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treno con chiesa sullo sfondo

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

Da oggi non sarà più solo il sud delle Alpi a ritrovarsi sotto una cappa di calore, ma tutta la Svizzera. L'aspetto piuttosto inusuale per questo periodo è che la canicola si protrarrà per diversi giorni. Secondo le previsioni di MeteoSvizzera, la temperatura diurna rimarrà quasi costantemente sopra i 30°C. Per trovare un po' di frescura bisognerà salire molto in alto. L'isoterma di zero gradi potrebbe infatti raggiungere altitudini mai viste in Svizzera: tra i 5'200 e i 5'400 metri.


logo credit suisse con palma in primo piano
© Keystone / Jean-christophe Bott

Negli Stati Uniti non si placano le polemiche nei confronti di Credi Suisse. La banca è accusata di aver occultato i dettagli sull’assistenza di clienti nazisti e dei loro complici in un’indagine interna.

Lo scorso aprile, Credit Suisse aveva pubblicato le conclusioni di una ricerca avviata dopo che nel 2020 il Centro Simon Wiesenthal aveva divulgato un elenco di 12’000 nazionalsocialisti e simpatizzanti del regime nazista vissuti in Argentina a partire dagli anni Trenta, molti dei quali avrebbero avuto conti presso l’istituto elvetico. La banca, di proprietà ora di UBS, aveva indicato di non aver trovato “alcuna prova” a sostegno di queste affermazioni.

In un nuovo rapporto pubblicato ieri, la Commissione per il bilancio del Senato statunitense torna però alla carica, accusando Credit Suisse di aver occultato i dettagli sull’assistenza di clienti nazisti e dei loro complici. In sostanza, l’indagine della banca è stata incompleta a causa di alcune limitazioni imposte dall’istituto.

Nuovi dati ricevuti da Credit Suisse hanno evidenziato circa 100 conti finora non rivelati con collegamenti nazisti. Complessivamente, secondo le accuse, circa 64’000 serie di dati potenzialmente rilevanti non sono stati prese in considerazione nell’indagine. Inoltre, la banca ha impedito all’ex ombudsman Neil Barofsky di accedere a materiale importante, aggiunge la commissione statunitense.

  • Le accuseCollegamento esterno della commissione USA nel dispaccio di Keystone-ATS ripreso da Ticinonline.
  • La notizia relativa alle conclusioni dello studio su tvsvizzera.it.
  • Come la Svizzera elabora il proprio passato: intervista allo storico Stefan Keller.
treno con chiesa sullo sfondo
© Keystone / Urs Flueeler

La prospettata lunga chiusura della galleria ferroviaria del San Gottardo sta suscitando numerose preoccupazioni, in particolare nel Canton Ticino. Per alleviare i problemi c’è chi chiede una diminuzione del prezzo dei biglietti del treno e chi di creare un collegamento aereo con la Svizzera tedesca.

Mercoledì le Ferrovie federali svizzere hanno comunicato che il traffico passeggeri nella galleria di base del San Gottardo non potrà verosimilmente essere ripristinato prima dell’inizio del 2024. I treni merci potranno invece tornare parzialmente a circolare in una delle due canne del tunnel dalla prossima settimana. I viaggiatori e le viaggiatrici che utilizzano questa linea dovranno così continuare ancora per qualche mese a transitare dalla vecchia linea di montagna ed armarsi di pazienza: il tragitto dura circa 60 minuti in più per il traffico nazionale e fino a un’ora e mezza in più per quello internazionale. Le capacità sono inoltre inferiore, poiché su questa linea i treni a due piani non possono circolare.

Questa prospettiva sta facendo venire i sudori freddi non solo a molte persone che utilizzano regolarmente il treno per recarsi a sud o a nord delle Alpi, ma anche a molti settori economici, quello turistico in primis. Ieri Ticino Turismo ha lanciato l’allarme, temendo che l’ultima parte di stagione estiva e quella autunnale possano venir compromesse. Il consigliere nazionale e presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori Fabio Regazzi ha da parte sua espresso preoccupazione per i costi supplementari per le aziende: “Una parte importante dei materiali che arrivano dal resto della Svizzera o dell’Europa e quelli che escono dal Ticino per essere trasportati oltre Gottardo passano dalla ferrovia; la chiusura comporterà costi supplementari, quindi una situazione decisamente critica e problematica”.

Regazzi ha quindi chiesto di valutare la possibilità di concedere dei risarcimenti per le conseguenze economiche che provocherà la chiusura. Pro Bahn Svizzera, associazione che rappresenta gli interessi della clientela della ferrovia, ha da parte sua domandato una riduzione del prezzo del trasporto, in particolare per le persone pendolari. Questa proposta ha trovato ampio consenso in seno alla rappresentanza ticinese alle Camere federali. Il consigliere nazionale Marco Romano ha invece proposto la creazione di un collegamento aereo tra il Ticino e la Svizzera tedesca, destinato in primo luogo alle persone che si recano spesso oltralpe per lavorare. Quattro anni fa, Swiss aveva soppresso il collegamento tra lo scalo di Lugano e quello di Zurigo-Kloten.

materiale di voto
Keystone / Martial Trezzini

Da oggi fino a domenica la Quinta Svizzera è riunita a San Gallo per il suo congresso annuale. Al centro dei dibattiti vi sono la partecipazione politica e la cultura quale prodotto d’esportazione.

A poco meno di due mesi dalle elezioni federali, la questione della partecipazione politica della diaspora è uno dei temi forti del tradizionale appuntamento estivo dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE), giunto alla sua 99esima edizione. Mercoledì da Berna è giunta una buona notizia: il Consiglio federale ha autorizzato la sperimentazione del voto elettronico in occasione delle elezioni del Consiglio nazionale di ottobre nei Cantoni di Basilea Città, San Gallo e Turgovia.

Il voto elettronico – sospeso nel 2019 dopo che erano venuti a galla problemi di sicurezza (nell’immagine sopra la scheda per le elezioni del Consiglio nazionale nel 2015) – è da anni una delle principali rivendicazioni dell’OSE. L’attuale sistema di voto per corrispondenza non funziona in maniera ottimale in diversi Paesi, in particolare per quanto concerne la logistica postale. Il peso elettorale degli svizzeri e delle svizzere all’estero è considerevolmente aumentato negli ultimi anni: alla fine del 2022, circa 222’000 persone (su un totale di oltre 800’000 residenti all’estero) erano iscritte nel registro elettorale. Appena vent’anni fa, erano meno di 100’000.

L’assemblea plenaria di sabato avrà invece per tema “La cultura svizzera, un prodotto d’esportazione?”. Nel corso dell’incontro si parlerà, tra le altre cose, di un’iniziativa per salvaguardare i beni culturali svizzeri all’estero, delle scuole svizzere o ancora dell’influenza di artisti e artiste alla promozione della Confederazione.

  

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Inoltre, troverete anche tutti i programmi Let’s Talk che abbiamo registrato in vista delle elezioni federali di ottobre. Anche questi sono disponibili in quattro lingue. In queste trasmissioni abbiamo discusso e approfondito temi come la neutralità, il costo della vita in Svizzera e il fallimento di Credit Suisse. Sempre nell’ottica delle elezioni, vi presentiamo i principali partiti, il loro profilo Smartvote e come si posizionano sulle questioni importanti per la diaspora.

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