che ha mostrato tutta la sua inadeguatezza – in particolare per l’assenza di sistemi automatici e segnali luminosi funzionanti – causando il peggior incidente ferroviario della storia greca. Oltretutto, sarebbe emerso che sul convoglio passeggeri diretto a Salonicco, che si è scontrato frontalmente col merci che andava a Larissa, viaggiavano più persone del consentito. Molti di loro erano studenti che rientravano da Atene dopo le festività del Carnevale greco ortodosso.
 


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