La televisione svizzera per l’Italia
Orologi in esposizione al Museo Audemars Piguet.

Oggi in Svizzera

Care lettrii e cari lettori,

oggi nel briefing vi parliamo dell’export degli orologi svizzeri che - anticipiamo - ha fatto segnare un nuovo record. Al successo dello Swiss Made ha partecipato anche il ‘Moonswatch’, l’orologio nato dalla collaborazione tra Swatch e Omega disponibile da marzo 2022 in undici diverse combinazioni di colori con i nomi dei 9 pianeti, della luna e del sole.

Nei 180 negozi nel mondo che vendono in esclusiva questo orologio - che si basa sull’orologio Speedmaster di Omega, l’unico mai salito sulla Luna - è andato a ruba sin dal primo giorno: ne sono stati venduti oltre un milione di esemplari. E la domanda resta elevata e trovarlo è ancora un’impresa. Devo ammetterlo, io ne ho acquistati tre...

Un orologio Omega Seamaster.
© Keystone / Georgios Kefalas

Il 2022 è stato un anno da record per l’esportazione di orologi svizzeri all’estero.

Sebbene nel mese di dicembre le vendite all’estero siano leggermente calate, il 2022 si è chiuso con cifre da record: il valore totale dell’export orologiero ha raggiunto 24,8 miliardi di franchi, l’11,4% in più dei dodici mesi precedenti.

La Federazione dell’industria orologiera (FH) parla di un “anno eccellente”, con l’orologeria che ha potuto approfittare della forte domanda di prodotti di lusso e della crescita dei patrimoni mondiali. Sul fronte della produzione, le imprese hanno dovuto far fronte alla penuria di materie prime, all’aumento dei costi e alla dilatazione dei tempi di consegna.

In un contesto ancora incerto, ricorda la Federazione, le prospettive per l’industria del ramo vengono definite comunque buone. Per quanto riguarda i singoli mercati, spicca la forte progressione degli Stati Uniti (+26% a 3,9 miliardi di franchi), che rimangono il principale sbocco dello Swiss Made. Seguono Cina (2,6 miliardi), Hong Kong (1,9 miliardi), Giappone (1,7 miliardi).

Il trasporto di un organo appena espiantato.
© Keystone / Martial Trezzini

Nel 2022, 570 persone hanno ricevuto un organo che nella maggior parte dei casi ha salvato loro la vita. Mancano però i donatori.

In Svizzera a oggi, 1442 persone sono in attesa di un trapianto. E questo nonostante lo scorso anno 570 persone siano state salvate grazie a uno o più organi donati e trapiantati. Lo comunica l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Da notare come ben 116 persone abbiano ricevuto un organo da donatori viventi.

Il numero di persone in lista d’attesa resta stabile (1’442 persone erano in attesa di almeno un organo e nel frattempo 72 persone sono decedute) ma mancano i donatori. Per sopperire alla mancanza di organi, l’UFSP e Swisstransplant hanno lanciato a fine 2022 una campagna di sensibilizzazione che mostra l’importanza di una donazione per il ricevente, la cui esistenza può significativamente migliorare.

La situazione sul fronte della donazione dovrebbe però presto cambiare. Il 15 maggio scorso il popolo ha votato a favore del modello del consenso presunto per la donazione di organi. I lavori legislativi per la sua attuazione sono stati avviati, ma la data precisa del passaggio al nuovo modello non è ancora nota. Fino ad allora rimarrà in vigore il modello del consenso in senso lato, secondo cui il prelievo di organi e tessuti dopo la morte è ammesso soltanto previo consenso.

Il fucile d assalto poggiato vicino a una chitarra in uno scantinato di casa.
Keystone / Martin Ruetschi

Nel 2022 i soldati di milizia dell’esercito svizzero hanno perso, o si sono fatti rubare, 96 armi da fuoco.

Portarsi la propria arma d’ordinanza a casa dopo aver prestato servizio, è una tradizione tutta elvetica. Queste stesse armi spesso vanno perse o rubate. Nel 2022 sono state 96 le armi da fuoco sparite nel nulla, 82 fucili d’assalto e 14 pistole. La cifra, come indica lo stesso Esercito, è praticamente invariata rispetto l’anno precedente.

Alcune armi, 20 per la precisione, nonostante i loro possessori ne abbiamo regolarmente segnalato il furto, sono riemerse nelle loro abitazioni, ritrovate dagli stessi proprietari dell’arma o dalle persone subentrate nella presa in affitto. La polizia ha pure recuperato diverse altre armi nel corso delle inchieste.

In generale, l’Esercito segnala che le cifre del 2022 delle armi “sparite” e di quelle ritrovate corrispondono alla media degli ultimi cinque anni. Perdere un’arma da fuoco è certamente un fatto grave per cui l’Esercito svizzero fa tutto il possibile per evitare perdite di armi, ha sottolineato il suo portavoce. I soldati di milizia – ricordano ancora le autorità militari – vengono sensibilizzati e seguono una formazione speciale.

Un furgone della Posta nella neve con un postino alle prese con dei pacchi.
© Keystone / Michael Buholzer

Terminata la fase acuta della pandemia, la Posta svizzera nel 2022 ha consegnato meno pacchi rispetto all’anno precedente.

Nel 2021 la Posta ha registrato un record storico nella consegna di pacchi. Nel 2022 ha invece trattato un numero di pacchi inferiore: complessivamente ne sono stati recapitati o spartiti 194 milioni, il 4% in meno rispetto al 2021.

L’azienda spiega la leggera flessione ricordando che il 2022 è stato il primo anno, dopo il 2019, in cui in Svizzera non sono state disposte chiusure legate al coronavirus. Per tutti i dodici mesi – sottolinea la Posta – le persone hanno potuto acquistare di nuovo nei negozi. Per questo motivo l’azienda ritiene più opportuno fare un confronto con il 2019. Ebbene, rispetto a quell’anno, nel 2022 la Posta ha trasportato il 30% di pacchi in più.

La flessione del volume delle lettere consegnate, per contro, conferma semplicemente la tendenza in atto ormai da diversi anni: nell’ultimo decennio la flessione è stata di circa un terzo. Il calo annuale è stato del 4%, per un totale di 1’745 milioni di invii. Da ultimo, la Posta è orgogliosa d’aver creato nel 2022 circa 230 nuovi posti di lavoro nell’ambito della spartizione e del recapito dei pacchi.

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