L’Università degli Studi di Roma "La Sapienza" organizza un corso di studi di secondo livello orientato ad un’approfondita analisi del fenomeno della corruzione. Un progetto interdisciplinare rivolto a contrastare alla radice una pratica che non limita i suoi effetti negativi a problematiche di carattere economico e giuridico, annullando la concorrenza e sovraccaricando la macchina della giustizia, ma produce effetti collaterali nefasti che si ripercuotono a tutti i livelli della società, provocando disaffezione verso istituzioni e politica, alimentando i populismi.
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Enrico Marra
Il corso è frutto di un protocollo d’intesa tra La Sapienza e l’Anac (Autorità Nazionale AnticorruzioneCollegamento esterno) presieduta da Raffaele Cantone. È rivolto a neolaureati e tutti i soggetti interessati a sviluppare una concreta professionalità nel campo delle strategie di contrasto alla corruzione amministrativa, normative anticorruzione e agli obblighi imposti alle amministrazioni pubbliche, agli enti pubblici e alle società partecipate.
A 25 anni da Tangentopoli, la piaga delle mazzette non è stata risolta
Un quadro in cui la corruzione si manifesta tendendo ad aggirare i divieti creando sempre nuovi anticorpi. Molti dei partecipanti ai corsi, di durata annuale, sono professionisti che lavorano in ambito o fanno parte delle pubbliche amministrazioni. Anche per gli studenti dei corsi di laurea di primo livello interessati all’argomento, La Sapienza propone dei percorsi di studio che si basano sullo stesso principio del Master in anticorruzione e sistema istituzionale.
Una corazzata contro la corruzione che si propone di creare un contesto sociale ed una cultura sfavorevole alla proliferazione del problema. Una misura necessaria, urgente, soprattutto in Italia che, 25 anni dopo tangentopoli, risulta essere ancora lontana dall’aver risolto la piaga delle mazzette, semmai si e assistito alla trasposizione del problema dalla figura del politico corrotto a quella del faccendiere senza scrupoli e “tentatore del potere” fino ai vertici dello Stato, come emerge dalla cronaca italiana di questi giorni, in cui si fa menzione anche del padre dell’ex Premier Renzi.
La corruzione non riguarda esclusivamente l’Italia, secondo le statistiche dell’organo di controllo Transparency InternationalCollegamento esterno, che monitorizza la corruzione nel settore pubblico e politico di 176 Paesi. La Svizzera, sebbene sia tra i paesi più virtuosi, quinta in una lista mondiale per trasparenza, non è esente da episodi corruttivi, che tendono a concentrarsi negli appalti pubblici. Transparency International lancia un allarme, i dati registrano un lieve ma progressivo peggioramento della situazione in tutti i Paesi monitorati.
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Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
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