Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori
noi svizzeri siamo fieri della nostra industria orologiera. Spesso però questi stessi orologi sono presi di mira dai ladri. In questi giorni si è letto più volte di furti di orologi di grande pregio, strappati ai proprietari per le strade dei centri cittadini. Non da ultimo all’attore francese Daniel Auteuil che si è visto scippare il proprio Patek Philippe da 40'000 euro a Napoli.
Oggi la stessa sorte è toccata a un 74enne svizzero tedesco a Lugano, avvicinato da una ragazza che gli ha chiesto se fosse interessato a una prestazione sessuale. Nonostante il rifiuto, il 74enne si è sentito toccare la mano e il braccio. Tornato a casa, dopo cinque minuti, si è accorto che sul suo polso non c’era più il suo amato Rolex.
Vi invito dunque a stare attenti. Oppure non girate con orologi di valore!
Joseph Blatter e Michel Platini sono stati assolti dal Tribunale penale federale di Bellinzona. Nessuna truffa, solo consulenza.
I due ex massimi dirigenti del calcio mondiale ed europeo erano accusati dal Ministero pubblico della Confederazione di reati quali truffa, amministrazione infedele, appropriazione indebita e falsità in documenti. In particolar modo i due dovevano rispondere di un presunto pagamento illegale di due milioni di franchi da parte della FIFA a Platini per non meglio precisate consulenze.
L’accusa ha sostenuto che il versamento fosse in realtà una “mazzetta”. In passato, i due erano considerati rivali per la presidenza della FIFA. L’ipotesi era quindi che i due milioni fossero in realtà un incentivo versato a Platini per convincerlo a rinunciare a candidarsi contro Blatter. Per questo erano stati chiesti 20 mesi sospesi per entrambi gli imputati.
I giudici di Bellinzona hanno sposato le tesi degli avvocati difensori, ritenendo i due ex dirigenti del calcio mondiale ed europeo innocenti e hanno stabilito un risarcimento di 20’000 franchi per Blatter. Platini vi ha rinunciato. L’ex stella del calcio francese potrà però riavere accesso ai circa 2 milioni di franchi congelati dal Ministero pubblico della Confederazione.
- La notizia dell’assoluzione data dal portale della RSICollegamento esterno e sulla RegioneCollegamento esterno.
- La vicenda della consulenza da due miloni di franchi su tvsvizzera.it.
UBS denunciata dall’ong elvetica Public Eye per riciclaggio di denaro e lacune nella sorveglianza.
L’azione legale – lanciata da Public Eye insieme alla Piattaforma di protezione degli informatori in Africa (PPLAAF) e all’associazione UNIS, una rete di lotta alla corruzione – fa seguito alle rivelazioni dell’inchiesta “Congo Hold-Up”, pubblicata a fine 2021 sul sito di Public Eye. Essa rivelava il possibile coinvolgimento di UBS nel riciclaggio di fondi pubblici congolesi sottratti dal clan di Kabila.
Nello specifico, la denuncia riguarda la condotta di Philippe de Moerloose, un uomo d’affari belga vicino all’ex presidente della Repubblica Democratica del Congo Joseph Kabila, e di UBS a Ginevra e Zurigo, dove il businessman avrebbe ricevuto fondi di “dubbia provenienza”, come scrive Public Eye in una nota odierna.
Secondo gli autori dell’indagine, de Moerloose, che faceva parte della cerchia del presidente, aveva ricevuto tra il 2012 e il 2013 19 milioni di dollari a Ginevra e Zurigo. I fondi milionari – secondo Pubic Eye – provenivano da una società agricola controllata dal clan Kabila per l’acquisto di materiale. Si ritiene però che la loro origine sia costituita da tangenti versate da aziende cinesi a leader congolesi in relazione a un contratto minerario.
- La notizia della denuncia su tio.chCollegamento esterno.
- Il comunicato Collegamento esternodi Public Eye che annuncia la denuncia.
- UBS condannata in Francia a una multa di 1,8 miliardi di euro per riciclaggio aggravato di frode fiscale, su tvsvizzera.it.
Il Consiglio federale non sta sottovalutando la crisi energetica, ha esaminato a fondo la questione e la Svizzera è sulla strada giusta.
A dirlo è il presidente della Confederazione Ignazio Cassis che risponde alle pesanti accuse mosse ieri sul foglio zurighese Neue Zürcher Zeitung dal presidente di Swissgas André Dosé. Per quest’ultimo, il pericolo che la Svizzera resti senza gas quest’inverno è serio. “La situazione è grave, ma il paese non si rende conto di quello che sta succedendo”, aveva denunciato Dosé.
Il presidente della Confederazione risponde a Dosé dalle colonne del quotidiano Blick: “Abbiamo adottato dei piani per l’approvvigionamento dell’energia”, sottolinea Cassis. Il ticinese non nasconde comunque che permane un po’ di incertezza. Nonostante ciò, Cassis respinge l’idea di chiedere alla popolazione di risparmiare energia, come in Germania.
Sul foglio popolare Blick, Cassis aggiunge convinto che la probabilità di un black-out in Svizzera è minima dato che la Confederazione è poco dipendente dalle energie fossili. Il presidente della Confederazione ricorda infatti che l’elettricità in Svizzera proviene soprattutto da fonti idroelettriche e nucleari: la preoccupazione avanzata da Dosé riguarda invece l’approvvigionamento di gas.
- L’intervista al presidente della Confederazione Ignazio Cassis sul sito del BlickCollegamento esterno.
- La risposta di Cassis a Dosé su blue NewsCollegamento esterno.
- L’allarme lanciato ieri da André Dosé su swissinfo.ch.
Arriva il primo impianto in Svizzera per la produzione di biocarburante da oli alimentari esausti e grassi animali.
Il progetto, del valore di 100 milioni di franchi (finanziati da un fondo di UBS dedicato alle aziende svizzere attive nella produzione di energia sostenibile), è portato avanti dalla società Helvoil. Lo stabilimento sarà costruito a Monthey in Vallese. “Presenteremo la domanda di costruzione entro la fine del mese e speriamo di ottenere il via libera entro la fine dell’anno”, ha indicato Luca Schenk, presidente del consiglio di amministrazione di Helvoil.
Se tutto andrà secondo i piani, la fabbrica aprirà i battenti a metà del 2024. Si prevede che produrrà 100’000 tonnellate di carburante all’anno, “sufficienti a coprire il consumo di tutto il traffico merci su strada tra Basilea e Chiasso per dodici mesi o a rifornire tutte le vetture diesel svizzere due volte all’anno”, ha spiegato Schenk.
Come hanno spiegato i promotori, una parte dell’olio proverrà da cucine industriali, mentre un’altra parte da punti di raccolta per privati. Il resto dovrà essere importato da paesi vicini come Francia, Italia e Germania. L’impianto di Monthey intende contribuire a una maggiore autosufficienza della Svizzera in termini di carburanti rinnovabili per il trasporto stradale, con emissioni di CO2 ridotte fino al 90%.
- La notizia è apparsa sul sito dell RSICollegamento esterno.
- Dieci anni fa nasceva in Svizzera la discussione se i biocarburanti fossero una buona soluzione, come nell’articolo su swissinfo.ch.
- Tutte le fonti per l’approvvigionamento di elettricità in Svizzera sul sito dell’Ufficio federale dell’energiaCollegamento esterno.
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