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Costa caro agli italiani all’estero non iscriversi all’AIRE

Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti.
I principali artefici della Legge di bilancio italiana: la premier Giorgia Meloni e il ministro dell'economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti. Keystone / Fabio Frustaci

Non registrarsi all’Anagrafe Italiani residenti all’estero (AIRE) presso il consolato più vicino può costare caro ai cittadini e alle cittadine italiane che vivono fuori Paese. Dal primo gennaio possono infatti incorrere in multe che vanno da 200 a 1'000 euro. Lo prevede la Legge di bilancio 2024. Ma vi sono conseguenze ancora più gravi.

La sanzione amministrativa di per sé non è una novità, anche se in passato si tendeva a chiudere un occhio. Ciò che invece cambia, con la nuova Legge di bilancioCollegamento esterno (del 30 dicembre 2023), è l’ammontare della sanzione, decisamente più elevata:  chi non si iscrive all’AIRE o lo fa in ritardo, sarà multato con sanzioni che andranno da 200 a 1’000 per ogni anno di mancata iscrizione.

La legge però non è retroattiva e il Comune può richiedere il pagamento della sanzione fino a 5 anni a partire dal 2024, per cui la somma da pagare può teoricamente arrivare fino a 5’000 euro. Infine, la sanzione viene calcolata per ogni singolo membro della famiglia.

La sigla AIRE
Iscriversi all’AIRE è un dovere per ogni cittadino o cittadina italiana residente all’estero. @Ministero degli affari esteri italiano

D’altra parte, è un preciso dovere di tutti i cittadini italiani che trasferiscono all’estero la loro residenza (per un periodo superiore a un anno) recarsi all’Ufficio consolare più vicino per l’iscrizione all’AIRECollegamento esterno. E questo entro 90 giorni dalla data di arrivo nel nuovo Paese di destinazione.

Come ricorda l’avvocata Anna Putrino, Vicepresidente del Comites di Zurigo – che rappresenta circa 144’000 italiani residenti in 9 Cantoni della Svizzera tedesca (Zurigo, Lucerna, Zugo, Sciaffusa, Svitto, Glarona, Uri, Obvaldo e Nidvaldo) -, “l’obbligo d’iscrizione all’AIRE esiste da sempre e la Legge di bilancio ha semplicemente inasprito le sanzioni. D’altra parte, come per tutti gli obblighi, per farlo rispettare occorre che sia prevista una sanzione, cioè una conseguenza sfavorevole che concretamente scoraggi chi intende violarlo. Altrimenti non verrebbe percepito come un dovere”.

Vantaggi e svantaggi

Inoltre, l’iscrizione all’AIRE – precisa la FarnesinaCollegamento esterno – oltre ad essere un dovere, è il presupposto fondamentale per l’accesso ai servizi consolari. Grazie alla registrazione, chi risiede  all’estero può  esercitare i propri diritti come votare per corrispondenza in occasione di elezioni politiche e di referendum.

“C’è chi non si iscrivono per mero opportunismo, perché non vuole perdere l’assistenza medica ospedaliera del Sistema Sanitario Nazionale italiano”.

Anna Putrino, vicepresidente comites Zurigo

L’iscrizione è anche un prerequisito per ottenere presso il consolato il rilascio di documenti di identità, rinnovare la patente di guida (per chi risiede in paesi extraeuropei) e risolvere le questioni di stato civile.  “Senza dimenticare – ricorda Anna Putrino – che tra i vantaggi si può annoverare anche l’assistenza consolare, cioè, in caso di emergenza e necessità essere registrati all’AIRE permette di usufruire dell’intervento del consolato della circoscrizione in cui si risiede o dell’ambasciata italiana”.

Malgrado i vantaggi, c’è però chi ancora non si iscrive. Come ci racconta Anna Putrino “in generale c’è una grande disinformazione sul tema. Molti non si iscrivono all’AIRE perché manca loro la consapevolezza dell’obbligo, o ne ignorano i vantaggi o non conoscono le conseguenze della mancata iscrizione. Vi sono poi anche coloro che non si iscrivono per mero opportunismo, perché non intendono perdere l’assistenza medica ospedaliera offerta dal Sistema Sanitario Nazionale italiano, o vogliono evitare di attirare l’attenzione delle autorità italiane e mantenere l’accesso agli assegni familiari o, semplicemente, per usufruire dell’esenzione dal pagamento dell’IMU sulla prima casa. Diritti generalmente legati alla residenza in Italia che si perdono a seguito dell’iscrizione all’AIRE”.

