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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

oggi non possiamo esimerci dal ringraziarvi per l'assiduità con cui, dai Paesi più disparati, dimostrate di apprezzare la selezione delle notizie dalla Confederazione che vi proponiamo quotidianamente.

È sicuramente una delle tante possibilità per restare in contatto con la cronaca e l'evoluzione del dibattito che c'è qui in Svizzera e che, nonostante magari le apparenze, offre continuamente spunti inediti e interessanti.

E anche per questi motivi auguriamo a voi e alle vostre famiglie di trascorrere, ovunque voi siate, un sereno Natale.

dogana
Keystone / Karl Mathis

Il nuovo regime fiscale per i lavoratori e le lavoratrici frontaliere italiane può attendere. Come era ampiamente previsto il nuovo accordo sottoscritto il 23 dicembre del 2020 da Roma e Berna, che assoggetta la manodopera transfrontaliera anche alle norme fiscali tributarie italiane, non entrerà in vigore nel 2023.

Lo ha indicato Alessandro Alfieri che in un’intervista rilasciata all’emittente comasca Espansione TV nella quale il senatore lombardo ha precisato che non ci sono i tempi tecnici per la sua approvazione entro il 31 dicembre (inoltre in questi giorni le Camere sono impegnate della complicata discussione sulla legge di bilancio).

C’è stata un’accelerazione, ha aggiunto il parlamentare del PD, ma il cambio di governo ha inevitabilmente rallentato l’iter di approvazione. Il testo è ancora al vaglio della commissione bilancio e andrà in aula al Senato a fine gennaio e alla Camera dei deputati probabilmente in primavera.

Sempre sul tema c’è da aggiungere che i due Paesi si sono anche accordati nel porre termine all’intesa amichevole sul telelavoro per i frontalieri e le frontaliere dal prossimo febbraio. Non essendovi più restrizioni alla libera circolazione legate al Covid verranno di nuovo applicate le consuete norme sull’imposizione fiscale secondo le quali si viene tassati dove si svolge concretamente l’attività lavorativa. Un patto che diverge da quello appena sottoscritto con Parigi che consente ai pendolari transalpini di svolgere fino al 40% del lavoro al proprio domicilio senza variazioni sul piano fiscale.

  • Il servizio di Espansione TVCollegamento esterno sui ritardi nella ratifica dell’accordo.
  • Un approfondimento recente di tvsvizzera.it sull’intesa fiscale riguardante questa categoria di lavoratori e lavoratrici.
  • Sui diversi accordi sul telelavoro concordati con Roma e Parigi l’articolo di tvsvizzera.it.  
camion
© Keystone / Michael Buholzer

Un convoglio di aiuti svizzeri alla popolazione ucraina, stremata da dieci mesi di guerra, è partito questa mattina alla volta del martoriato Paese dell’Europa dell’Est.

Milioni di persone, secondo quanto ha osservato oggi il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), si trovano senza elettricità, riscaldamento e acqua a causa dei sistematici attacchi russi alle infrastrutture, che hanno lo scopo di fiaccare la resistenza dei civili.

I camion trasportano quaranta stufe e altrettanti generatori, che si aggiungono ai trenta inviati una settimana fa, per la protezione civile ucraina che li potrà collocare nelle tende e nei grandi ambienti in cui si potrà riparare la popolazione.

Lo scorso mese di novembre Berna ha stanziato 100 milioni di franchi per finanziare interventi di ripristino delle centrali elettriche e delle abitazioni in Ucraina, dove le temperature rigide dell’inverno continentale rendono ancora più difficile la situazione nelle città e nelle campagne, anche quelle distanti dalla linea del fronte situato nelle regioni orientali.

turismo
© Ti-press

Si prospetta una stagione invernale con i fiocchi per le rinomate località sciistiche elvetiche. Nonostante il generalizzato rialzo dei prezzi gli operatori del settore si attendono un incremento delle presenze, anche rispetto al periodo prepandemico.

In base al flusso di prenotazioni Svizzera Turismo si attende un aumento dell’1,5% dei pernottamenti rispetto a dodici mesi fa e dell’1% nel confronto con l’inverno 2018-2019, grazie soprattutto al ritorno degli stranieri (+18%).

Gli amanti delle mete alpine non sembrano quindi temere il rincaro che ha fatto lievitare i prezzi degli alberghi fino al 10% e dei biglietti delle ferrovie di montagna del 5%. Probabilmente questo è dovuto all’inflazione più contenuta nella Confederazione (+3%) rispetto al resto dell’Europa dove veleggia intorno al 10%.

Dopo gli svizzeri sono proprio i cittadini e le cittadine dell’UE i principali clienti delle stazioni invernali elvetiche, seguiti da statunitensi, brasiliani e residenti nel Golfo. All’appello mancano invece i cinesi, alle prese con una nuova ondata di Covid e con le norme restrittive emanate da Pechino.

vento
Keystone / Gian Ehrenzeller

Non ci sarà probabilmente la neve per Natale, come indicano i vari servizi meteorologici che prevedono temperature miti per il periodo ma intanto in queste ore il Paese è sferzato da venti tempestosi a nord delle Alpi.

Le raffiche più forti vengono segnalate sullo Jungfraujoch, nel Canton Berna (131 km/h) e a Säntis, ad Argovia (121 km/h).

Le turbolenze hanno creato qualche disagio, di portata però limitata. La linea tra Appenzello e Wasserauen (Appenzello Interno) è stata temporaneamente interrotta.

Oltre Gottardo e nella Svizzera francofona il tempo sarà caratterizzato da precipitazioni, localmente anche consistenti. Madomenica il Paese sarà interamente soleggiato, con qualche eventuale nebbia alle quote inferiori.

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