I militari della Guardia di Finanza di Verbania con le sostante sequestrate
RSI Info/GdF
L’operazione, che ha interessato anche la Svizzera, ha consentito di sequestrare oltre 12’000 prodotti farmaceutici - Tra questi Nandrolone e “Rivotril”, la droga dello stupro.
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La Guardia di Finanza del Comando Provinciale Verbania ha scoperto una vera e propria rete di commercializzazione di farmaci e altre sostanze dopanti, tutte ricomprese nella lista dei prodotti proibiti, stilata dall’Agenzia mondiale antidoping. Queste, seppur vietate, continuano a essere utilizzate per alterare le prestazioni agonistiche.
Per delineare le dimensioni del fenomeno illecito – spiegano le Fiamme Gialle – nonché la validità del dispositivo messo in campo per contrastarlo, basti citare che l’operazione ha consentito di sottoporre a sequestro ben oltre 12’000 prodotti farmaceutici tra flaconi, fiale e compresse, alcune delle quali usate per la cura di tumori o in ambito veterinario. Questi sono ottenibili esclusivamente dietro prescrizione medica.
Vi sono anche altre sostanze prodotte “artigianalmente” senza alcun controllo medico, poi 700 fiale di Nandrolone e 400 compresse di Rivotril, la cosiddetta “droga dello stupro”, farmaci entrambi ricompresi nelle tabelle del Testo Unico delle sostanze stupefacenti.
Sequestri ai confini con la Svizzera hanno dato il via alle indagini
Le attività investigative sono nate dallo sviluppo di un sequestro di sostanze effettuato nel 2021 a un cittadino italiano che aveva cercato di introdurre il materiale in Svizzera, attraverso il valico di confine di Iselle Trasquera. I finanzieri di Iselle avevano accertato che i prodotti, precedentemente ritirati presso uno spedizioniere nazionale con sede a Domodossola (VB), erano destinati a un cliente domiciliato in Svizzera. Così, dal semplice controllo ai fini doganali sono state attivate indagini più approfondite attraverso le quali è stata individuata una serie di spedizioni sospette, il cui tracciamento portava a identificare, tra i destinatari, dei bodybuilder anche famosi.
Vista la mole di materiale indiziario acquisito, l’autorità giudiziaria ha disposto una serie di perquisizioni dei luoghi nella disponibilità degli indagati – tra i quali figurano bodybuilder a livello professionale, che si sono distinti in competizioni sia a livello nazionale che internazionale, e alcuni personal trainer di successo – nonché il sequestro diretto di corrispondenza, finalizzato a ricostruire le spedizioni delle sostanze dopanti.
L’ulteriore sviluppo delle indagini ha interessato le province di Verbania, Novara, Pavia, Ascoli Piceno, Roma e la Confederazione. Questo ha consentito di rintracciare e ricostruire oltre 3’600 spedizioni da parte dei sodali in favore di utilizzatori sia in Italia sia all’Estero.
Spedizioni sotto falso nome
La ricezione degli ordini, spediti sotto falso nome, avveniva per mezzo di messaggistica istantanea criptata o soggetta ad autodistruzione in chat segrete, utilizzando schede telefoniche intestate a soggetti di fatto inesistenti, effettuando i pagamenti per contanti o tramite carte prepagate, alcune delle quali attivate online presso istituti di credito esteri, avvalendosi di documenti d’identità contraffatti
L’autorità giudiziaria ha concluso le indagini con richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di nove persone, sei delle quali si sono già avvalse dell’istituto del patteggiamento. Nei confronti di queste ultime, il Tribunale di Verbania ha emesso sentenze di condanna, con pene comprese da un anno a un anno e otto mesi di reclusione, in parte sostituite con lavori di pubblica utilità.
I responsabili sono stati segnalati alla Procura Nazionale Antidoping per le condotte relative ai reati a loro ascritti nello specifico settore. L’operazione è stata resa possibile attraverso lo svolgimento di mirate e articolate indagini di polizia giudiziaria, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verbania ed eseguite congiuntamente da militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria Verbania e dal personale in forza alla Sezione di Polizia Giudiziaria – aliquota Guardia di Finanza – della medesima Procura.
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