Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
le temperature elevate di questa torrida estate non lasciano la presa nemmeno in questa fine di agosto ma i pensieri sono tutti rivolti alle fredde giornate del prossimo inverno, che è senz’altro la prima delle preoccupazioni degli svizzeri e delle svizzere e della politica.
Lo spettro di blackout è tutt’altro che scongiurato, anche se – come diamo conto più avanti – voci autorevoli ci dicono che saremo eventualmente informati il giorno precedente. Forse una magra consolazione ma almeno non ci troveremo impreparati con candele e coperte…
A Berna poi, è notizia sempre di oggi, la Commissione dell’ambiente della Camera alta ha messo a punto una proposta di legge per aumentare rapidamente la produzione di elettricità da fonti rinnovabili, in particolare fotovoltaico, in inverno. Magari, insomma, nei prossimi mesi non dovremo rimpiangere le canicole appena trascorse…
buona lettura
La minaccia di improvvisi blackout durante i freddi mesi invernali costituisce forse la principale preoccupazione cui sono confrontati i cittadini svizzeri (ed europei). Ma questa spiacevole eventualità, ha precisato Yves Zumwald, presidente della direzione di Swissgrid – la società che gestisce le reti elettriche nella Confederazione – sarà già conosciuta il giorno prima.
In concreto, ha spiegato il dirigente in un’intervista al quotidiano La Liberté, gli operatori del mercato elettrico ci forniscono i programmi di scambio di energia previsti e “se non sono equilibrati, chiediamo loro di immettere energia nella rete o di ridurre i consumi”. Normalmente le centrali dispongono di riserve per ripristinare l’equilibrio per alcune ore.
Da settimane governo e specialisti del settore studiano strategie e possibili contromisure nel caso in cui venissero chiusi i rubinetti del gas russo. Il governo ha disposto riserve idroelettriche per l’inverno e trattative sono in corso discussioni con gli operatori dei paesi vicini con i quali condividiamo 41 linee transfrontaliere.
Ma molto dipenderà dal freddo, dal vento e dal sole che ci attendono nei mesi invernali, ha osservato Yves Zumwald. In ogni caso non è ancora il momento di preparare candele e coperte, ha concluso il manager 55enne.
- Sulla possibilità di blackout in Svizzera l’articolo di tvsvizzera.it
- L’intervistaCollegamento esterno pubblicata su La Liberté di Yves Zumwald (in francese, per abbonati)
- Ne riferisce il Corriere del TicinoCollegamento esterno
Il Covid-19 è stato la terza causa di mortalità in Svizzera nel 2020. Il 12,2% dei decessi, ha indicato l’Ufficio federale di statistica (Ust), sono infatti da attribuire a questa infezione, preceduta dalle malattie cardiovascolari (26,9% degli eventi funesti) e dai tumori (22,2%).
In quei dodici mesi, pesantemente condizionati dalla pandemia, i decessi – per un totale di 76’195 (normalmente si aggirano attorno ai 70’000) – sono aumentati del 12,4% rispetto all’anno precedente, fanno sapere gli esperti dell’istituto federale.
Come era fin da subito apparso evidente il fenomeno ha coinvolto soprattutto le anziane e gli anziani (8’982 ultrasessantacinquenni contro 312 persone di età inferiore) ma anche gli uomini (52,7% contro il 47,3% delle donne), in particolare nelle fasce anagrafiche inferiori ai 65 anni, nelle quali i rappresentanti del sesso maschile sono stati colpiti in misura del 72,4%.
La notizia lieta è che le morti per cancro hanno continuato a regredire: la diminuzione tra il 2010 e il 2019 è del 23,2% per gli uomini e dell’11,6% per le donne. Nel 2020 il tasso è ulteriormente calato del 3,3% per i due sessi. Lo stesso non può dirsi per le patologie cardiovascolari – prima causa di morte in assoluto nella Confederazione – cresciute del 2,3% per gli uomini e dello 0,1% tra le donne.
