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Macron

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

i collezionisti, è noto, sono disposti a follie pur di ottenere gli oggetti del loro desiderio. Difficilmente però la gente comune comprende come si possa spendere 40'000 franchi per un francobollo apposto su una lettera inviata il 23 settembre 1851. Ma è realmente successo nei giorni scorsi in un’asta a Wil (San Gallo).

Noi profani probabilmente non potremo mai capire il vero valore della marca postale denominata “Colomba di Basilea” (Basler Taube), con i suoi colori vivi e il raro timbro postale federale dell’epoca, che è stata venduta a queste cifre.

Buona lettura.

Macron
© Keystone / Peter Klaunzer

Emmanuel Macron è giunto intorno a mezzogiorno all’aeroporto di Berna-Belp, dove c’era ad attenderlo il presidente della Confederazione Alain Berset, per una visita di Stato che costituisce un chiaro segnale di miglioramento nelle relazioni, non sempre lineari, tra i due Paesi.

Nel pomeriggio l’inquilino dell’Eliseo è stato accolto con gli onori militari dal Governo elvetico sulla Piazza federale. Nell’agenda del presidente uscente francese, accompagnato dalla consorte Brigitte, ci sono anche un discorso in Parlamento e la cena di gala. Giovedì invece il suo programma sarà all’insegna del Vecchio Continente.

Dopo la visita alla Fondazione Jean Monnet per l’Europa a Losanna, Emmanuel Macron incontrerà rappresentanti dell’economia e della finanza (la Svizzera è il terzo Paese investitore nella République) e visiterà il laboratorio di ricerca europeo CERN a Ginevra.

Sembrano quindi apparentemente superate tra Parigi e Berna le frizioni originate recentemente dalla scelta, da parte delle forze armate elvetiche, dei caccia militari F-35 al posto dei francesi Rafale e dall’interruzione delle trattative sull’Accordo quadro Svizzera-UE decisa dal Consiglio federale.

Arve
© Keystone / Martial Trezzini

Si è allentata nel corso della mattinata la morsa del maltempo che negli ultimi tre giorni ha ingrossato fiumi e laghi a nord delle Alpi.

La situazione è stata critica soprattutto in Romandia. A Ginevra l’Arve ha raggiunto un livello da primato, con una portata di 1’000 m3 al secondo alla congiunzione con il Rodano. Nella città di Calvino cinque ponti che attraversano il fiume, che in diversi punti ha sfiorato il livello del marciapiede, sono stati chiusi, creando forti perturbazioni alla circolazione stradale e al servizio tranviario cittadino.

Nel canton Vaud sono stati montati argini mobili lungo il Grande-Eau ad Aigle e lungo l’Orbe a Vallorbe e diverse strade cantonali risultano interrotte. Nel canton Friburgo sono state evacuate alcune abitazioni a Charmey ed è stata chiusa la strada che conduce a Im Fang. Disagi per le forti piogge si sono verificati anche nei cantoni di Berna, Argovia e Basilea. La tratta ferroviaria tra Biberbrugg e Einsiedeln, nel canton Svitto, è rimata inagibile per diverse ore a causa di una frana.

Intanto il livello di allerta è stato abbassato in giornata anche per gli altri corsi d’acqua in piena, in particolare Sarine, Gürbe e Kande, che avevano raggiunto il grado massimo (5: pericolo molto forte), e Mentue, Broye, Veveyse e Simme (grado 4: pericolo forte). Leggermente meno tesa la situazione dei laghi, tra i quali si è distinto quello di Bienne, arrivato al grado di pericolosità 3, mentre Lemano e Lago di Thun non hanno superato il livello 2.

oro
Keystone / Uli Deck

Le informazioni sul commercio dell’oro in Svizzera resteranno segreti. Lo ha stabilito oggi il Tribunale federale (TF) che ha respinto un ricorso dell’organizzazione umanitaria Società dei popoli minacciati (SPM).

Confermando l’orientamento espresso l’anno scorso dalla corte amministrativa federale di San Gallo (TAF), il TF ha affermato che le cifre sull’attività delle quattro grandi società attive in questo settore nella Confederazione sono coperte dal segreto fiscale.

In un primo momento l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC) aveva accolto la richiesta di rendere noti i dati relativi alle importazioni del metallo prezioso tra il 2014 e il 2017 ma successivamente il TAF aveva dato ragione alle imprese che si erano opposte (Argor-Heraeus di Mendrisio, Metalor Technologies di Neuchâtel, MKS Pamp di Ginevra e Valcambi di Balerna).

Le norme in vigore, hanno sottolineato i giudici federali, non consentono di rendere noti i numeri di questo commercio, che ha in Svizzera, con le sue conosciute raffinerie, uno dei suoi fulcri a livello mondiale. Ai fautori della trasparenza non resta che sperare in un prossimo intervento in materia del parlamento a Berna.

  • La notizia d’agenzia pubblicata da swissinfo.ch.
  • Un’inchiesta condotta dalla RTS su una società attiva in Svizzera nel commercio internazionale dell’oro, ripresa dal sito tvsvizzera.it.
idrogeno
Keystone / Jan Woitas

L’idrogeno è considerato una fonte energetica di fondamentale importanza nel processo di decarbonizzazione e la Svizzera, dove manca ancora una precisa strategia a livello nazionale, intende recuperare terreno in questo ambito.

A questo fine cerca di fornire una risposta il rapporto adottato oggi dal Governo federale che delinea il ruolo che è destinato a svolgere in futuro l’idrogeno nella Confederazione.

Come è noto le sue peculiarità, in particolare la possibilità di stoccaggio e trasporto e i suoi impieghi nel settore della mobilità, lo rendono una risorsa energetica interessante rispetto ad altre fonti rinnovabili. Ma al momento i costi di produzione lo penalizzano su mercato. Lo scenario però cambierà radicalmente in futuro, quando nel 2035 sarà operativa in Europa una rete di trasporto attraverso gasdotti.

Per la Svizzera, che è in attesa della possibilità della sua importazione a prezzi più vantaggiosi, si tratta quindi di incentivare transitoriamente la produzione indigena. Il Consiglio federale è intenzionato a presentare la strategia per l’idrogeno nella Confederazione nella seconda metà del 2024.


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