
Oggi in Svizzera
Care lettrici, cari lettori,
è la notizia del giorno (leggi sotto): Roger Federer ha deciso di ritirarsi. All’annuncio della notizia si sono immediatamente moltiplicati i messaggi di sostegno, ma anche di tristezza, dei suoi fan. La domanda ora è: ci sarà un erede svizzero di King Roger? O un campione del suo calibro nasce una volta ogni 100 anni?
Dal mondo dello sport però sono arrivate anche notizie un po’ più allegre: l’hockey club ticinese dell’Ambrì Piotta ha preso una svolta verde. La squadra ha infatti deciso di lanciare il “Campionato del clima”: per ogni gol che i giocatori porteranno a segno verranno piantati 20 alberi e in caso di vittoria questo numero sarà raddoppiato. L’obiettivo è quello di compensare la CO2 prodotta dai tifosi che dal proprio domicilio si recano in automobile alla nuovissima pista Gottardo Arena per assistere ai match.
Buona lettura.

King Roger ha deciso di ritirarsi dal mondo del tennis. Dopo 24 anni di carriera Roger Federer ha annunciato oggi, tramite i suoi canali social, che lascerà il circuito dopo la Laver Cup di fine settembre.
“Di tutti i regali che il tennis mi ha fatto nel corso degli anni”, scrive Federer nel messaggio diffuso oggi, “il più grande, senza alcuna ombra di dubbio, sono state le persone che ho incontrato sulla mia strada: amici, avversari, ma soprattutto i fan che danno vita allo sport”.
Il 41enne basilese, che in 24 anni di carriera ha giocato oltre 1’500 partite e che al suo attivo vanta 103 titoli di ATP, di cui 20 del Grand Slam, definisce la sua decisione come “dolceamara”: gli mancherà, dice, tutto quello che il tennis gli ha dato nel corso degli anni. “Mi considero una delle persone più fortunate sulla faccia della Terra. Mi è stato dato un talento speciale per giocare a tennis e l’ho fatto a un livello che non mi sarei mai immaginato e molto più a lungo di quanto pensassi”.
Un addio, il suo, motivato anche dai segnali che, scrive, gli ha mandato il suo corpo: “Come molti di voi sanno, negli ultimi tre anni mi sono dovuto sottoporre a diverse operazioni chirurgiche. Ho lavorato duramente per tornare in pena forma per competere. Ma conosco le capacità e i limiti del mio corpo e i messaggi che mi ha mandato ultimamente sono chiari”. Il campione non ripone la racchetta però: ha fatto sapere che continuerà a giocare anche in futuro, ma che non lo farà più nel circuito ATP o nel Grand Slam.
- La notiziaCollegamento esterno riportata dal portale online del Corriere del Ticino
- Tutto quello che c’è da sapere sulla carriera di King Roger su questa pagina specialeCollegamento esterno di SWI Swissinfo.ch
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch, un contributo del mio collega Thomas Stephens
- Il sito ufficialeCollegamento esterno di Roger Federer

Dopo il Consiglio degli Stati, giovedì anche la Camera bassa ha dato il via libera alla firma del contratto con gli Stati Uniti per l’acquisto dei caccia americani F-35. In aula non sono però mancate le voci critiche della sinistra, che reputa finanziariamente troppo rischiosa e anche poco democratica questa scelta.
Con 128 voti favorevoli contro 67 contrari il Consiglio nazionale ha approvato (ormai in via definitiva) l’acquisto di 36 aerei da combattimento F-35, per un costo totale di 6,03 miliardi di franchi. A spuntarla, com’era da prevedersi, è stato il centrodestra, che ha sottolineato la necessità di procedere in modo spedito alla firma del contratto.
“Se non lo facciamo dobbiamo rinegoziare il tutto”, ha dichiarato ai microfoni della Radiotelevisione svizzera italiana il consigliere nazionale sciaffusano Thomas Hurter (UDC, destra populista). “L’acquisto diventerebbe più costoso, ma soprattutto la nostra aviazione militare non potrebbe più essere rinnovata in tempo utile. Ciò significherebbe la fine del nostro esercito”.
La sinistra, dal canto suo, parla di un “volo alla cieca”, poiché la Confederazione rischia di dover pagare, sul lungo termine, costi di esercizio esorbitanti: “Se si avvererà anche solo una parte delle conseguenze finanziarie che temiamo, a patire non sarà solo l’esercito, ma l’intero bilancio della Confederazione” ha detto la consigliera nazionale solettese socialista Franziska Roth.
- La notizia su TVS Tvsvizzera.it
- La notiziaCollegamento esterno sul sito del Parlamento
- Poche settimane fa sono state conbsegnate a Berna 120’000 firme contro l’acquisto dei caccia

