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ghiacci

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

ogni tanto ci sono anche buone notizie e noi vi vogliamo raccontare quella di oggi. A Noémie Lang, oncologa dell’Ospedale universitario di Ginevra (HUG), è stata assegnata la prima borsa di studio del Gruppo svizzero di ricerca clinica sul cancro (SAKK) per un valore di un milione di franchi.

Con questa somma la ricercatrice potrà portare avanti i suoi studi sulla diagnosi precoce dei danni causati dai linfomi al sistema nervoso centrale. La speranza è quella di sviluppare strumenti d’analisi di elevata qualità che consentiranno la diagnosi precoce di questa patologia e trattamenti mirati.

Ma ora vi parleremo di votazioni, frane e altro ancora,

buona lettura.

ghiacci
Keystone / John Mcconnico

Si profilano tre Sì in merito agli oggetti in votazione popolare il prossimo 18 giugno, secondo quanto emerge dal primo sondaggio dell’istituto gfs.bern per l’ente radiotelevisivo svizzero SSR. La legge sulla protezione del clima, la tassa sugli utili delle multinazionali e le norme sul Covid-19 sembrano godere del sostegno della maggioranza dei cittadini e delle cittadine.

Il 72% delle persone interpellate si sono espresse a favore (il 25% è contro e il 3% è indeciso) delle disposizioni elaborate dalle Camere, come controproposta all’iniziativa popolare “per i ghiacciai” che è stata nel frattempo ritirata (ottobre 2022). L’obiettivo di azzerare le emissioni a effetto serra non è però condiviso dal partito di maggioranza relativa (UDC) che aveva lanciato il referendum su cui dovrà ora sentenziare il corpo elettorale.

Analoga sorte dovrebbero avere le nuove norme sull’imposizione delle grandi società transnazionali e sul Covid-19. La tassazione dei profitti delle multinazionali con un’aliquota del 15%, decisa per ragioni di equità fiscale su scala globale dall’OCSE, è sostenuta dall’84% delle svizzere e degli svizzeri.

Una percentuale inferiore, pari al 68%, concorda con le norme emanate da Berna per contrastare la pandemia. È la terza volta che il quesito viene sottoposto all’elettorato elvetico che finora ha sempre approvato la base legale che consente alle autorità, in caso di nuova impennata dei contagi, di adottare misure tempestive.

brienz
© Keystone / Gian Ehrenzeller

Sono proseguite febbrilmente per tutta la giornata le operazioni di sfollamento degli abitanti del villaggio grigionese di Brienz, minacciato da una frana. Alle 18 scatta la fase rossa, che si preannuncia più rigida del previsto.

Ai residenti, contrariamente a quanto indicato in precedenza, sarà assolutamente vietato rientrare anche per poco tempo, in determinate fasce temporali, nelle loro case. Fino a nuovo avviso, ha comunicato lo stato maggiore di condotta del Comune di Albula, di cui Brienz/Brinzauls è una frazione, la zona resta “off limits”.

Le ultime rilevazioni lasciano presupporre che i due milioni di metri cubi di roccia instabile che sovrastano il villaggio montano inizieranno a staccarsi dalla parete in un lasso di tempo stimato tra quattro e quattordici giorni.

Per tutte le 84 persone che si trovano attualmente a Brienz è già stata trovata una sistemazione, hanno fatto sapere le autorità locali.

ristorante
Keystone / Laurent Gillieron

La chiusura del ristorante Walliserkanne a Zermatt, ordinata nell’ottobre del 2021 dal governo vallesano per violazione delle norme contro il Covid-19, era legittima. A certificarlo è stato il Tribunale federale al quale aveva ricorso il ristoratore “ribelle”.

La sospensione dell’attività per 14 giorni era stata decisa dopo i controlli di polizia dai quali è stata accertata la mancata attuazione, da parte dell’esercente, delle disposizioni preventive contro la pandemia, in particolare quelle sui certificati Covid della clientela.

Secondo i giudici federali l’ordinanza del Consiglio federale non ha leso, imponendo questo tipo di attestazione nei locali pubblici, la libertà economica. I provvedimenti adottati da Berna, sempre secondo la suprema corte, sono da considerarsi adeguati e proporzionali, alla luce della situazione emergenziale dichiarata dalla stessa OMS e dei poteri straordinari attribuiti al Governo in questo ambito.

La vicenda aveva fatto parecchio discutere nella Confederazione. Il personale del Walliserkanne aveva infatti continuato a servire i e le clienti nonostante i blocchi di cemento apposti all’entrata del ristorante. Era stato persino allestito un bar improvvisato tra i manufatti posati all’esterno dalle autorità. Il gerente era poi finito in manette per la sua ostinazione nell’ignorare le norme contro la pandemia.

infermieri
© Keystone / Gaetan Bally

In Svizzera mancano 14’803 infermiere e infermieri, di cui 6’884 nelle posizioni qualificate. A dirlo sono le organizzazioni sindacali nella giornata internazionale che si celebra proprio oggi.

Le politiche di risparmio portate avanti da Confederazione e Cantoni, avvertono Syna e Unia, si stanno ripercuotendo sul personale del settore ma anche sui pazienti.

I buchi negli organici, è stato sottolineato, sarebbero infatti all’origine di errori sempre più frequenti e di pratiche scorrette, come quella della somministrazione eccessiva di sedativi ai e alle degenti. Inoltre la qualità della formazione dei professionisti, evidenziano diverse indagini, è stata penalizzata durante l’emergenza pandemica.

Per far fronte a questa situazione difficile le organizzazioni dei lavoratori e delle lavoratrici propongono cinque misure immediate: aumenti salariali significativi, accrediti di tempo più elevati, indennità per modifiche dei turni con breve preavviso, cinque settimane di ferie (e una supplementare a 50 e 60 anni) e compensi per la cura dei figli.

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