La televisione svizzera per l’Italia
mano tiene gelato giallo su stecco

Oggi in Svizzera

Care lettrici, cari lettori,

è uscita oggi l’annuale lista dei 50 migliori ristoranti al mondo della prestigiosa rivista britannica Restaurant. Al primo posto il Geranium di Copenhagen, a dimostrazione che la cucina nordica continua a dare il meglio di sé da diversi anni. Il ristorante dello Schloss Schauenstein di Fürstenau, guidato dallo chef svizzero Andreas Caminada fa parte della lista e conquista la quarantesima posizione. Numerosi anche gli indirizzi del centro e sud America, a dimostrazione che l’alta gastronomia non è una prerogativa europea.

Detto ciò, con questo caldo, al ristorante viene voglia di ordinare solo piatti freddi e leggeri. Forse per la degustazione di menù gastronomici di diverse portate conviene aspettare mesi più freschi. E leggere, nel frattempo, le notizie della giornata.

sagome in controluce
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Nel mese di giugno in Svizzera sono stati fermati quasi 3’500 migranti irregolari: il triplo rispetto a un anno fa.

L’aumento è dovuto principalmente alle entrate attraverso il confine orientale, scrive oggi in una nota l’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini. La crescita è stata costante da gennaio a oggi.

La maggior parte degli irregolari sono di nazionalità afghana ed è stato riscontrato un aumento di quelli di origine nordafricana.

Anche il respingimento alle autorità straniere è in crescita, mentre è costante il numero di casi sospetti legati a passatori: come a giugno 2021 e a maggio 2022, ne sono stati individuati circa 30 al mese.

uomo anziano in giacca e cravatta seduro su una poltrona
Keystone / Ennio Leanza

Secondo Daniel Koch, medico in pensione ex capo della taskforce federale Covid-19 durante la pandemia, non c’è più bisogno di contenere il coronavirus, che ormai “non è più grave di un’influenza”.  

L’ex “Mister Corona”, uno dei volti che più vengono associati alla pandemia in Svizzera, ha dichiarato in un’intervista rilasciata al quotidiano svizzerotedesco Blick, che, dopo aver seguito la situazione quasi quotidianamente fino alla scorsa primavera, ormai non si interessa più di tanto al virus.

Koch, che a settembre 2020 aveva previsto la scomparsa del Covid-19 nell’estate 2022, ha dichiarato che, anche se nelle ultime settimane c’è stato un aumento di contagi, la situazione non è paragonabile a quella di inizio pandemia. Il virus non è più pericoloso come all’inizio.

E a questo proposito si è anche detto in disaccordo con altri epidemiologi che chiedono la quarta dose di vaccino o la reintroduzione dell’uso esteso delle mascherine. “Sono sorpreso che le autorità sanitarie siano sempre così concentrate sul coronavirus”, ha detto. “Il Covid-19 è l’unico per il quale vengono eseguiti così di frequente dei test. Se facessimo altrettanto con altri virus respiratori, scopriremmo che anche in questo caso ci sarebbero delle ondate estive”.

uomo in giacca e cravatta sorride, mano destra appoggiata sul cuore, sguardo rivolto verso l alto
©keystone/peter Schneider

Il presidente della Confederazione Ignazio Cassis, in occasione del suo discorso in vista del 1. Agosto, si è rivolto alla popolazione elvetica residente all’estero: “La Svizzera ha bisogno di voi, soprattutto in questi tempi difficili”.

La Quinta Svizzera, ha dichiarato il consigliere federale ticinese, “costruisce ponti e apre nuove strade” e ha un ruolo di ambasciatrice del Paese.

Rivolgendosi alle quasi 800’000 persone in possesso del passaporto rossocrociato residenti fuori dai confini elvetici, Cassis ha rilevato che “la capacità di giungere a soluzioni di compromesso, lo spirito innovativo e la pluralità sono i nostri punti di forza. Siete in molti, anche all’estero, a incarnare queste qualità”.

Quelli attraversati dal mondo in questo momento sono tempi difficili, ha detto il ministro degli affari esteri: “La pandemia ha stravolto la vita di molti. La guerra è riapparsa in Europa. Pensavamo che ciò appartenesse al passato, ma purtroppo ci sbagliavamo”. Situazioni cui devono essere trovate delle soluzioni insieme, ha aggiunto. Anche per “combattere il cambiamento climatico che minaccia la nostra esistenza”.


vaschette di gelati
© Keystone / Ennio Leanza

C’è chi, con la grande calura, fa affari: si tratta dei produttori di gelati. Le elevate temperature che hanno caratterizzato tutto il 2022 fino ad oggi hanno fatto sì che nel secondo trimestre dell’anno le vendite di gelati abbiano raggiunto i 17,5 milioni di litri, ossia il 15% in più rispetto allo stesso periodo del 2021.

Un aumento che si spiegherebbe con un ritorno alla normalità, dopo due estati caratterizzate dalla pandemia di Covid-19. Sono infatti nuovamente organizzati grandi eventi all’aperto (festival, concerti e openair), nel corso dei quali aumentano le vendite.

In un comunicato diffuso oggi, l’associazione di categoria Glacesuisse sottolinea che c’è una correlazione diretta tra condizioni meteo e consumi di gelati e sorbetti. Lo dimostrano le vendite dei primi tre mesi dell’anno, risultati essere i più miti dall’inizio delle misurazioni nel 1854: nella Confederazione sono stati consumati 8 milioni di litri di dessert ghiacciati, un record. Una tendenza che era già stata osservata durante le canicole del 2015 e del 2018. Diminuiti invece i consumi nel 2014 e nel 2021, le cui estati sono state poco… estive.

E se le quantità di gelati e sorbetti mangiate in autunno dipendono anch’esse dalla meteo, così non è in inverno, i cui dati rimangono invariati indipendentemente dalle temperature.

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