Il Consiglio degli Stati elvetico ha approvato giovedì a larga maggioranza il controprogetto indiretto all’iniziativa “Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)” secondo il quale la Confederazione deve raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Per riuscirci vanno stanziati 2 miliardi di franchiper il risanamento energetico degli edifici e altri 1,2 miliardi per sostenere il settore industriale, che dovrà ridurre le sue emissioni del 90%. Previsto anche un obbligo di installare pannelli solari sugli edifici di nuova costruzione.
A poco più di un anno dal “no” popolare alla riveduta legge sul CO2, la Camera dei cantoni ha quindi adottato un nuovo progetto chiamato “Legge federale sugli obiettivi di protezione del clima”. Contrariamente al progetto bocciato alle urne, la nuova proposta non contiene tasse, ma incentivi finanziari a beneficio della popolazione e delle imprese.
Il controprogetto contiene l’obiettivo delle emissioni nette pari a zero. Ciò significa che entro il 2050 le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte il più possibile, mentre le emissioni residue dovranno essere sottratte dall’atmosfera attraverso le cosiddette “emissioni negative”. Contrariamente all’iniziativa, la controproposta non cita esplicitamente alcun divieto di vettori energetici fossili e prende in considerazione la situazione particolare delle regioni periferiche e di montagna. Da parte sua, l’industria dovrà ridurre le sue emissioni del 90% entro il 2050.
- La notizia completaCollegamento esterno sul sito del Parlamento
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch, un contributo del mio collega Luigi Jorio “Perché lo scioglimento dei ghiacciai riguarda ognuno di noi”
- A marzo era stata respinta l’iniziativa

L’anarchia – sembra strano a dirsi – è una cosa da svizzeri. Esattamente un secolo e mezzo fa (era il 15 settembre 1872) 15 dissidenti dell’Associazione internazionale dei lavoratori (diretta da Karl Marx) hanno fondato a Saint-Imier (Giura bernese) l’Internazionale anti-autoritaria. Nasce così il movimento anarchico.
Il fatto che un movimento come questo sia nato nel cuore delle Alpi e nella patria dell’orologeria non è un caso, come dimostra uno studio dello storico Florian Eitel pubblicato proprio oggi. Gli orologiai lavoravano (e lavorano ancora oggi) per l’esportazione e dovevano fare i conti con la congiuntura globale, tra periodi di boom e di crisi. Situazioni che hanno portato il mondo operaio a organizzarsi per cercare di cambiare le cose quando e dove necessario.
L’anarchia, che si oppone fermamente al capitale e allo Stato, trova un terreno fertile in Svizzera, che all’epoca è caratterizzata da uno spirito repubblicano e rivoluzionario, spiega Eitel. Nel 1871 arriva a Saint-Imier Michel Bakunin, filosofo russo, teorico dell’anarchismo. Sapeva che stava succedendo qualcosa di importante e voleva capire come vivevano i giovani orologiai anarchici. Gli stessi che in seguito daranno vita a quello che sarà conosciuto come sindacalismo rivoluzionario.
L’anarchia non è un movimento che è scomparso con la globalizzazione: alcune sue idee si sono ben inserite nel mainstream politico, come per esempio l’autogestione, la decentralizzazione o ancora la disubbidienza civile. Non si tratta però più di una caratteristica della classe operaia.
- Il focus di SWI Swissinfo.ch dedicato al movimento anarchico elvetico
- L’intervista a Florian EitelCollegamento esterno del quotidiano Le Temps (in francese)

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative