La televisione svizzera per l’Italia
pannelli solari su un prato

Oggi in Svizzera

Care lettrici, cari lettori,

Oggi, giovedì 2 giugno, in Italia si festeggia il giorno della Repubblica, mentre in Inghilterra iniziano le celebrazioni per il giubileo di platino della regina Elisabetta (70 anni di regno). E così un po’ di Royal Fever è arrivata anche nelle Alpi bernesi, grazie all’artista Gerry Hofstetter, che proietterà per alcuni giorni sulle fiancate di tre montagne (Eiger, Mönch e Jungfrau) la bandiera britannica, un’immagine della corona e il numero 70. Un progetto che, oltre a sottolineare i buoni rapporti che ci sono tra i due Paesi, è candidato a entrare nel Guinness dei primati come la più grande composizione di arte luminosa del mondo.

Se però i sette decenni di regno della monarca non vi interessano, qui sotto potete leggere le notizie del giorno.

soldati accanto a veicolo militare
Keystone / Martial Trezzini

L’esercito svizzero avrà più mezzi in futuro: oggi il Consiglio degli Stati ha approvato con 32 voti contro 11 la mozione che chiede un aumento progressivo delle spese per le forze armate a partire dal 2023 fino a raggiungere, nel 2030, circa 7 miliardi di franchi, ossia l’1% del PIL elvetico.  

Il testo, depositato dalle commissioni della politica di sicurezza di entrambe le Camere, godeva del sostegno del Consiglio federale ed è già stato accolto dal Consiglio nazionale in maggio.  

Gli oppositori chiedevano di evitare di prendere decisioni precipitose, temendo che l’esercito non sappia come utilizzare i mezzi supplementari. Chiedevano inoltre maggiore collaborazione con gli altri Paesi. 

I sostenitori dal canto loro, sostengono che in una situazione delicata come quella attuale (il conflitto in Ucraina), la Confederazione non può contare unicamente su sostegni esterni, ma deve essere in grado di difendersi con mezzi necessari qualora ciò si rendesse necessario. 

mezzo busto di donna bionda con occhiali e rossetto rosso che si aggiusta i capeli con la mano sinistra
© Keystone / Laurent Gillieron

La segretaria di Stato elvetica Livia Leu ha risposto in una lettera aperta alle domande di Bruxelles riguardo alla posizione della Svizzera nei confronti dell’UE.

La Confederazione, si può leggere nella missiva, rispetta “l’omogeneità del mercato interno”, ma il fatto che non abbia gli stessi diritti degli Stati membri dell’UE deve essere preso in considerazione. Questo statuto va tenuto presente anche nell’ambito dell’adozione degli sviluppi del diritto comunitario.

Leu inoltre chiede la partecipazione di esperti svizzeri alla stesura di testi giuridici per quanto riguarda la libera circolazione delle persone, chiarendo che Berna ha bisogno di eccezioni.

Ha poi insistito sulla necessità di garantire in futuro la partecipazione di Paesi terzi ai programmi dell’UE, in particolare il programma di ricerca dell’UE “Horizon Europe“, ma anche “Erasmus Plus“, da cui la Confederazione è attualmente esclusa. Infine, la diplomatica ha chiarito che “la modernizzazione dell’accordo di libero scambio non fa parte del pacchetto proposto”, poiché questo sovraccaricherebbe i negoziati.

pannello con scritte in ucraino e inglese appeso a una ringhiera
© Keystone / Michael Buholzer

Dei 54’000 profughi ucraini giunti in Svizzera dall’inizio del conflitto, solo 2’000 lavorano. Secondo la ministra della giustizia Karin Keller-Sutter, le cause di questa situazione sono multiple.

Innanzitutto, chi arriva nella Confederazione dall’Ucraina, è confrontato con il problema della lingua. “Il Governo ha messo a disposizione dei Cantoni 3’000 franchi a persona per l’integrazione linguistica”, ha dichiarato Keller-Sutter in occasione di un evento con i media.

Tra i problemi incontrati dagli ucraini in possesso dello statuto “S”, anche la difficoltà di spostamento da un cantone all’altro: “Il Consiglio federale non ha voluto applicare la chiave di ripartizione questa volta, i rifugiati dovrebbero andare dove hanno dei conoscenti e trovare una sistemazione. La maggior parte di loro è andata nelle città. Sono poi i Cantoni ad aver chiesto che queste persone venissero redistribuite proporzionalmente su tutto il territorio”.

È di oggi anche la notizia che la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha deciso di revocare lo statuto di rifugiato a chiunque torni in patria per più di 15 giorni a trimestre. Da questo provvedimento sono escluse le persone in grado di dimostrare che lo scopo del soggiorno è quello di preparare il rientro definitivo nel Paese d’origine oppure chi deve prolungare il soggiorno per cause di forza maggiore.

scorcio di autostrada con veicoli
© Keystone / Gaetan Bally

La Camera bassa del parlamento elvetico ha approvato oggi due mozioni che chiedono di sfruttare le infrastrutture stradali e ferroviarie per installarvi pannelli fotovoltaici.

Due i testi sottoposti al voto: il primo chiede che le Ferrovie federali svizzere (FFS) e l’Ufficio federale delle strade (USTRA) sfruttino il potenziale di ripari fonici, facciate, tetti e coperture di infrastrutture esistenti per installarvi pannelli solari; il secondo chiede all’USTRA di mettere gratuitamente a disposizione di terzi superfici per la costruzione di impianti fotovoltaici su ripari fonici, coperture e semicoperture autostradali, rotatorie di svincolo e scarpate lungo le strade nazionali.

Procedendo in questo modo, rivela uno studio, potrebbe venire prodotta in maniera pulita la corrente elettrica sufficiente per coprire le esigenze di 22’000 famiglie (ossia 101 GWh all’anno).

Queste mozioni, ha dichiarato la consigliera federale Simonetta Sommaruga, ministra dell’energia e dell’ambiente, non sono la soluzione a tutti i problemi, ma il potenziale delle pareti antirumore costituisce un piccolo contributo, non disprezzabile, rispetto al potenziale degli impianti fotovoltaici nazionali (ossia inclusi tetti e facciate degli edifici).


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