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Una porta color verde chiusa con un lucchetto.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

la Banca nazionale svizzera comunica che tra giugno e ottobre di quest’anno ha notato una diminuzione di banconote in circolazione per un valore di circa 10 miliardi di franchi. In particolare, a scomparire sono stati soprattutto i tagli grandi, ovvero i biglietti da 1'000 e 200 franchi.

Dove sarebbero andati a finire questi soldi? La risposta la dà oggi il quotidiano zurighese Blick: con gli interessi negativi, gli svizzeri hanno preferito tenere i contanti a casa, magari proprio sotto il proverbiale materasso! Ora che gli interessi sono tornati positivi, gli svizzeri stanno riportando i soldi in banca.

Un orologio decosotruito.
Keystone / Jean-christophe Bott

L’orologeria svizzera va a gonfie vele ma nel prossimo futuro mancheranno ben 4’000 lavoratori specializzati.

Il settore dell’orologeria elvetica è vittima del proprio successo. Se la Svizzera è la patria degli orologi, è anche vero che ora scarseggiano gli orologiai. La causa? L’elevata domanda di orologi di lusso seguita alla pandemia. Secondo il quotidiano zurighese Tages-Anzeiger al settore mancano 4’000 lavoratori specializzati. Attualmente l’industria orologiera svizzera impiega circa 57’500 persone.

Solo per fare un esempio, il giornale zurighese cita il marchio di lusso ‘Rolex’. Per far fronte agli ordinativi Rolex sta progettando un nuovo stabilimento a Bulle (nel canton Friburgo), con un investimento di 1 miliardo di franchi e la creazione di 2000 posti di lavoro. La data di apertura prevista è il 2029. Tuttavia oggi ci si chiede se in quel momento sarà disponibile la necessaria manodopera.

La carenza di personale specializzato è dovuta alla crescita attuale degli affari, che richiede ulteriori impieghi e ai prepensionamenti. La domanda è particolarmente elevata per le professioni specializzate, come l’addetto della qualità nelle microtecnologie e l’affinatore di superfici per orologi e gioielli. La crescita si riflette nelle statistiche sulle esportazioni: nel 2021 l’export orologiero ha raggiunto un nuovo massimo di 22,3 miliardi di franchi ed è probabile che il 2022 segnerà un nuovo primato.

Una porta color verde chiusa con un lucchetto.
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Anno nero per le piccole e medie imprese: il 2022 è stato caratterizzato da un’ondata di fallimenti aziendali.

Il dato è stato pubblicato oggi dalla società di informazioni economiche Dun & Bradstreet (D&B), che mettono anche in luce una lieve flessione sul fronte delle nascite di nuove imprese. Vediamo in cifre cosa significa. A livello svizzero nei primi undici mesi dell’anno le ditte che hanno dovuto chiudere per insolvenza sono state 4’349, il 21% in più dello stesso periodo del 2021.

Come spesso capita in Svizzera, i dati differiscono anche di molto da regione a regione. Scopriamo così che nel canton Svitto i fallimenti sono aumentati dell’89%, mentre in Ticino i fallimenti sono stati superiori del 17% rispetto allo scorso anno. In mezzo ci sono cantoni come Grigioni (+51%), Basilea città (+46%), Zurigo (+38%), Ginevra (+31%).

Quest’anno va anche segnalato che sono nate nuove aziende ma meno che in passato: le nuove iscrizioni al registro di commercio nella Confederazione sono state 45’069 nel periodo gennaio-novembre, valore in flessione dell’1% su base annua. Rimangono fermi sul posto Ticino (stabile a 2052) e Grigioni (pure stabile a 936), mentre maggiore dinamismo viene per esempio osservato a Zurigo, che mette a referto un +3%.

I due nuovi volti in governo al momento del giuramento o promessa.
© Keystone / Peter Klaunzer

La politica elvetica va in vacanza con un primo cittadino romancio e due nuovi volti in governo.

La sessione invernale delle camere federali si è chiusa oggi. Durante le tre settimane di lavori parlamentari si è proceduto anche alla elezione di due nuovi consiglieri federali. Al posto dei dimissionari Simonetta Sommaruga e Ueli Maurer sono stati scelti il democentrista Albert Rösti e, un po’ a sorpresa, la socialista giurassiana Elisabeth Baume-Schneider.

Se l’elezione di Rösti era pressoché scontata – è stato designato al primo turno – quella di Baume-Schneider lo è stata un po’ meno, tenuto conto della caratura dell’avversaria, la “senatrice” di Basilea Città Eva Herzog. Al terzo turno, infine, l’ha spuntata la “senatrice” giurassiana, che rappresenterà per la prima volta nell’esecutivo federale il suo giovane Cantone, nato da una costola del canton Berna nel 1979 dopo una decennale battaglia per l’autonomia.

Sempre a inizio sessione sono stati scelti i presidenti delle due camere: entrambi i rami del parlamento saranno diretti da un esponente del Centro (nato sulle ceneri del partito di ispirazione cristiana). Una donna agli Stati, la turgoviese Brigitte Häberli-Koller (quinta donna a dirigere la camera dei Cantoni) e il grigionese Martin Candinas primo politico di lingua madre romancia a diventare il primo cittadino elvetico.

Un ciclista su una straad innevata a Berna.
Keystone / Anthony Anex

La neve e il gelo hanno bloccato anche i fattorini che portano normalmente a casa il cibo acquistato online.

La situazione meteorologica in Svizzera tedesca, fra precipitazioni e ghiaccio, è parecchio critica, soprattutto nelle grandi città. Se è difficile circolare in auto, figurarsi con le due ruote. Per questo motivo in alcune città elvetiche è stato sospeso il servizio a domicilio di cibo e bevande ordinate con app e su siti online.

Come riporta il quotidiano gratuito 20 Minuten, lo stop ai servizi dei fattorini gastronomici ha avuto luogo a Zurigo e Berna a partire da martedì e si sta ancora protraendo. A confermare la situazione il portale di consegna Just-eat.ch che ha deciso per lo stop per tutelare le condizioni di salute di chi si occupa delle consegne.

Stizziti parte dei clienti. Al momento dell’ordine, quest’ultimo veniva confermato, ma il cibo andava ritirato in loco. Non sono mancate le lamentele: “Ho ordinato d’asporto proprio perché non volevo uscire e invece ora mi tocca lo stesso bagnarmi i piedi”, commenta un lettore di 20 Minuten. “Capisco le motivazioni”, argomenta un altro, “ma bastava che il ristorante rifiutasse l’ordine… così almeno si evitava la cattiva sorpresa”.

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