
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
il nome di Gerardo Cuomo forse ai più giovani non dice nulla ma è curiosa la circostanza attraverso cui è tornato oggi alla ribalta. Attorno al suo nome è ruotato il più clamoroso scandalo giudiziario della storia della Svizzera italiana (fu riconosciuto colpevole di corruzione nel 2001 nei confronti dell’allora presidente del tribunale penale ticinese Franco Verda, che per quella vicenda era finito in manette).
L’ex trafficante internazionale di tabacchi, che in passato ha avuto anche uno yacht di 28 metri, ha infatti percepito fino al febbraio scorso il reddito di cittadinanza.
Ma questo diritto è venuto meno a causa del suo arresto avvenuto in seguito alla richiesta di estradizione giunta nel frattempo dall’Olanda per presunti reati doganali commessi durante il suo soggiorno in Svizzera. Le vicende giudiziarie per questo personaggio noto alle cronache non solo elvetiche non sembrano quindi finire mai,
buona lettura.

Da 70 anni i militari svizzeri prestano il loro impegno per mantenere la pace nelle aree di crisi del Mondo. Lo ha ricordato oggi con una nota il Consiglio federale. Risale infatti al luglio del 1953 la decisione del Governo federale di inviare nella penisola coreana 146 soldati armati in seguito alla firma dell’armistizio tra Seul e Pyongyang che aveva posto fine alla guerra scoppiata attorno al 38° parallelo.
Tra i compiti svolti dai militari elvetici figuravano il controllo del rimpatrio dei prigionieri di guerra e dell’applicazione del trattato tra i due belligeranti (cinque ufficiali svizzeri sono tuttora impiegati sulla linea di demarcazione militare a Panmunjom).
Nel corso del tempo il contributo dell’esercito svizzero per la pace nei teatri di crisi si è costantemente ampliato. Dalla fine degli anni Ottanta si sono estese le missioni nell’ambito dell’ONU (ad esempio in Namibia, Medio Oriente, Sahara Occidentali e Kashmir).
Dal 1996 la Confederazione partecipa anche al Partenariato per la pace (PfP) della NATO. In questo quadro si inseriscono gli impieghi del contingente SWISSCOY per la Kosovo Force (KFOR), diretta dalla NATO, e la partecipazione alla missione ALTHEA della European Union Force (EUFOR) in Bosnia e Erzegovina. Attualmente sono impegnati circa 280 uomini e donne delle forze armate elvetiche in 19 Paesi (in totale sono circa 14’000 le persone che in 70 anni hanno svolto questo compito).
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Sull’apporto delle donne della missione Swisscoy nei Balcani il servizio di swissinfo.ch.
- Il contributo della Confederazione alla pace nell’articolo del collega Andrea Tognina.
- La notaCollegamento esterno di Berna.

Sono stati assolti i tre attivisti per il clima finiti in un’aula di giustizia per aver incitato pubblicamente a violare gli obblighi di leva.
Il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona ha infatti sconfessato l’inchiesta della Procura federale che aveva condannato a pene pecuniarie tre giovani vodesi, tra i 21 e i 32 anni, che nel maggio 2020 avevano pubblicato un articolo sul sito web “Sciopero per il clima”.
Nel loro scritto intitolato “L’esercito, io lo boicotto” i militanti avevano incitato i lettori a non prestare il servizio militare e a non pagare la relativa tassa “per motivi di etica morale, responsabilità ecologica e sociale”.
Ne era seguita la condanna, sotto forma di decreto d’accusa, emanata lo scorso dicembre dal Ministero pubblico della Confederazione con cui al terzetto è stata inflitta una pena pecuniaria sospesa (tra 50 e 60 aliquote giornaliere tra i 10 e i 50 franchi e una multa tra i 300 e i 500 franchi). Il loro ricorso è stato però accolto oggi dai giudici federali.
- L’assoluzione degli attivisti raccontata da rsi.chCollegamento esterno.
- Ne parla anche tio.chCollegamento esterno.
- Sull’obbligo di leva in Svizzera il contributo di swissinfo.ch.

Oltre 20 tonnellate di gas radioattivo, altamente tossico, stanno per essere venduti all’asta nel Canton Soletta. L’esafluoruro di uranio, utilizzato nell’industria atomica per arricchire l’uranio, fa parte della massa fallimentare della società Nuexco Exchange di Olten.
Per il materiale nucleare, che è stoccato attualmente in 14 cilindri nell’impianto atomico di Tricastin, vicino ad Avignone (Francia), messo all’asta dal tribunale fallimentare solettese, c’è già un’offerta di 19,297 milioni di dollari.
Il futuro acquirente dovrà però ottenere l’autorizzazione dell’Ufficio federale dell’energia. Sulla vendita grava inoltre il vincolo delle sanzioni internazionali che vieta il trasferimento dell’esafluoruro di uranio in Russia.
Questa sostanza viene utilizzata di norma nell’arricchimento dell’uranio per produrre combustibile nucleare e armi nucleari: la società fallita da cui proviene, di cui era titolare l’uomo d’affari statunitense Oren Lee Benton, si era specializzata nel commercio di uranio proveniente dagli Stati dell’ex URSS.
- La vicenda raccontata da tvsvizzera.it e dal Corriere del TicinoCollegamento esterno.
- Ne parla anche Argovia TodayCollegamento esterno (in tedesco).
- L’articolo di blue NewsCollegamento esterno.

Come sarà l’agricoltura del futuro? Ce lo spiega, in un articolo pubblicato oggi da swissinfo.ch, l’agronomo svizzero Ernst Götsch che vive all’estero. Il suo metodo, denominato “sintropia”, si sta diffondendo rapidamente in Brasile e conquista giorno dopo giorno sempre più consensi.
Nella sua visione organica, che è al contempo esperienza quotidiana e filosofia, ogni singolo essere assume il proprio ruolo e contribuisce al costante rinnovamento del sistema vita, in modo che cibo e habitat siano presenti in abbondanza per tutti.
Ernst Götsch, ricercatore del Politecnico di Zurigo e figlio di un contadino turgoviese, è emigrato nel 1982 in Brasile dove ha rilevato una piantagione di cacao abbandonata nella regione di Bahia, che gli ha consentito di mettere in pratica il proprio pensiero.
La sua battaglia in favore della biodiversità e dell’agricoltura sostenibile, grazie anche alle tecniche adottate, gli ha consentito di trasformare in piantagioni fertili terreni aridi, facendolo diventare un personaggio quasi rivoluzionario in Sudamerica. E secondo molti la sua ricetta sembra poter essere una risposta alle attuali emergenze, come deforestazioni, cambiamento climatico, estinzione delle specie.
- L’articolo di swissinfo.ch su Ernst Götsch.
- Le ultime tecnologie sperimentate al Politecnico di Zurigo in favore della biodiversità in un articolo del collega Zeno Zoccatelli.
- Sulla biodiversità in Svizzera le spiegazioni dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM)Collegamento esterno.

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