La televisione svizzera per l’Italia
donna guarda smartphone

Oggi in Svizzera

Care lettrici, cari lettori,

un'inchiesta della radiotelevisione della Svizzera tedesca SRF ha rivelato che le automobili odierne ci spiano tramite un sistema di raccolta di dati chiamato "Event Data Recorder" che registra diverse informazioni che non si sa chiaramente dove e come vengano immagazzinate o se vengano trasmesse in altri Paesi.

Non so voi, ma io non mi preoccupo più di quel tanto: il mio smartphone raccoglie e usa già ogni minimo dettaglio di qualsiasi mia azione quotidiana, quindi che sia l'auto a farlo, mi cambia poco. 

Buona lettura!

pistola con magazzino estratto
Keystone / Dominic Favre

L’aumento di richieste di armi nella Confederazione delle ultime settimane è concomitante con l’inizio della guerra in Ucraina, ma è ancora troppo presto per dire se sia questa la causa principale dell’incremento.

A Winterthur, per esempio, spiega Michael Wirz, portavoce della polizia municipale, ai colleghi svizzerotedeschi di SRF, “si tratta di un aumento di circa il 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”: a metà aprile 2021 le richieste erano circa 80, quest’anno 127. Anche in altri cantoni a nord delle Alpi è stata osservata la stessa tendenza: quasi il doppio a Zurigo e oltre il 60% a San Gallo.

Secondo Tibor Szvircsev Tresch dell’Accademia militare del Politecnico federale di Zurigo (ETHZ), l’aumento delle richieste potrebbe essere legato a quanto sta accadendo in Ucraina poiché l’acquisto di una pistola è spesso dovuto da una situazione di insicurezza personale.

A corroborare questa ipotesi c’è anche l’ultimo sondaggio sulla sicurezza, dal quale è emerso che, anche a causa di numerosi avvenimenti durante la pandemia di Covid-19, “la sicurezza personale è diventata più importante”.

mano con telefonino davanti a schermo con loghi di servizi di pagamenti digitali
Keystone / Silas Stein

La digitalizzazione della vita quotidiana in Svizzera ha perso slancio con la graduale eliminazione delle misure di protezione contro il Covid. Meno persone usano regolarmente servizi di streaming e social media e partecipano meno a videoconferenze.

È quanto emerge dal sondaggio “Osservatorio della società digitale e della solidarietà 2022” realizzato dal centro di ricerca Sotomo per conto della Fondazione Sanitas. Il 50% dei partecipanti ha detto di usare regolarmente i servizi di streaming (nel 2021 erano il 60%). La proporzione di utenti regolari è comunque più alta rispetto a prima della pandemia: nel 2019 era infatti del 37%.

La spinta alla digitalizzazione innescata dalla pandemia si nota ancora anche per quanto riguarda l’uso di software per  videoconferenze e videotelefonia. La percentuale di coloro che usano regolarmente queste tecnologie è scesa dal 59 al 50% nell’anno in corso rispetto al 2021. All’inizio del 2020 era solo il 33%.

L’uso dei social media, che aveva raggiunto un picco nel 2020, è rimasto invariato nel 2021 (67% degli interrogati), ma ora è calato al 59%, solo due punti percentuali sopra il livello del 2019. Lo studio si basa su un sondaggio online condotto dal 10 al 30 gennaio. Sono state reclutate 2’450 persone e il campione è stato ponderato per essere il più vicino possibile alla popolazione complessiva, spiega Sotomo.


bicchiari con spumante
Keystone / Franco Greco

Dopo il crollo vissuto nel 2020 dovuto alla crisi sanitaria, nel 2021 il consumo di vino in Svizzera è stato protagonista di un rimbalzo, raggiungendo i 255 milioni di litri (+4,9 milioni rispetto al 2021). A darne notizia, giovedì, è stato l’Ufficio federale dell’agricoltura.

Il forte incremento è dovuto soprattutto ai vini bianchi (+4 milioni di litri, per un totale di 88,2 milioni), che ha toccato i valori più alti dal 2013. Stabili invece i rossi (+0,8 milioni, per un totale di 167 milioni).

Il consumo dei vini rossocrociati è cresciuto del 2,8% su base annua, ma la loro quota di mercato è diminuita dello 0,7%, fermandosi al 35,4%.

La progressione, quindi, è dovuta al consumo di prodotti esteri: anche in questo caso i vini bianchi hanno goduto della maggiore crescita (+14,8%), contro quella più moderata dei rossi (+3,4%). Per quanto riguarda gli spumanti, prosegue la tendenza al rialzo: ne sono stati consumati 23,5 milioni di litri (+14,2% rispetto allo scorso anno).

primo piano di donna, fotografata da lontano nello spazio tra due schermi di computer
© Keystone / Anthony Anex

Se il prossimo 15 maggio il popolo svizzero dovesse bocciare alle urne l’aumento del contributo elvetico all’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), la Confederazione potrebbe essere costretta a uscire dallo spazio Schengen: ne è convinta la deputata verde liberale Tiana Moser, che si batte per il “sì”.

“Dopo l’attacco russo all’Ucraina, il bisogno di sicurezza è aumentato notevolmente in tutta Europa, anche in Svizzera. Di conseguenza, è cresciuta anche la consapevolezza della necessità di unirsi e di cooperare tra Paesi che la pensano allo stesso modo”, ha dichiarato Moser.

Secondo lei, in un momento come questo, è venuto a crearsi un forte legame della Svizzera con i Paesi europei (e quindi con l’UE) anche nel campo della sicurezza e della migrazione attraverso la partecipazione della Confederazione a Schengen: “È un peccato metterla a repentaglio”.

Le discussioni non si svolgono solo in Svizzera, però: il Parlamento europeo si rifiuta di approvare i conti di Frontex per l’anno 2020 a causa delle forti critiche dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF). Per alcuni, un segno dello stato di sfacelo della politica d’asilo europea: “Anche in Svizzera si commettono errori in ambito di asilo. È importante affrontare la situazione e migliorarla. Il nuovo progetto Frontex mira proprio a questo: saranno nominate 40 persone a rappresentanza dei diritti fondamentali e l’agenzia sarà meglio controllata”. Frontex, aggiunge poi Moser, “sostiene i Paesi alle frontiere esterne dell’Europa, che sono anche le nostre frontiere. Non possiamo stare in disparte e lasciar fare il lavoro ad altri”.

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