La televisione svizzera per l’Italia
Cioccolato Cailler in esposizione.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

se vi piace il cinema, vi segnalo che dal 29 settembre all’8 ottobre si tiene la 19esima edizione del Zurich Film Festival. La rassegna cinematografica, informa oggi, consegnerà un premio alla carriera all’attore danese Mads Mikkelsen.

L’occasione per vedere dal vivo uno degli attori più popolari e versatili del cinema contemporaneo, un irresistibile interprete del cinema danese d'autore che ha lasciato il segno anche a Hollywood: tra i vari ruoli ha ricoperto quello del cattivo nei film di James Bond. 

Una dottoressa con la mascherina cura un paziente a letto in un ospedale.
© Keystone / Gaetan Bally

Dopo la pandemia la salute degli svizzeri è peggiorata: uno su tre dichiara di non sentirsi in salute.

Sebbene ci siamo lasciati la pandemia alle spalle, secondo uno studio del gruppo assicurativo malattia CSS, il 34% dei cittadini e cittadine elvetiche dichiara di non sentirsi in salute o addirittura malato. Tre anni fa la percentuale era del 22%. Nella categoria degli over 65 il peggioramento è il più marcato: 46% contro il 30% nel 2020.

Stanchezza ed esaurimento (68% dei casi), dolore (48%), malattie infettive (41%) e stress (40%). Sono questi i sintomi segnalati più frequentemente dalle svizzere e dagli svizzeri. E lo stato di salute cattivo influisce sulla qualità e la quantità nel sonno, nonché sulle attività fisiche e sulla socialità.

Il post-pandemia ha colpito anche la salute mentale: due anni fa i cittadini che si ritenevano in buona salute psichica erano circa tre su quattro, oggi sono solo due terzi. Le malattie in questo ambito sono accusate soprattutto dai giovani adulti. Solo il 38% della popolazione tra i 18 e i 35 anni di età si rivolge però a specialisti del settore.

Un bunker dell esercito svizzero.
© Keystone / Laurent Gillieron

La guerra in Ucraina fa cambiare strategia all’esercito svizzero: i vecchi bunker non sono più in vendita.

L’esercito elvetico dispone su tutto il territorio elvetico di molti bunker, alcuni ancora segreti, altri noti e altri ancora già venduti. Ora, come ha dichiarato il capo dell’esercito Thomas Süssli in una intervista ai giornali del gruppo Tamedia, i vecchi bunker non saranno più messi in vendita.

Il capo dell’esercito ha confermato che in risposta al conflitto in Ucraina le forze armate elvetiche si decentralizzano maggiormente per evitare che un avversario possa metterle fuori uso con qualche bombardamento. L’esercito sta rivedendo attualmente il catalogo delle strutture di comando e di combattimento.

Saranno utilizzati non solo bunker ancora segreti ma anche quelli la cui posizione è pubblicamente nota. “Queste strutture possono sempre avere un’utilità militare se ne abbiamo molte in una determinata regione”, ha chiarito sempre Süssli. La decisione è in linea con la strategia presentata in agosto e incentrata sulla difesa nel contesto della guerra in Ucraina.

  • L’esercito mette fine alla vendita di bunker militari. Un contributo della collega Serena Tinari.
  • Entrate in un bunker militare guardando questo servizio.
  • L’obbligo elvetico di avere un bunker: l’articolo su tvsvizzera.it.
Una sede di UBS e una del Credit Suisse.
© Keystone / Michael Buholzer

Lanciata un’iniziativa popolare per la nazionalizzazione parziale della banca elvetica UBS.

Dopo quanto è accaduto negli ultimi 15 anni a UBS e Credit Suisse, un comitato di cittadini del Canton Zurigo ha lanciato un’iniziativa popolare che chiede alla Confederazione di rilevare la maggioranza delle azioni della banca. L’obiettivo è rafforzare la fiducia di clienti e investitori. La notizia è stata riportata dal domenicale SonntagsZeitung.

Il comitato dell’iniziativa vuole proteggere i contribuenti e i beni statali traendo insegnamento dalle crisi bancarie del 2008 di UBS e del 2023 con l’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS. Secondo i promotori dell’iniziativa, l’attuale UBS è già de facto una banca di Stato: oltre ad essere stata salvata dalla Confederazione nel 2008, UBS ha potuto affrontare l’acquisizione di Credit Suisse solo grazie a garanzie del governo federale di vari miliardi.

Il promotore dell’iniziativa è Bernhard Schmidt. Il 58enne ha già fatto votare i cittadini del Cantone di Zurigo su un’iniziativa per fermare la costruzione di una linea ferroviaria nella Limmattal. Schmidt si è anche candidato, senza successo, al Consiglio di Stato zurighese. A ottobre si presenterà al Consiglio nazionale con una propria lista e concorrerà per un seggio al Consiglio degli Stati.

Cioccolato Cailler in esposizione.
© Keystone / Gaetan Bally

Dolce anniversario per il marchio Cailler: la fabbrica di cioccolato compie 125 anni. 

Oggi Cailler, molto conosciuto in Svizzera, appartiene a Nestlé. Il tutto inizia però con François-Louis Cailler che creò nel 1819 a Vevey la prima moderna fabbrica di cioccolato in Svizzera. Nella primavera del 1897 il nipote Alexandre-Louis Cailler e suo cognato Jules Bellet scelsero Broc, nel Canton Friburgo, per ingrandire la fabbrica perché vi erano molte mucche e c’era un fiume  per alimentare una turbina.

Detto fatto: in soli sei mesi costruirono la fabbrica, installarono una turbina alimentata dal fiume e avviarono la produzione. Oggi, 125 anni dopo, Cailler realizza più di 12’000 tonnellate di cioccolato all’anno e impiega 230 persone. Forse poco noto al pubblico, Cailler è l’unico marchio di cioccolato in Svizzera a utilizzare il latte condensato: questo richiede latte fresco di altissima qualità.

Ma c’è altro: Cailler festeggia anche i 100 anni di una delle tante sue creazioni: Frigor, che risale al 1923. Ideata dal maestro pasticcere Charles Panchaud, la ricetta originale per questo tipo di cioccolato fondente – realizzato a sua volta con latte leggermente condensato – non è mai cambiata nei cento anni che sono nel frattempo trascorsi.


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