La televisione svizzera per l’Italia
Una coltivazione al coperto di cannabis.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

sin da piccolo ho amato raccogliere funghi nei boschi dei Grigioni dove sono cresciuto. Noi ci limitavano a tre-quattro specie. Gli altri non li raccoglievamo. Un po’ per ignoranza, un po’ per abitudine e un po’ anche per paura.

Vi dico questo perché oggi l'associazione Tox Info Suisse ha informato che il numero di avvelenamento da funghi è aumentato ben del 25% nel 2022 rispetto all'anno precedente. L'aumento - secondo l’associazione - è da ricondurre alla buona annata dei funghi nel 2022.

Io ultimamente mi limito a qualche grattugiata di tartufo. Non per paura ma solo per piacere!

Daniel Vasella in una foto del 2013.
Keystone / Laurent Gillieron

Daniel Vasella, ex CEO di Novartis, condannato a pagare le imposte a Zugo: per il tribunale il suo domicilio a Montecarlo era fittizio. 

Nel 2013 Daniel Vasella (in una foto d’allora) e moglie avrebbero spostato il loro domicilio da Risch, nel Canton Zugo, al Principato di Monaco. Per questo motivo l’ex CEO di Novartis si era opposto al pagamento delle imposte nel Cantone di Zugo nel 2013. Il Tribunale amministrativo di Zugo ha però dato torto al multimilionario elvetico. La sentenza risale al settembre 2020 ma è stata riportata solo ora dalla “SonntagsZeitung“.

Daniel Vasella ha così dovuto pagare, oltre alle imposte arretrate – l’importo non è stato specificato nella sentenza, ma viene definito “estremamente elevato” – anche le spese del procedimento, che sono state fissate a 25’000 franchi. Ma su quale base ha deciso il tribunale? I coniugi hanno matenuto la villa di Risch e a Montecarlo avevano in affitto un appartamento. 

Il Tribunale ha cosi potuto constatare, tra l’altro, che il consumo di acqua della villa di Risch è risultato nettamente superiore a quello dell’appartamento di Montecarlo. Stessa cosa per il consumo di elettricità, risultato 11 volte superiore a Zugo. Inoltre dei 160 voli prenotati tra il 2013 e il 2015 dai coniugi Vasella, uno solo era in partenza dall’aeroporto di Nizza, gli altri quasi tutti da Zurigo.

La coltivazione i canapa per il progetto basilese.
© Keystone / Christian Beutler

Con qualche mese di ritardo, oggi è partita a Basilea la distribuzione regolamentata nelle farmacie di cannabis.

Aveva suscitato parecchio interesse l’annuncio dell’aprile scorso del Dipartimento della sanità di Basilea Città che cercava partecipanti per uno progetto pilota, il primo in Svizzera, che voleva studiare gli effetti sulla salute della distribuzione legale di prodotti a base di canapa. La partecipazione alla sperimentazione era stata aperta ai maggiorenni, residenti nel Cantone, che già consumavano cannabis.

Su 500 consumatori e conosumatrici che hanno inoltrato la loro candidatura, sono stati ammessi al programma in totale 374 persone che oggi – con uno speciale certificato che attesta la partecipazione al progetto – hanno potuto ritirare per la prima volta della marijuana in farmacia. Il lancio del progetto era però previsto per settembre 2022 ma i prodotti non hanno a suo tempo superato il controllo di qualità: i derivati della canapa devono infatti soddisfare requisiti di qualità elevati ed essere coltivati biologicamente.

Il progetto durerà due anni e mezzo e prevede rigide condizioni per quanto attiene alla tutela della salute e della gioventù. In Svizzera sono attualmente vietate la coltivazione, l’importazione, la produzione e la vendita della cannabis. La ricerca prende però le mosse da una revisione della legge degli stupefacenti, adottata dal Parlamento due anni fa, che consente sperimentazioni pilota di distribuzione di canapa per finalità non mediche.

Il logo della FIFA all entrata del quartiere generale di Zurigo.
Keystone / Dominic Steinmann

La FIFA, oltre a reggere le sorti del calcio mondiale, è diventata una sorte di istituto finanziario che presta soldi agli enti pubblici elvetici.

Il calcio è lo sport più popolare del mondo. Muove la passione di miliardi di tifosi ma muove anche miliardi di franchi. E la FIFA, che ne governa le sorti mondiali, è sempre più ricca: i suoi forzieri sono stracolmi di soldi. Denaro proveniente dalla vendita dei diritti televisivi, licenze, sponsorizzazioni per la Coppa del Mondo.

Cosa fare di tutti questi soldi? Meglio prestarli – hanno pensato a Zurigo i vertici della FIFA – magari a enti pubblici. E puntualmente, due settimane fa, un’inchiesta dei giornali del Gruppo Tamedia ha rivelato che negli ultimi sei anni la città di Berna ha ricevuto diversi prestiti a corto termine dalla FIFA per un ammontare complessivo di circa 1,8 miliardi di franchi. Ma Berna non è la sola come ha rivelato un’inchiesta della Radiotelevisione della Svizzera francese RTS.

Nel 2022, la città di Losanna ha preso in prestito 40 milioni di franchi, il Cantone di Neuchâtel 100 milioni di franchi e la città di Ginevra 150 milioni di franchi. E altri ancora. La lista è lunga. Tuttavia, questi prestiti sollevano delle domande morali, etiche e politiche, visto che la FIFA – recentemente oggetto di molte critiche – non è propriamente un’istituzione al di sopra di ogni sospetto (non da ultimo, molti suoi membri sono stati indagati o lo sono tuttora per corruzione, frode o amministrazione infedele).

L entrata dell ospedale universitario di Zurigo
© Keystone / Michael Buholzer

A Zurigo la prima cattedra di medicina di genere per mettere l’accento sulle donne nella ricerca medica.

Si tratta di una prima in Svizzera. Di cosa si tratta? La nuova cattedra di medicina di genere dell’Università zurighese studierà le differenze biologiche e socioculturali tra uomini e donne e l’influenza di questi fattori sullo stato di salute e di malattia.

Secondo la professoressa Catherine Gebhard dell’Inselspital di Berna – attiva da diversi anni in questo ambito – è ormai noto da tempo che e donne e uomini si ammalano in modo diverso e reagiscono in modo diverso ai farmaci. “Malgrado ciò – sottolinea la professoressa – oggi la maggior parte della ricerca si concentra ancora sugli uomini”.

Il risultato della troppa attenzione della ricerca medica verso gli uomini è che ci si occupa troppo poco delle donne. Il rischio di una diagnosi errata di infarto è per esempio sette volte superiore per una giovane donna rispetto a un uomo della stessa età. La cattedra, resa finanziariamente possibile grazie dal contributo di diverse fondazioni, dovrebbe essere occupata al più tardi all’inizio del 2024.

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