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I propositi di Obama in una Cuba speranzosa

Primo presidente USA a visitare l'isola dal 1928, cercherà di portare avanti il processo di normalizzazione; nel pomeriggio l'incontro con Raúl

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Barack Obama è a Cuba, per una visita storica e carica di simbolismi. Era dal lontano 1928 che un presidente americano non si recava sull’isola. Obama cercherà di portare avanti il processo di normalizzazione tra i due Paesi, avviato un anno e mezzo fa.

Arrivato domenica sera all’Avana, il presidente statunitense ha visitato la città vecchia, mentre tra poche ore ci sarà l’atteso incontro con il presidente cubano Raúl Castro.

Sono le 16 e 22 all’Avana quando l’Air Force One si presenta all’appuntamento con la storia. Ad accogliere Obama e la First Family c’è una pioggia sottile, ma non Raúl Castro. La primavera del disgelo -il chiaro messaggio del regime- è soltanto all’inizio. Prima tappa, l’ambasciata degli Stati Uniti, riaperta lo scorso mese di agosto.

“L’ultimo presidente ci aveva messo tre giorni di nave per arrivare qui”, ha scherzato Obama. “Io appena tre ore di aereo”.

Una visita di tre giorni, ricca di incontri e ricca di aspettative. L’obiettivo: rendere la distensione con Cuba irreversibile e fare leva sull’apertura economica per innescare un cambiamento anche politico. Prima la diplomazia dei dollari, poi i diritti civili.

“È una visita storica e una storica opportunità per instaurare un dialogo diretto con il popolo cubano”, ha detto il presidente degli Stati Uniti.
“Per trovare nuovi accordi e allacciare rapporti commerciali tra i nostri paesi”.

Ma è un’Avana surreale quella che abbraccia il presidente americano. Le strade sono pressoché deserte. Le stazioni di benzina chiuse per tenere a casa la gente.

“Anche se gli rimane poco tempo, spero che Obama riesca a cambiare le cose”, dice un passante. “È un’occasione importante per ottenere un cambiamento reale. A livello economico, per il turismo, per la libertà di entrare e uscire dal paese”.

Ma a ricordare quanto sia lunga la strada verso la normalizzazione, le manifestazioni che nel pomeriggio -poco prima dell’arrivo di Obama- si concludono con l’arresto di una cinquantina di attivisti anti-regime.

Un tema, quello dei diritti umani, su cui Obama -accusano i critici- dovrebbe insistere molto di più. Per sentirsi davvero “Bienvenido a Cuba”.

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