La televisione svizzera per l’Italia
scaffali con bevande e cibi zuccherati.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

In patria, la popolazione continua a guardare al futuro con una certa apprensione: la fiducia delle consumatrici e dei consumatori rimane infatti a un livello molto basso. Nel corso del mese appena passato, l'indicatore della fiducia, calcolato sulla base di un sondaggio trimestrale della Segreteria di Stato dell'economia (SECO), si è attestato a -29,7 punti, solo in lieve miglioramento rispetto al -30,1 di gennaio. Nel mese di ottobre 2022, l’indicatore segnava -46,4 punti, il peggior valore da 50 anni.

Le economie domestiche elvetiche rimangono quindi poco propense a fare grandi acquisti e peggiora anche il giudizio sulla situazione economica futura, vale a dire dei 12 mesi successivi: l'indicatore è sceso da -16,3 punti a -18,3 punti. Su questa nota statistica un po' pessimistica vi lascio alle altre notizie odierne.

Buona lettura!

Alain Berset.
Keystone / Anthony Anex

Il presidente della Confederazione Alain Berset chiede l’estensione della legge Covid-19, sottoposta a referendum per la terza volta il 18 giugno.

Il coronavirus continua a circolare tra la popolazione e non si può escludere una nuova variante pericolosa, ha dichiarato oggi il ministro della sanità. Le misure, se necessario, devono essere attuate con effetto immediato per proteggere le persone vulnerabili ed evitare di sovraccaricare il sistema sanitario. Le autorità vogliono quindi avere la possibilità di poter adottare misure collaudate, senza dover ricorrere al diritto di urgenza.

La proroga delle disposizioni, in votazione popolare in giugno, consente per esempio di continuare a importare e utilizzare i farmaci contro il Covid-19, anche se non ancora omologati in Svizzera, ha ricordato a nome del Consiglio federale. La Confederazione inoltre può obbligare le aziende datrici di lavoro a consentire il telelavoro alle persone vulnerabili. In caso di chiusura delle frontiere, la legge consentirebbe ai lavoratori e alle lavoratrici frontalieri di continuare a entrare in Svizzera, ha detto Berset, precisando che 34’000 di essi sono impiegati in ospedali e case di cura.

La scadenza della legge Covid-19 era prevista per il 31 dicembre 2022, ma il Parlamento ha prorogato alcune disposizioni fino alla fine di giugno 2024 per avere una base legale in caso di una nuova ondata.

Distribuzione di cibo.
© Keystone / Gaetan Bally

Nonostante il tenore di vita generale continui ad essere uno dei più elevati d’Europa, nel 2021, in Svizzera, erano circa 745’000 le persone colpite da povertà reddituale, su un totale di quasi 9 milioni di abitanti (poco meno dell’8,6%).

Questo tasso, rilevato dall’indagine sui redditi e sulle condizioni di vita (SILC) pubblicata oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST), è rimasto stabile rispetto agli anni precedenti alla pandemia (2020: 8,5%; 2019: 8,7%). Fanno parte delle categorie maggiormente colpite dalla povertà reddituale, le persone che vivono da sole o in economie domestiche monoparentali, quelle senza formazione postobbligatoria e chi fa parte di nuclei familiari che non partecipano al mercato del lavoro.

Nell’anno in esame, in Svizzera le persone costrette a rinunciare a beni, servizi e attività sociali per ragioni finanziarie, erano all’incirca 448’000. Nel 2021 dunque, il 5,2% della popolazione si trovava in una cosiddetta situazione di deprivazione materiale, un tasso tuttavia nettamente inferiore alla media europea, che secondo l’UST si attestava all’11,9%. Per quanto riguarda i Paesi vicini, solo l’Austria presentava un tasso più basso (4,4%). Nettamente superiori invece quelli di Germania (9%), Italia (11,3%) e Francia (11,4%). Il tasso di deprivazione materiale e sociale più alto era quello della Romania (34,5%), quello svedese il più basso (3,5%).

La soglia di povertà è calcolata sulla base delle direttive della Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale (CSIAS) e nel 2021, quest’ultima ammontava mediamente a 2’289 franchi al mese per una persona che viveva sola e a 3’989 franchi per una famiglia composta da due adulti e due bambini.

soldati
© Keystone / Alessandro Della Valle

Il tipo di radicalismo più presente nell’esercito svizzero è stato anche nel 2022 quello di destra. Lo rivela un bilancio delle stesse forze armate.

Secondo il rapporto, questo tipo di ideologia ha rappresentato l’80% delle 35 segnalazioni totali pervenute riguardanti presunti casi di estremismo. Soltanto sporadicamente, precisa in una nota odierna Aggruppamento Difesa, sono giunte richieste di consulenza e notifiche di indizi relative a estremismo etno-nazionalista o di matrice jihadista. Quest’ultimo si limita a essere oggetto di annunci isolati. Nel 2022 non vi sono stati episodi legati al radicalismo di sinistra.

Rispetto agli anni precedenti, il quadro generale non mostra alcuna variazione di rilievo: pure nel 2022 si è trattato principalmente di episodi rari legati ad annunci di presunte attività estremiste nella vita civile. Non sono stati registrati atti di violenza o situazioni rilevanti ai fini della sicurezza.

L’esercito continua ad applicare le disposizioni legali e la sua strategia della tolleranza zero, per esempio sensibilizzando sul tema tutti i futuri capisezione, i comandanti d’unità e di scuola.

scaffali con bevande e cibi zuccherati.
© Keystone / Christian Beutler

Un’alleanza formata da un gran numero di organizzazioni sanitarie chiede misure mirate per far fronte al consumo eccessivo di zucchero, soprattutto tra i più giovani.

In Svizzera, oltre 2,2 milioni di persone sono affette da malattie cardiovascolari, obesità, diabete e cancro, ha dichiarato oggi “Alliance Alimentation et Santé” (l’alleanza per l’alimentazione e la salute). Lo zucchero è una delle principali cause di queste patologie, le quali rappresentano approssimativamente l’80% dei costi sanitari.

L’assunzione di zucchero, che avviene per la maggior parte tramite bevande e dolciumi, presenta un forte potenziale di assuefazione e agisce sui processi cognitivi di ricompensa del cervello. Per questi prodotti, l’alleanza richiede dunque misure più rigide rispetto a quelle già concordate volontariamente, introducendo appunto una tassa per tutte le bevande contenenti zucchero o edulcoranti e imponendo l’obbligo di evidenziare qualsiasi prodotto alimentare con il “Nutri-Score”, sistema di etichettatura che evidenzia i valori nutrizionali.

In Svizzera un bambino su sei risulta essere sovrappeso, si sottolinea infine. Una quota che si aggrava tra i figli di famiglie svantaggiate, dove a essere sovrappeso è addirittura un bambino su tre.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR