Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
da oggi gli automobilisti e le automobiliste elvetiche non saranno più discriminati/e, almeno rispetto ai vicini meridionali. Nel Belpaese sono state infatti revocate le agevolazioni fiscali sul prezzo dei carburanti introdotte a fine marzo per cercare di calmierare il mercato che era divenuto insostenibile per molte famiglie, in seguito ai noti fatti in Ucraina.
Una boccata d'ossigeno per le stazioni di servizio della Svizzera meridionale che negli ultimi mesi sono state penalizzate dal turismo del pieno in senso contrario: ad oltrepassare il confine erano infatti questa volta confederati e confederate e non i cittadini e le cittadine della Penisola.
Un incentivo in meno, insomma, per andare a fare la spesa in Italia. Sull'entità del fenomeno attendiamo poi le valutazioni degli economisti. Intanto noi vi parliamo di altro, in particolare di meteo.
Temperature quasi tropicali in alcune località della Svizzera durante la notte. Ad Altdof (Uri) la colonnina di mercurio non mai è scesa sotto i 16,1 gradi durante la notte.
Il cantone alpino di Uri, che confina a sud con il massiccio del San Gottardo, è noto più che altro per le sue piste da sci, per i ripidi pendii da cui sgorgano vorticosi corsi d’acqua e i paesaggi invernali da cartolina. Nessuno si aspetterebbe insomma che nel suo capoluogo, a inizio gennaio, la temperatura non scenda di notte al di sotto dei 16,1 gradi. Ed è invece quello che è avvenuto nelle ultime 24 ore, ennesimo primato nella Confederazione in questi ultimi anni torridi.
Valori analoghi vengono peraltro segnalati anche a Oberriet (SG) in cui sono stati registrati 15,6 gradi, a St. Chrischona vicino a Basilea 14,4 gradi e a Délemont (JU) 14,1 gradi (il precedente record era di 14,5 gradi, misurato il 6 gennaio 2013 a Locarno-Monti).
La situazione meteorologica impatta anche su diverse stazioni sciistiche. Nel consorzio grigionese servito dalla funivia Splügen-Tambo e ad Airolo-Pesciüm, in Ticino, sono state annunciate chiusure totali e parziali degli impianti di risalita. Le temperature elevate non consentono infatti di mantenere le piste ghiacciate.
- Il servizio di rsi.chCollegamento esterno.
- Ne parla anche tio.chCollegamento esterno.
- Ma è stato così anche a San Silvestro, come riferiva sempre il sito della radiotelevisione RSICollegamento esterno.
L’accresciuta sensibilità ambientale nell’opinione pubblica ha un tangibile riscontro sul mercato dell’automobile in Svizzera dove si assiste a un costante aumento delle nuove auto elettriche e ibride.
Un veicolo su quattro (24,3%) di quelli immatricolati nell’anno che si è appena chiuso era a propulsione esclusivamente elettrica o mista (a combustione e a ricarica plug-in), con una netta prevalenza dei primi (17,3%).
Secondo Swiss eMobility, l’organizzazione che promuove la mobilità elettrica nella Confederazione, la disponibilità di stazioni di ricarica ha una correlazione diretta sui comportamenti del pubblico. Non è infatti un caso che in proporzione si sono avute più immatricolazioni di veicoli elettrici nella Svizzera Centrale dove la rete di rifornimento è capillare.
In cifre assolute è a Zurigo che si sono state acquistate più auto elettriche. Tra i vari modelli è risultata ancora una volta in cima alle preferenze degli e delle utenti la Tesla Model Y.
- La notizia d’agenzia riportata da swissinfo.ch.
- L’articolo di blue NewsCollegamento esterno.
- Il comunicato di Swiss eMobilityCollegamento esterno che ha condotto l’indagine.
A causa dei cambiamenti climatici i cactus, importati dall’America oltre duecento anni fa, stanno infestando diverse regioni alpine, in particolate nel Vallese dove le autorità cercano di correre ai ripari.
“La loro proliferazione sta danneggiando le altre piante della riserva, ma anche di altre zone del Vallese”, sottolinea alla radiotelevisione RTS Gérard Granges-Maret, della commissione della riserva naturale Les Follatères.
Il cactus è arrivato nella piana del Rodano circa 250 anni fa dagli Stati Uniti e tra Martigny e Briga si contano ormai 9 specie, di cui 4 particolarmente invasive: possono infatti ricoprire fino al 30% dell’ambiente naturale in cui si trovano.
A rendere complicata la lotta contro la pianta infestante sono le radici profonde, difficili da estirpare. Nei pressi dei sentieri, inoltre, il problema si acuisce poiché se il cactus viene calpestato prolifera ancora più facilmente. La strategia è quella di procedere all’eradicazione dall’alto verso il basso, con interventi annuali regolari. Ma non è sicuro che questo possa bastare.
- L’articolo di tvsvizzera.it.
- Il servizio della RTSCollegamento esterno (in francese).
- Ne parla anche rsi.chCollegamento esterno.
La Svizzera è unita quando è necessario. Lo ha detto il nuovo presidente della Confederazione Alain Berset, che ha appena sostituito il ticinese Ignazio Cassis nell’alta carica, nel discorso di inizio anno tenuto al Museo nazionale di Zurigo.
Ci sono molti problemi, ha rilevato il direttore del Dipartimento federale dell’interno, “ma anche innumerevoli persone in Svizzera e nel mondo che li affrontano” e proprio per questo “possiamo guardare al futuro con fiducia“.
Nelle crisi come la pandemia o la guerra in Ucraina la Svizzera ha imparato a restare unita e le istituzioni sono forti, ha sottolineato il politico friburghese che ha menzionato la Costituzione federale del 1848, promulgata dopo la guerra del Sonderbund tra protestanti e cattolici, “a cui dobbiamo la nostra cultura del dialogo”.
Abbiamo dato più importanza a ciò che ci unisce piuttosto che a ciò che ci separa, ha precisato Alain Berset, e “abbiamo in questo modo rafforzato la nostra coesione”. Naturalmente, ha continuato, non tutti i problemi possono essere risolti, ma si tratta di contribuire alla loro risoluzione.
- Il servizio della radiotelevisione RSICollegamento esterno sull’allocuzione di Alain Berset.
- L’articolo di ticinonews.chCollegamento esterno.
- L’intervista al neo presidente della Confederazione della collega Katy Romy.
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