La televisione svizzera per l’Italia
due persone in camice indicano l immagine di un neurone su uno schermo

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

Se vedete l'immagine di un bisonte pensate a Yellowstone, giusto? O comunque non alla Svizzera. Eppure… potrebbe esserci un ritorno del bisonte europeo su suolo elvetico. Attualmente è infatti in corso un programma di reintroduzione. Eh sì, perché questo animale viveva in Svizzera, ma poi è scomparso. Ora c'è chi vuole il suo ritorno, non solo per curiosità, ma soprattutto per una promozione della biodiversità. 

Se dovesse capitarvi di incontrarne uno sulla vostra strada, non bisogna avvicinarsi troppo. La regola è: tendere il braccio davanti a sé e sollevare il pollice in direzione dell'animale. Se il pollice lo copre tutto, vuol dire che siete abbastanza lontani. Se invece non è così, bisogna allungare le distanze. Parola di esperto

Ora vi lascio alla lettura delle notizie della giornata. 

figura di donna in controluce
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I whistleblower nel settore privato in Svizzera vanno protetti meglio. Il Consiglio degli Stati ha approvato oggi una mozione del liberal-radicale zurighese Ruedi Noser in questo senso. Il dossier passa ora al Consiglio nazionale. 

La Svizzera è nel mirino dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) da anni per le misure anticorruzione, giudicate poco incisive, vigenti nel nostro Paese, ha affermato Noser. In particolare, si vorrebbe che la Confederazione attuasse due raccomandazioni: proteggere gli informatori e le informatrici nel settore privato e innalzare la pena massima prevista dalla legge in caso di corruzione. 

Con la sua mozione, l’imprenditore zurighese auspica non solo una migliore protezione per chi denuncia situazioni irregolari, ma anche un inasprimento della pena massima per le aziende. Prendendo la parola, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha dato ragione a Noser: la Svizzera ha un problema. Un quadro giuridico specifico sarebbe l’approccio migliore, ma oggi non c’è alcun segnale che si stia coagulando un consenso politico sull’argomento, ha affermato la “ministra” di giustizia e polizia.  

La direttrice del Dipartimento federale di giustizia e polizia ha dichiarato che la Confederazione dovrà presentare entro la fine del 2024 un rapporto sui progressi legislativi concreti compiuti nella lotta alla corruzione. In assenza di progressi, il gruppo di lavoro dell’OCSE potrebbe decidere di inviare una missione di alto livello in Svizzera. “Siamo osservati da parte europea”, ha avvertito. 

il testo originale della costituzione svizzera
© Keystone / Peter Klaunzer

Il 12 settembre, che celebra l’entrata in vigore della Costituzione federale del 1848, non sarà un giorno festivo per festeggiare la democrazia come chiedeva una mozione del Nazionale. Oggi gli Stati non hanno dato seguito a questo desiderio, affossando l’atto parlamentare. 

Con l’introduzione di questa giornata festiva, il bernese Heinz Siegenthaler (Centro) voleva ricordare le conquiste raggiunte 175 anni fa: lo Stato di diritto, la separazione dei poteri e il federalismo. L’entrata in vigore della prima Costituzione federale ha rappresentato un evento unico, ha spiegato. 

Per il democentrista indipendente sciaffusano Thomas Minder, la richiesta è “interessante”, ma non necessaria. A suo dire, la rinuncia a un secondo giorno festivo, dopo il 1. agosto, non sminuisce in alcun modo l’importanza degli eventi del 1848 per la costruzione della Svizzera. Le attività legate al 175° anniversario della Costituzione hanno suscitato grande interesse fra la popolazione e possono essere istituzionalizzate, secondo il “senatore”. 

“Il 1° agosto è radicato nella popolazione e rappresenta un giorno simbolico di fondazione”, ha affermato dal canto suo la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. Oltre a ciò, un 12 settembre festivo obbligherebbe le aziende a chiudere, e “la perdita di fatturato sarebbe di 600 milioni di franchi“, ha precisato. 

due persone in camice indicano l immagine di un neurone su uno schermo
Keystone/valentin Flauraud

La Svizzera rimane numero uno al mondo in materia di innovazione: è quanto emerge da una graduatoria pubblicata a scadenza annuale dall’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI). 

Dietro alla Confederazione (che è in pole position dal 2011) si classificano la Svezia, che ha scavalcato gli Stati Uniti, al terzo posto, nonché Gran Bretagna e Singapore. Per la prima volta dopo molto tempo, la Cina ha perso terreno, scendendo di una posizione al 12esimo rango, ma rimane comunque l’unico Paese emergente fra i primi 30 della graduatoria. 

La Svizzera “continua a essere il campione indiscusso” del settore, si legge nel rapporto dell’OMPI. E “non perché è il Paese che ospita l’istituzione”, ha scherzato il direttore generale Daren Tang durante la conferenza stampa di presentazione del Global Innovation Index, un indice che sintetizza decine di indicatori. 

La Confederazione si è classificata al primo posto in aree quali le condizioni quadro per le imprese, l’uso delle nuove tecnologie, i brevetti nonché la produzione di know-how e tecnologie. Le piccole e medie imprese (PMI) elvetiche devono per forza di cose essere più innovative, perché confrontate con un mercato piccolo e un Paese con poche materie prime, ha spiegato un funzionario dell’OMPI. Per un paese come la Svizzera, la proprietà intellettuale è “molto importante”, ha aggiunto. 

persona tiene in mano un pezzo di legno recuperato dai sommozzatori
Keystone / Urs Flueeler

La città di Lucerna è più vecchia di quanto si pensasse: il sito paleolitico situato nell’area del tunnel sotto il lago previsto per la futura stazione di transito sotterranea di Lucerna ha 5’400 anni e non 3’000 come si pensava in precedenza. 

Nel 2020, le prime scoperte effettuate nel bacino di Lucerna hanno rivelato che la città era stata popolata durante l’Età del Bronzo, intorno al 1000 a.C., ha sottolineato la Cancelleria della Città in un comunicato stampa diffuso mercoledì. Nuove analisi hanno dimostrato che il villaggio esisteva già nel 3400 a.C.

I ritrovamenti di frammenti di ceramica, chicchi di cereali bruciati e utensili in selce a 1,5 metri di profondità dal fondo del lago indicano i resti di uno o più villaggi neolitici e forniscono ulteriori prove del fatto che il livello dell’acqua “era molto più basso di quello attuale nei millenni precedenti”, si legge nella nota. “Grazie a queste nuove conoscenze, possiamo dimostrare inequivocabilmente che la storia di Lucerna inizia con un villaggio lacustre del Neolitico“, ha dichiarato l’archeologo cantonale Jürg Manser

È ora necessario effettuare degli scavi di recupero per poter documentare le importanti testimonianze culturali e storiche. Questa operazione è prevista prima dell’inizio dei lavori della stazione di passaggio e non li ritarderà. 


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