La corruzione nel settore pubblico in Svizzera è minima. La Confederazione si piazza ancora una volta nel gruppo di testa nella classifica stilata annualmente da Transparency International, al quinto posto, per l’esattezza. Dominano la Danimarca e la Nuova Zelanda mentre l’Italia è in sessantesima posizione.
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Italofono della redazione Swiss abroad, mi occupo soprattutto di scrivere articoli sulle caratteristiche e le storie più particolari della Svizzera.
Dopo il master in studi asiatici conseguito a Ginevra (con una deviazione all'Università di Tokyo e all'Università di Kyoto), ho lavorato presso la redazione web di RSI collaborando occasionalmente con Presenza Svizzera durante gli Expo in Corea del Sud e a Milano. Dal 2016 lavoro per SWI swissinfo.ch.
Zeno Zoccatelli e agenzie, tvsvizzera.it/ZZ con RSI (TG del 15.01.2017)
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L’indice di Percezione della Corruzione (CPI) di Transparency International misura la corruzione nel settore pubblico e politico di 176 Paesi nel mondo.
Benché la Svizzera si trovi in quinta posizione fra i paesi più virtuosi, ciò non significa che la Confederazione sia esente dalla corruzione nel settore pubblico, viene precisato in un comunicato .
Gli episodi corruttivi “non cessano di scoppiare” in Svizzera, specialmente nel campo degli appalti pubblici, dichiara il direttore della sezione elvetica di Transparency, Martin Hilti. Tali episodi, a suo dire, non sono che la punta dell’iceberg, poiché la percentuale di casi non segnalati “è senza dubbio molto alta”. Settima nel 2015, la Svizzera è risalita lo scorso anno in quinta posizione, rango che occupava già nel 2014.
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A guidare la classifica ci sono Danimarca e Nuova Zelanda, con 90 punti su 100, seguite da Finlandia (89) e Svezia (88). Sono tutti paesi che possiedono legislazioni avanzate su accesso all’informazione, diritti civili, apertura e trasparenza dell’amministrazione pubblica. All’opposto si trovano Somalia (10), Sud Sudan (11), Corea del Nord (12) e Siria (13).
L’Italia, con un valore di CPI di 47 si piazza al 60° posto nel mondo: guadagna una posizione rispetto all’anno precedente, ma resta fanalino di coda in Europa, seguita solo da Grecia e Bulgaria, rispettivamente al 69° e 75° posto della classifica mondiale.
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