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A Sanremo ruggisce un leone veneziano

marco mengoni guarda il premio del festival di sanremo che tiene in mano, un leone d oro che si arrampica su una palma
Il premio del Festival della canzone italiana non è prodotto a Sanremo, ma a Venezia. Keystone / Ettore Ferrari

Il trofeo del Festival di Sanremo è di produzione veneziana: da oltre 60 anni la statuetta del leone rampante sulla palma viene fabbricata dagli artigiani della ditta Santi.  

Se si vuole raccontare la storia del trofeo del celebre festival della canzone italiana, che inizia oggi, martedì, si deve lasciare Sanremo e viaggiare non solo verso un’altra città ma anche verso un altro mare. Il viaggio infatti porta a Venezia, dove da tre generazioni la ditta Santi produce le statuette del leone d’oro appoggiato a una palma Collegamento esterno(quest’ultima è un simbolo della località ligure). 

Quella del trofeo da assegnare ai vincitori e alle vincitrici del festival è una storia nata quasi per caso. “Mio nonno negli anni Sessanta andava a svernare tre mesi all’anno a Sanremo. Lì ha contattato moltissimi clienti, tra cui il Comune di Sanremo. Da lì è poi nata la proposta di far fare a noi questo trofeo prestigioso”, dice Cristiano Moschini ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI.   

Oggi l’elenco di cantanti e gruppi che nelle varie serate finali del festival hanno orgogliosamente sollevato questo trofeo è lungo. È pero corto quello delle persone che conoscono la vera origine della statuetta: “Non è mai stato pubblicizzato più di quel tanto e a noi non è mai stata data la possibilità di presenziare alle premiazioni. È però un piccolo fiore all’occhiello della nostra attività che custodiamo gelosamente”, aggiunge Moschini. 

La lavorazione del trofeo dalla materia prima al prodotto finale dura circa un mese. “Ogni singolo pezzo è battuto a mano a partire da una lastra d’argento. I singoli pezzi vengono poi saldati e lavorati ulteriormente”, prosegue l’artigiano veneziano. Per lui il premio è qualcosa di cui andare fieri: “Dopo tre generazioni riuscire a mantenere un impegno così importante è segno di orgoglio e di qualità”. 

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