Ignorano però alcuni aspetti fondamentali che è davvero meglio conoscere.

Una questione fiscale

“La conseguenza principale della non-iscrizione – continua la vicepresidente del Comites di Zurigo  – è che un cittadino o una cittadina non iscritta all’AIRE viene considerata residente in Italia ai fini fiscali, e di conseguenza è assoggettata all’imposizione fiscale italiana.

Detto in parole povere, senza iscrizione AIRE, il cittadino o la cittadina deve inserire nella dichiarazione dei redditi in Italia sia quelli prodotti in Italia sia quelli percepiti all’estero, e pagarne le relative imposte. La normativa fiscale italiana prevede infatti che chi risiede fiscalmente nella Penisola  sia  tassato per tutti i suoi redditi, ovunque essi siano prodotti.

“La conseguenza principale della non-iscrizione è che si viene considerati residenti in Italia ai fini fiscali”.

Anna Putrino, vicepresidente comites Zurigo

Pertanto, chi di fatto vive all’estero – che già presenta la dichiarazione dei redditi nel paese ospitante in cui lavora e vi paga le tasse -, se non si è iscritto all’AIRE, corre il concreto rischio di un accertamento fiscale da parte dell’erario italiano. Quest’ultimo, infatti, se scopre che la posizione del contribuente è irregolare potrà richiedergli il pagamento delle imposte in Italia relativamente a tutti i redditi percepiti nel mondo, con l’aggiunta delle sanzioni e interessi per la mancata dichiarazione in Italia.

Anna Putrino sottolinea che “è bene ricordare che, nonostante la validità dei trattati sul divieto delle doppie imposizioni (cioè non dover  pagare le tasse per lo stesso reddito in due paesi), una volta che l’accertamento fiscale viene notificato, per contestarlo e dimostrare di avere la residenza all’estero occorrerà affrontare un complicato e dispendioso iter giudiziario tributario, dall’esito incerto”.

Quindi, i cittadini residenti all’estero regolarmente iscritti all’AIRE non corrono  il rischio di subire questi accertamenti fiscali.

Chi controlla? Chi sanziona?

L’Anagrafe degli italiani residenti all’estero è gestita dai Comuni italiani sulla base dei dati e delle informazioni provenienti dalle rappresentanze consolari all’estero. Per individuare i trasgressori, i cosiddetti “furbetti dell’anagrafe”, le amministrazioni in Italia e all’estero sono chiamate a collaborare maggiormente e incrociare i loro dati.

“Il comma 243 dell’articolo 1 della Legge di bilancio – chiarisce Anna Putrino – prevede uno specifico obbligo di segnalazione al comune di iscrizione anagrafica in capo a tutte le amministrazioni pubbliche che, nell’esercizio delle loro funzioni, vengano a conoscenza di elementi tali da indicare la residenza all’estero, anche solo di fatto, del concittadino.”

“Va chiarito un concetto chiave: si tratta di una legge di bilancio, dove l’aspetto finanziario è preponderante”.

Anna Putrino, vicepresidente comites Zurigo

E nel caso dei consolati raccogliere questi dati è abbastanza semplice: basta che qualcuno si rivolga al consolato per ottenere un qualsiasi documento, se non è iscritto all’AIRE viene subito individuato.

È inoltre previsto che sia il Comune, nella cui anagrafe è iscritto il trasgressore, a disporre l’erogazione della sanzione. I proventi delle multe sono quindi acquisiti al bilancio del Comune. “Va chiarito un concetto chiave – sottolinea Anna Putrino –: si tratta di una legge di bilancio, dove l’aspetto finanziario è preponderante. Anche se l’obbligo di iscrizione all’AIRE consente di raccogliere importanti informazioni sugli italiani all’estero, facilitando così il rapporto con la comunità italiana all’estero, il risultato che la legge di bilancio in questo caso avrebbe è quello di dare nuovi mezzi finanziari ai comuni per migliorare i loro servizi a favore dei cittadini”.

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