La televisione svizzera per l’Italia
uomo spruzza pesticida su piante

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

c'è chi ama la scuola, chi non più di quel tanto e chi, anche dopo averla finita, la odia profondamente. Quest'ultimo sembra essere il caso di un'ex allieva di un istituto di Genolier, nel canton Vaud, che - per ragioni attualmente ignote - ha appiccato il fuoco nel bagno della scuola che accoglie alunne e alunni dai 10 ai 15 anni di età. 

Che avesse il dente avvelenato nei confronti di qualche ex insegnante? O forse qualche compagno o compagna che ancora frequenta la scuola in questione? Chi lo sa...

Io intanto vi lascio alla lettura delle notizie del giorno.

due uomini seduti schiena contro schiena davanti a diversi schermi di computer
Keystone / Peter Foley

Nonostante lo stress, lavoratori e lavoratrici attive in Svizzera se la passano un po’ meglio rispetto agli omologhi europei. È quanto risulta da un sondaggio pubblicato oggi dalla Segreteria di stato dell’economia (SECO), da cui risulta che meno di una persona su quattro nella Confederazione giudica la propria sicurezza o salute a rischio sul posto di lavoro

Stando ai dati scaturiti dal sondaggio europeo cui la SECO ha partecipato per la terza volta interrogando 1’224 persone nella Confederazione, nel 2021 il 23% delle persone attive in Svizzera si riteneva poco sicuro sul posto di lavoro, un tasso più basso del dato continentale (34%). 

Inoltre, anche la quota di dipendenti con problemi di salute quali contratture muscolari alle spalle, mal di schiena e mal di testa è risultata inferiore (37%) rispetto all’Europa, dove il 46% delle persone intervistate ha segnalato tre o più problemi di salute. 

Tuttavia, nonostante l’ottima situazione di partenza, la Svizzera deve affrontare numerose sfide per quanto riguarda la protezione della salute sul posto di lavoro, precisa una nota della SECO. Nella Confederazione i e le dipendenti devono sostenere un ritmo di lavoro relativamente alto (59%) rispetto ai loro colleghi europei (49%). A questo proposito, il sindacato Unia, dopo essere venuto a conoscenza dei dati, ha invitato i datori di lavoro ad assumersi le proprie responsabilità. 

neonato di pochi minuti in braccio alla madre
© Keystone / Gaetan Bally

Anche nel 2022, come nel 2021, Emma è stato il nome più gettonato per le neonate e Noah quello per i neonati in Svizzera.  

Lo ha comunicato martedì l’Ufficio federale di statistica (UST), secondo cui il podio delle bambine è completato da Mia e Sofia, mentre quello dei bambini da Liam e Matteo. Nella Svizzera italiana invece, a dominare sono Leonardo e Sofia

Solea e Lior sono i nomi ad aver guadagnato più posizioni in classifica (241 e 160 rispettivamente), mentre piacciono sempre meno Kiara e Gino, che hanno perso 82 e 66 posizioni. Inaya, Isaac e Romeo sono invece apparsi per la prima volta nella top 100 dei nomi di neonate e neonati. 

Fra i cognomi più comuni nella popolazione residente permanente la spuntano Müller, Meier e Schmid. Müller è quello più diffuso nella Svizzera tedesca con 49’459 persone, mentre nella Svizzera francese è da Silva con 10’165. Per quanto riguarda la Svizzera italiana domina Bernasconi con 2’293 persone e nella Svizzera romancia Caduff con 233. 

bandella suona
Keystone / Karl Mathis

Sono 29 le nuove entrate nella Lista delle tradizioni viventi in Svizzera, per un totale di 228 testimonianze significative del patrimonio culturale immateriale elvetico.  

A livello nazionale, la lingua dei segni, l’escursionismo, la “scena demo” che permette di creare animazioni generate da computer nonché la creatività digitale fanno ormai parte delle 228 tradizioni viventi, si legge in una nota odierna dell’Ufficio federale della cultura (UFC). 

In Ticino le nuove entrate nella lista dell’UFC sono la bandella, la filiera della lana in Val Verzasca e le pratiche sociali legate al culto dei morti. In Romandia si citano la produzione di assenzio nonché le sue pratiche sociali a Neuchâtel e la nuotata invernale della Coupe de Noël a Ginevra. Nella Svizzera tedesca fra le nuove entrate ci sono le piccole funivie nella Svizzera centrale. 

La lista delle tradizioni viventi in Svizzera offre una visione della diversità e dell’importanza di questo patrimonio culturale, ricorda l’UFC. Nel suo messaggio sulla cultura 2025-2028, in consultazione fino a settembre, il Consiglio federale ha riaffermato la volontà di valorizzare e preservare queste tradizioni. È la seconda volta che la lista viene aggiornata dal suo lancio nel 2012. Essa viene stabilita in collaborazione con i cantoni e tiene conto delle proposte della popolazione

uomo spruzza pesticida su piante
© Keystone / Walter Bieri

L’aumento dei divieti di utilizzazione di pesticidi e la perdita dell’omologazione per centinaia di principi attivi preoccupano l’Unione svizzera dei contadini (USC). Il rischio non è solo quello di vedere una riduzione dei raccolti, ma, a medio termine, anche che importanti colture vengano abbandonate del tutto, scrive l’organizzazione in un comunicato odierno. 

Malgrado si ricorra a pratiche il cui scopo è quello di impedire a insetti e funghi di infestare le colture, come per esempio la rotazione dei campi, il ricorso mirato a prodotti fitosanitari dev’essere garantito quando la soglia di tolleranza viene superata, afferma l’associazione di categoria. 

L’USC punta il dito contro il Piano d’azione dei prodotti fitosanitari, approvato dal Consiglio federale nel 2017, e contro il pacchetto di ordinanze che attuano parte di un’iniziativa parlamentare, denominata “Ridurre il rischio associato all’uso di pesticidi”, entrato in vigore lo scorso gennaio. Stando all’organizzazione, queste misure “hanno portato a importanti restrizioni in materia di protezione chimica delle piante”. In un rapporto ad hoc pubblicato oggi, l’organizzazione afferma inoltre che nuove limitazioni sono in cantiere per i prossimi anni

L’elenco delle colture che non possono più essere protette contro insetti o funghi dannosi è in costante crescita. Tra queste figurano in particolare la colza, le patate e la barbabietola da zucchero. La mancata protezione dei campi è dovuta anche al fatto che più di 200 sostanze attive hanno perso l’omologazione per la commercializzazione e al fatto che mancano in gran parte soluzioni alternative efficaci. Il risultato è la creazione di un circolo vizioso: i prodotti ancora autorizzati vengono utilizzati più spesso, ma questo favorisce lo sviluppo di resistenze e ne riduce l’efficacia, denuncia l’USC. 

Altri sviluppi

Dibattito
Moderato da: Sara Ibrahim

La Svizzera ha respinto la legge sul CO2 e le iniziative sui pesticidi. È una perdita o un guadagno per la popolazione elvetica?

I cittadini elvetici non sono pronti a un cambiamento a favore del clima e della sostenibilità? O hanno difeso la società da riforme troppo radicali?

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