Nuova crisi politica in Belgio
Il premier del Belgio Charles Michel, in difficoltà nel trovare alleanze che gli consentissero di approvare la legge di bilancio, ha annunciato martedì le dimissioni al re, il quale al momento le ha lasciate “in sospeso”. Delle consultazioni sarebbero in corso con i vari partiti.
La crisi politica in Belgio si era aperta una decina di giorni fa, con le dimissioni dei ministri dell’Alleanza nazionalista neo-fiamminga N-Va, il principale partito della coalizione, in contrasto con la decisione del governo di approvare il patto sui migranti Onu, stilato lo scorso 10 dicembre.
Dopo la decisione del premier di firmare il Global compact a Marrakech, la leader del Front National francese Marine Le Pen e Steve Bannon (l’ex consigliere di Donald Trump) nel fine settimana dell’8-9 dicembre erano approdati a Bruxelles su invito del partito xenofobo e di estrema destra Vlaams Belang per attaccare non solo il premier, ma l’N-Va, da quattro anni al governo con liberali e cristianodemocratici. Alla vigilia della partenza di Michel per il Marocco l’alleanza è finita.
I deputati hanno chiesto martedì al premier di sottoporre il governo di minoranza ad un voto di fiducia, ricevendo un rifiuto. A nulla sono valsi gli appelli di Michel per la formazione di una coalizione di “buona volontà”, che avrebbe potuto affrontare i problemi più urgenti – difesa del potere d’acquisto dei cittadini, sicurezza e clima – e traghettare il Paese fino alla prossima consultazione elettorale, il prossimo 26 maggio.
Il re potrebbe ora chiedergli di restare per sbrigare gli affari correnti fino al questa data. Delle consultazioni sarebbero attualmente in corso con i vari partiti.
Il Belgio è leader mondiale per quello che riguarda le crisi di governo. Tra la metà del 2010 e il dicembre 2011, il regno è stato senza un governo, per un totale di 541 giorni.
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