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Appalti Expo, sette arresti eccellenti

L'ombra di una nuova tangentopoli in Lombardia, tra gli indagati vecchie conoscenze di Manipulite (Greganti e Frigerio) e l'ex senatore di FI Grillo

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 maggio 2014 minuti

Sette persone sono state fermate all'alba nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Procura di Milano su presunti appalti truccati di Expo 2015. Angelo Paris, responsabile pianificazione e acquisti della manifestazione e due vecchie conoscenze di Manipulite - Primo Greganti, ex tesoriere del PCI-PDS e l'ex segretario regionale della DC Gianstefano Frigerio - sono finiti in manette assieme ad altre 5 persone nell'ambito degli accertamenti effettuati dalla Procura ambrosiana su alcuni episodi sospetti di turbativa d'asta e corruzione.

Altro esponente politico raggiunto da un provvedimento della magistratura è l'ex parlamentare di Forza Italia Luigi Grillo. Ai domiciliari è finito invece Antonio Rognoni, ex dirigente di Infrastrutture Lombarde già arrestato nelle scorse settimane in relazione a presunte irregolarità negli appalti di importanti opere pubbliche, alcune delle quali legate ai cantieri di Expo 2015. Pure destinatari di un'ordinanza della Procura l'intermediario Sergio Catozzo e l'imprenditore Enrico Maltauro.

Gli investigatori ritengono che gli arrestati siano i registi di una sorta di "cupola degli appalti", con appoggi trasversali nel mondo politico, che condizionava l'aggiudicazione delle commesse pubbliche in Lombardia. Dai fascicoli dell'inchiesta emergono anche i nomi eccellenti di Silvio Berlusconi, Cesare Previti e Gianni Letta, che non risultano però indagati. Tra gli appalti contestati figurano quello sulle Vie d'acqua, il progetto della Città della salute e il cantiere degli immobili per le delegazioni straniere.

red

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