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Miliardi al vento per sprechi e corruzione dei funzionari pubblici

Le carte riunite dalla guardia di finanza parlano di un malandazzo diffuso a tutti i livelli e in tutte le regioni GdF

Appartamenti a 7 euro al mese a Roma e altre ruberie nel rapporto annuale della Guardia dei finanza che ha segnalato 4'835 dipendenti alla Corte dei Conti

Questo contenuto è stato pubblicato il 21 settembre 2015 - 15:09

I dipendenti infedeli delle amministrazioni pubbliche italiane solo nell'ultimo anno e mezzo hanno provocato un danno ai conti dello Stato che sfiora i 6 miliardi di euro. Una voragine che pesa sulle spalle di tutti dovuta a sprechi, corruzione, truffe, furti e sperperi vari della quale anche i politici (a vari livelli) sono corresponsabili.

I casi sono stati censiti dalla guardia di finanza che ha segnalato migliaia di casi alla Corte dei conti affinché i responsabili siano costretti a risarcire il maltolto e alla magistratura penale. Si è calcolato che unicamente tra il 1 gennaio e il 30 giugno 2015 il comportamento di 4'835 dipendenti ha causato un danno di oltre tre miliardi di euro, di cui uno perso per la cattiva gestione degli immobili tra case concesse in affitto a prezzi stracciati (a Roma ci sono appartamenti del comune a 7 euro al mese), terreni inutilizzati e edifici svenduti.

Gli incarti aperti sono tanti e tali da essere impossibile descriverli tutti. Ci sono i dirigenti medici che pur lavorando a tempo pieno per la sanità pubblica gestiscono studi privati. Ci sono i funzionari che intascano denaro per corsi organizzati ma mai svoltisi. C'è il dipendente della posta che si metteva in malattia per andare a vedere la partita. C'è l'azienda sanitaria che ha sempre pagato due volte tutte le fatture. C'è il capo ufficio che per 7 anni si è dimenticato di avvisare che aveva riassunto un dipendente appena andato in pensione permettendogli di incassare illecitamente stipendio e assegno mensile per un totale di 700'000 euro.

Il malvezzo tocca tutto il territorio: dal profondo sud al nord. Come emerso all'ospedale di Gallarate, in provincia di Varese, dove il valore di un appalto esterno per la manutenzione è passato da 15,5 milioni a 36 milioni, con una cresta di oltre il 100% a favore del manager indagato.

Diem/RG

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