Nuove norme sul rispetto dei diritti d’autore in internet
I giganti del web hanno perso. Nonostante un intenso lavoro di lobbying (Wikipedia aveva oscurato le sue pagine, proponendo invece agli utenti di inviare un ultimo appello ai deputati di Strasburgo), il Parlamento europeo ha approvato le nuove regole sul diritto d'autore in rete.
Il via libera dall’aula di Strasburgo all’accordo provvisorio raggiunto a febbraio sulle nuove norme sul rispetto del diritto d’autore in Internet è passato con 348 sì, 274 no e 36 astenuti.
Giganti del web contro
I giganti del web come Facebook e Google, accusati di incamerare l’essenziale dei profitti grazie alla monetizzazione dei dati personali degli utenti e alla pubblicità, così come i partigiani di un internet interamente libero e gratuito, si opponevano con forza al testo e avevano praticato un intenso lavoro di lobbying da quando era stato presentato nel 2016.
Nelle ultime ore prima del voto, Wikipedia aveva per esempio oscurato le sue pagine, proponendo invece agli utenti di inviare un ultimo appello ai deputati di Strasburgo. Per gli oppositori, i filtri automatici non sono del tutto efficaci e soprattutto spianano la strada alla censura.
Nuovo norme
La riforma, che va a sostituire una norma del 2001 (in era pre YouTube), permetterà a editori, media e artisti di ottenere una remunerazione dalle piattaforme in rete per la messa online delle loro produzioni. Per pubblicare su internet un contenuto protetto da copryright occorrerà un’autorizzazione del detentore.
Le nuove norme Ue sul copyright, che includono salvaguardie alla libertà di espressione, consentiranno a creatori ed editori di notizie di negoziare con i giganti del web. Nella risoluzione si afferma che la Commissione può presentare una proposta legislativa per rinviare la data di applicazione della direttiva fino al un massimo di 12 mesi se ritiene che le disposizioni previste possano pregiudicare in modo significativo e permanente il corretto funzionamento del mercato interno.
Il testo approvato rappresenta la posizione del Parlamento nei futuri negoziati con i ministri Ue per la formulazione definitiva della normativa.
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