- Sull’incremento dei decessi nel 2020 e il via libera di Swissmedic al vaccino contro le varianti del Covid-19 l’articolo odierno di tvsvizzera.it
- Tutte le cifreCollegamento esterno aggiornate del Covid in Svizzera.
- La notaCollegamento esterno dell’Ufficio federale di statistica (Ust)
Cosa pensa la popolazione elvetica del suo governo? Ebbene, solo uno svizzero e una svizzera su due sono soddisfatti (o lo sono abbastanza) dell’operato del Consiglio federale, in base al sondaggio pubblicato dalle testate del gruppo editoriale Tamedia e 20 Minuten.
L’indagine condotta a metà agosto in vista delle elezioni federali del prossimo anno evidenzia un calo di consensi di 15 punti rispetto all’inchiesta demoscopica effettuata a fine del 2021.
Analoga evoluzione si osserva tra i consiglieri federali, tra i quali spicca però sempre – forse un po’ a sorpresa alla luce della controversa politica sulla pandemia e di qualche inciampo che ha interessato recentemente le cronache – il ministro della sanità Alain Berset, con una valutazione media di 4,1 (su 6). Stabili, appena sotto, Karin Keller-Sutter (4.05) e Viola Amherd (4,02) mentre pagano la crisi energetica i due ministri convolti: il ministro dell’economia Guy Parmelin scende al 3,84 (prima era al 4,14) e quella dell’energia (Datec) Simonetta Sommaruga al 3,66 (dal 4,0). Maluccio va anche il presidente in carica, il ticinese Ignazio Cassis, che ottiene un ingeneroso 3,5.
Scarsa considerazione gode poi l’attuale composizione partitica dell’esecutivo federale (due udc, due socialisti, due liberali radicali e un rappresentante del centro), sostenuta solo dal 18% del campione. Il 17% degli intervistati è favorevole all’ingresso di un verde e di un verde liberale a scapito di socialisti e liberali. La stessa percentuale vorrebbe un verde liberale al posto di un socialista e il 16% un verde in sostituzione di un liberale.
- Su tio.ch i dettagli del sondaggioCollegamento esterno e un approfondimentoCollegamento esterno sulla popolarità del consigliere federale friburghese Alain Berset
- Ne parla anche rsi.chCollegamento esterno
- Su un analogo tema l’inchiesta demoscopica di luglio cui riferisce blue NewsCollegamento esterno
La Festa federale di lotta svizzera e dei giochi alpestri 2022 si è conclusa domenica con la vittoria a Pratteln (BL) del lucernese Joel Wicki cui, come tradizione vuole, è stato consegnato il trofeo della manifestazione, il toro Magnus I.
Già finalista nel 2019 a Zugo, Joel Wicki ha avuto la meglio sul bernese Matthias Aeschbacher, ricevendo le congratulazioni, via Twitter, del presidente della Confederazione Ignazio Cassis – “che finale!” – e la ministra dello sport Viola Amherd, la quale si è rallegrata del fatto che la Svizzera “ha di nuovo un “re”.
A questa 46esima edizione della Festa federale, uno dei principali eventi popolari della Svizzera che viene organizzata ogni tre anni, si sono confrontati 274 lottatori provenienti da diverse federazioni cantonali. Nel tardo pomeriggio di ieri si è poi tenuta la competizione del lancio della pietra di Unspunnen, altro cimelio iconico del folclore elvetico.
Tra i momenti salienti dell’evento, al quale hanno partecipato complessivamente circa 400’000 persone durante il fine settimana (oltre 50’000 al giorno solo nella grande arena), è stato il canto dell’inno svizzero da parte del folto pubblico che già alle 8 occupava spalti e tribune dell’arena e le adiacenze dei grandi schermi in cui venivano riprodotte le gesta degli atleti.
- L’ampio servizio sulla Festa federale a Pratteln di rsi.chCollegamento esterno
- Durante la manifestazione è scoppiata una polemica “diplomatica”, come riferisce ticinonews.chCollegamento esterno
- L’approfondimento di watson.chCollegamento esterno sul significato dell’evento confederale (in tedesco)
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