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musicista e logo del montreux jazz festival

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori, 

La fine del mese di marzo e l'inizio del mese di aprile coincidono con l'annuncio dei programmi dei grandi festival musicali estivi. Oggi è stato il turno del Festival Jazz di Montreux, giunto alla sua 57esima edizione.

Tra le star attese sulle rive del Lago Lemano, spicca soprattutto un nome: Bob Dylan. Solo 1'500 privilegiati avranno però la possibilità di assistere al suo concerto in programma sabato primo luglio. Su richiesta dell'artista, all'Auditorium Stravinski, che normalmente ha una capienza di 4'000 persone, vi saranno esclusivamente posti seduti, per riflettere l'atmosfera intima del suo tour e del suo ultimo album, Rough and Rowdy Ways. Per far parte degli eletti bisognerà aprire i cordoni della borsa: il biglietto costa infatti ben 365 franchi.

persone dietro a telecamere
© Keystone / Peter Klaunzer

Sull’acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS, la FINMA dice ora la sua e chiede maggiori competenze, in particolare in materia di sanzioni, e responsabilità più chiare.

L’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari è uscita mercoledì dal suo tradizionale riserbo, difendendo la scelta di puntare su una fusione tra i due colossi bancari svizzeri. Nel corso di una conferenza stampa a Berna, la presidente del consiglio d’amministrazione della FINMA, Marlene Amstad, ha indicato che il caso Credit Suisse stava occupando l’autorità di vigilanza già da tempo e che la soluzione adottata il 19 marzo scorso era la migliore per assicurare continuità e stabilità alla piazza finanziaria elvetica.

Sul piatto vi erano altre tre opzioni: il fallimento, una statalizzazione provvisoria o una ristrutturazione secondo le norme “too big to fail”. La prima è stata rapidamente accantonata, visto che avrebbe potuto innescare un effetto domino e portare a una crisi finanziaria globale. Alla seconda si è rinunciato per motivi politici, mentre la terza sarebbe stata un’impresa titanica e con troppi perdenti.

La FINMA intende ora far tesoro di quanto avvenuto e ha chiesto maggiori competenze. In particolare, l’autorità di vigilanza deve disporre di mezzi per imporre sanzioni, ha sottolineato Marlene Amstad. Il fatto che ora non vi sia questa possibilità è un unicum fra le piazze finanziarie. Inoltre, all’interno delle banche è necessaria una migliore definizione delle responsabilità, affinché sin dall’inizio si possa sapere chi decide cosa.

podio e immagine di una persona su uno schermo
© Keystone / Georgios Kefalas

All’indomani dell’assemblea degli azionisti di Credit Suisse, quelli di UBS si sono riuniti a Basilea. La fusione, ha dichiarato il presidente del consiglio di amministrazione Colm Kelleher, “comporta enormi rischi […] ma offre anche grandi opportunità”.

In un’atmosfera un po’ meno surriscaldata rispetto a quella della vigilia, poiché i vertici di Credit Suisse si sono trovati di fronte ad azionisti che hanno visto evaporare i loro investimenti, la dirigenza di UBS ha presentato mercoledì alla St. Jakob-Halle le sfide che si prospettano per la nuova banca. “Questa transazione è la prima fusione di due banche di importanza sistemica globale: la sua esecuzione è tutt’altro che semplice e comporta enormi rischi”, ha riassunto Colm Kelleher. Allo stesso tempo, però, si tratta di “un nuovo inizio per una banca combinata e per l’intera piazza finanziaria svizzera, che offre anche grandi opportunità”.

Sul numero di impieghi che andrà perso non si è saputo praticamente nulla. È troppo presto per fare ipotesi sui posti di lavoro, ha affermato il vicepresidente del cda Lukas Gähwiler. “Innanzitutto, entrambe le banche devono essere portate avanti e integrate nei prossimi anni. Si tratta di un compito erculeo che richiede un numero maggiore e non minore di persone nel breve termine. Sul medio periodo dovremo valutare diverse opzioni. E a lungo termine è chiaro che si creeranno delle sinergie”.

Per Gähwiler, la nuova banca che nascerà non sarà troppo grande per la Svizzera. Nel 2006, poco prima dello scoppio della grande crisi finanziaria, il bilancio complessivo dei due istituti equivaleva a sette volte il prodotto interno lordo elvetico. Oggi il bilancio combinato è pari a due volte il Pil. Inoltre, ha proseguito Gähwiler, “in Svizzera c’è abbastanza concorrenza, con circa 250 banche”. Le quote di mercato dei due grandi istituti sono diminuite significativamente dal 2003.

  • Il servizio Collegamento esternodi RSI News sull’assemblea degli azionisti di UBS.
  • Credit Suisse, la fine di un’era: la notizia sull’assemblea degli azionisti di Credit Suisse di ieri.
  • Un approfondimento sulla fusione tra le due banche del mio collega Matthew Allen.
  • Che effetto avrà il tracollo di Credit Suisse nel mondo? Una carrellata dei principali mercati in cui è presenta la banca svizzera.
auto elettrica in ricarica
© Keystone / Gaetan Bally

L’imposta del 4% sul prezzo all’importazione degli autoveicoli sarà applicata dal 2024 anche alle automobili elettriche. È quanto propone il Governo svizzero, che ha posto in consultazione una modifica della relativa ordinanza.

Dal 1997, le automobili elettriche sono esentate da questa imposta. L’obiettivo era di incentivare i consumatori e le consumatrici ad acquistare questi veicoli contribuendo così allo sviluppo della mobilità elettrica. Nel frattempo, però, la situazione è cambiata. Dal 2018 al 2022 il numero di automobili elettriche importate è passato da 8’000 a oltre 45’000. Nel 2022, la loro quota rispetto alle importazioni complessive ha toccato quasi il 20%.

Ciò ha avuto come conseguenza un consistente calo delle entrate, con perdite fiscali per il 2022 di 78 milioni di franchi, che dovrebbero salire a circa 100-150 milioni per l’anno in corso. Il Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato, dove confluiscono interamente i soldi raccolti con questa imposta, rischia quindi di essere a corto di liquidità.

Il Governo svizzero propone di sopprimere, a partire dal 2024, l’esenzione e di imporre le automobili elettriche all’aliquota normale del 4%. Secondo il Consiglio federale, “l’esenzione dall’imposta quale strumento di promozione non è più necessaria, per via sia dell’aumento della quota degli autoveicoli elettrici rispetto alle importazioni complessive sia dell’allineamento dei prezzi“.

squadre di calcio entrano in campo
© Keystone / Georgios Kefalas

La semifinale della Coppa svizzera di calcio tra Basilea e Young Boys, svoltasi martedì nella città renana, ha avuto un risvolto violento: i tifosi della squadra locale hanno attaccato i dipendenti di una società di sicurezza. Quattro di loro sono rimasti feriti piuttosto gravemente.

Le violenze sono apparentemente cominciate prima dell’inizio della partita, quando gli ultras del Basilea hanno acceso dei fumogeni e dei bengala, uno dei quali è caduto in una zona dello stadio dove si trovavano tifosi “normali”. Il personale della Protectas ha controllato uno dei responsabili, che ha reagito violentemente. Gli agenti di sicurezza hanno così fatto ricorso a spray al peperoncino.

La situazione è rapidamente degenerata e gli ultras, prima, dopo e durante la partita, hanno dato addosso al personale di sicurezza, facendo uso anche di bottiglie. Tre agenti sono rimasti gravemente feriti e hanno dovuto essere ricoverati in ospedale. Un quarto se l’è cavata con ferite più leggere.

La polizia ha arrestato due dei presunti responsabili. Il club renano si è dal canto suo detto “scioccato, deluso e arrabbiato” per quanto avvenuto e ha condannato i disordini “con la massima fermezza”. La società ha però anche indicato che l’intervento del servizio d’ordine nei confronti del tifoso del Basilea è stato “sproporzionato”.





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