Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
ognuno di noi potrebbe avere in casa un tesoro e non saperlo. Un pensiero che mi è venuto leggendo la notizia di un ritrovamento nel canton Zurigo di Lego da collezione a opera di funzionari dell'ufficio esecuzione fallimenti. Tra le sei tonnellate di rifiuti presenti nella cantina appartenente a una persona recentemente deceduta hanno infatti scovato 600 scatole di Lego, la più vecchia delle quali risale al 1956. La loro vendita all'asta potrebbero fruttare centinaia di migliaia di franchi.
Non sono mai stata una grande appassionata di Lego, ma in casa ho due mazzi di fiori fatti proprio con questi mattoncini colorati che ora vedrò di conservare gelosamente. Non si sa mai che un giorno possano fruttare qualcosa…
Ora vi lascio alla lettura delle notizie del giorno e vado in cantina a cercare cimeli nascosti, tra ragnatele e vecchie scarpe. Se non vedete più la mia firma sotto questi bollettini, vorrà dire che avrò trovato un tesoro…
Non si ferma la “saga” del lupo nel canton Grigioni: il Cantone vorrebbe eliminare quattro branchi (dei 12 in totale) presenti sul suo territorio e ha chiesto alla Confederazione l’autorizzazione per la loro “rimozione completa”
L’obiettivo è quello di prevenire i comprovati attacchi al bestiame da parte dei lupi dello Stagias e del Vorab e la ripetuta violazione delle misure di protezione delle greggi da parte di quelli del Beverin e del Lenzerhorn per la prossima stagione di estivazione, precisa un comunicato diffuso oggi. Il Cantone ha inoltre richiesto l’abbattimento fino a due terzi dei cuccioli del branco del Rügiul in Val Poschiavo e dei lupi del Jatzhorn a Davos.
I Grigioni hanno presentato una richiesta per complessivi 27 abbattimenti che andrebbero ad aggiungersi ai 17 già autorizzati in base alla legislazione vigente.
Sorprendentemente positiva la reazione del WWF Grigioni a questo annuncio: la responsabile Anita Mazzetta ha dichiarato alla Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRF che i piani di abbattimento dei lupi sono comprensibili poiché hanno causato dei danni. Anche se l’organizzazione ambientalista deve ancora esaminare nel dettaglio la richiesta di abbattimento per quanto riguarda, per esempio, l’impatto sulla foresta e la sua rigenerazione, “in linea di principio pensiamo che sia un passo nella giusta direzione” ha aggiunto Mazzetta.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Dai nostri archivi: “Meno della metà dei lupi morti in 25 anni sono stati uccisi legalmente”.
- “Quando è legale sparare al lupo sbagliato”: un articolo della mia collega Susan Misicka.
L’integrazione delle attività di Credit Suisse ha pesato sui conti di UBS: nel terzo trimestre del 2023 la grande banca ha subìto una perdita netta di 785 milioni di dollari (circa 705 milioni di franchi), dovuta principalmente ai costi d’integrazione di quella che era stata la sua rivale. i , la cui attività è stata per la prima volta inclusa nei risultati di UBS. Il risultato non può quindi essere paragonato allo stesso periodo del 2022, che presentava un utile netto di 1,7 miliardi, ma senza le attività di CS, appunto.
Il risultato presentato oggi è peggiore di quanto previsto dagli analisti consultati dall’agenzia AWP, che si aspettavano un disavanzo di 430 milioni di dollari. Verranno inoltre tagliati, ha fatto sapere la grande banca, altri 4’000 posti di lavoro, portando così il totale, dal momento della fusione, a 13’000.
Non c’è da preoccuparsi, però, stando a quanto dichiarato dal CEO di UBS Sergio Ermotti che, ai microfoni della Radiotelevisione della Svizzera italiana RSI, giudica positivamente la situazione: “Stiamo facendo buoni progressi dal punto di vista operativo nell’integrazione”. Credit Suisse, ha aggiunto “è una banca che perderà miliardi quest’anno. Per questo motivo era necessario intervenire in maniera decisa e questo comporta dei costi di ristrutturazione”.
Il ticinese si dice inoltre “molto contento di vedere che stiamo riguadagnando velocemente la fiducia dei clienti“. Dei 22 miliardi di nuove masse in gestione e 33 miliardi di depositi, “una grande fetta arriva da Credit Suisse, e questo ci fa piacere perché il lavoro che stiamo facendo viene riconosciuto e la fiducia motiva tutti noi a continuare”.
- La notizia del bilancio trimestrale sul portale online del Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- L’intervista a Sergio Ermotti sul portale RSI InfoCollegamento esterno.
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Cosa succederà al mio conto presso Credit Suisse?”
- Credit Suisse, cosa è andato storto?
Il presidente della Confederazione Alain Berset incontrerà giovedì a Roma Papa Francesco, prima di recarsi a Parigi nell’ambito del Forum sulla pace.
Berset – che, ricordiamo, lascerà il Governo svizzero alla fine dell’anno – discuterà con il Pontefice di come la Confederazione e il Vaticano possono sostenere gli sforzi di pace in Colombia e nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). Lo scambio di opinioni su RDC e Colombia, si legge in un comunicato del Dipartimento federale dell’Interno (DFI), fa seguito ai colloqui che il direttore del DFI ha avuto con i rappresentanti della Chiesa durante i suoi viaggi in Africa e in Sudamerica in agosto.
Oltre a questi due temi, verrà trattato anche quello dell’indagine sui casi di abusi nella Chiesa cattolica romana in Svizzera, la situazione in Medio Oriente e in Ucraina e l’imminente conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Dubai.
Cambiamenti climatici che portano il friburghese a Parigi, appunto: dopo il colloquio in Vaticano volerà infatti in Francia per partecipare alla 42esima Assemblea generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), nel corso della quale si discuterà di come i beni comuni possano essere protetti in tempi di grandi sconvolgimenti e che è collegata al Forum di Parigi sulla pace. Una ventina di capi di Stato e di Governo, assieme ai leader delle organizzazioni internazionali e ai ministri degli Esteri parleranno di come sostenere la governance globale nonostante le crescenti rivalità geopolitiche.
- La notizia riportata dal portale bluenewsCollegamento esterno.
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “La Svizzera continuerà a svolgere un ruolo importante in Colombia”
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “Abusi in seno alla Chiesa Svizzera: reazioni, scuse e spiegazioni”.
Conosciamo il “Röstigraben” (ossia il confine immaginario che separa la Svizzera romanda da quella tedesca), il “Polentagraben” (il “fossato della polenta” che divide il sud italofono dal resto della Confederazione), ma ora si delinea una nuova separazione: il “Plastikgraben”, che divide la Svizzera tedesca e quella italiana dalla Romandia. Nelle prime due regioni, infatti, è possibile separare e riciclare la plastica delle confezioni (quella “morbida” per intenderci) nella maggior parte dei Comuni. Non nella Svizzera francese.
Sono 900 i Comuni che in tutta la Confederazione permettono ai propri cittadini e cittadine di riciclare questo tipo di materiale (alcuni in maniera totalmente gratuita, altri facendo loro acquistare sacchi appositi), ma pochissimi di questi si trovano nei cantoni francofoni. Qualcosina nei cantoni di Vaud, Vallese e Friburgo, e nulla in Giura, Neuchâtel e Ginevra.
La popolazione svizzera produce ogni anno 95 chilogrammi di questi rifiuti e quasi l’80% finisce nell’inceneritore, secondo i dati dell’Associazione svizzera dei riciclatori di plasticaCollegamento esterno (VSPR). Da tempo, però, è nota la pericolosità di questi polimeri per l’ambiente.
Secondo uno studio dell’ONG Ocean CareCollegamento esterno, pubblicato all’inizio di quest’anno, in Svizzera il problema della plastica è grande: è uno dei Paesi con il maggior consumo di plastica pro capite al mondo. Qualcosa però sta cambiando: una mozioneCollegamento esterno presentata nel 2020 incarica il Consiglio federale di definire un sistema di raccolta differenziata dei rifiuti in plastica recuperabili coordinato a livello nazionale. E la Romandia dovrà adattarsi.
- A parlare di Plastikgraben è il quotidiano letemps.ch in questo articoloCollegamento esterno (solo per abbonati/e).
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Plastica, svizzeri campioni del consumo, meno del riciclaggio”.
- Il riciclaggio non è la soluzione miracolo: a dirlo è questo articolo uscito oggi su SWI Swissinfo.ch.
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