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Oggi in Svizzera

Care lettrici, cari lettori, 

la situazione meteorologica preoccupa gli esperti elvetici: molti settori hanno sofferto della siccità che ha caratterizzato l’inverno che ci siamo da poco lasciati alle spalle. A sud delle Alpi, in particolare, si temono incendi boschivi (qualche settimana fa il monte Gambarogno è bruciato per giorni e poche ore fa è scoppiato un altro rogo nelle Centovalli).  

Non che fuori dalla Svizzera la situazione sia migliore: in Antartide si sono registrate temperature di -11 gradi in questo periodo, quando la norma dovrebbe essere intorno ai -50.  

Altre notizie che hanno caratterizzato la giornata odierna le potete leggere qui sotto.  

medici in sala operatoria
© Keystone / Gaetan Bally

Secondo la “Statistica medica 2021” presentata mercoledì dalla Federazione dei medici svizzeri (FMH), il numero di dottoresse e dottori attivi in Svizzera è in aumento, ma la Confederazione diventa ogni anno sempre più dipendente dall’estero.  

Lo scorso anno, si contavano sul suolo elvetico 39’222 medici in attività, in aumento dell’1,9% (720 persone) rispetto al 2020. Questa crescita è dovuta principalmente all’incremento del numero di dottoresse in attività (+694), mentre tra gli uomini si è registrata soltanto una lieve progressione (+26). La parità in questo campo è sempre più vicina: in percentuale, la quota di donne nel personale medico ha raggiunto a fine 2021 il 44,9%. A titolo di paragone, la proporzione di dottoresse nel 2000 era del 29,1%. 

Degli oltre 39’500 professionisti e professioniste che esercitano in Svizzera, 15’077 hanno ottenuto la loro laurea in medicina all’estero. Rispetto all’anno precedente, la quota è aumentata dell’1%, raggiungendo il 38,4%. 

Si tratta di una tendenza in atto da ormai sette anni e la maggior parte di dottoresse e dottori stranieri proviene dalla Germania (51,8%). Seguono Italia (9,2%), Francia (7,2%) e Austria (6,0%). Nel settore ambulatoriale la percentuale è del 36,4%, contro il 40,7% del settore ospedaliero. La FMH ha fatto sapere che questa dipendenza dall’estero è destinata ad aumentare anche in futuro.  

manifestanti con cartelli contro la guerra
© Keystone / Laurent Gillieron

Quasi tre svizzeri su quattro sostengono le sanzioni prese dalla Confederazione contro la Russia. A rivelarlo è un sondaggio pubblicato mercoledì dalle testate del gruppo Tamedia.  

Il sondaggio si basa su un campione di 12’437 persone ed è stato realizzato lo scorso 12 marzo. Il 61% di chi è stato interrogato si è detto del tutto favorevole al fatto che la Confederazione riprenda le sanzioni decise da Bruxelles, mentre il 14% si è detto abbastanza favorevole

Al contrario, il 17% si è pronunciato contro le misure, mentre il 7% ha detto di essere abbastanza contrario

In poche settimane, quindi, c’è stata un’evoluzione dell’opinione pubblica: uno studio simile, svolto il 27 febbraio (una settimana dopo lo scoppio della guerra in Ucraina), aveva rivelato che solo la metà della popolazione (il 51,6% per la precisione) vedeva di buon occhio l’introduzione delle sanzioni.


due computer portatili con grafici
© Keystone / Peter Klaunzer

La task force Covid-19 istituita dal Governo svizzero ha tenuto ieri quella che dovrebbe essere la sua ultima conferenza stampa prima di essere sciolta alla fine del mese. Le cifre dei contagi continuano però a restare alte e alcuni esperti sono inquieti. 

Secondo i medici cantonali, infatti, le cifre sarebbero molto più alte: pochi giorni fa Rudolf Hauri, presidente dell’Associazione nazionale dei medici cantonali, ha dichiarato, in un’intervista rilasciata alla NZZ am SonntagCollegamento esterno, che le infezioni giornaliere sarebbero 150’000.  

L’aumento dei contagi – definito ieri “inquietante” dal medico cantonale ticinese Giorgio Merlani – non preoccupa però l’UFSP che, oltre allo scioglimento del gruppo di esperti alla fine del mese, prevede la revoca (che deve ancora essere confermata dall Consiglio federale) delle ultime misure ancora in vigore in Svizzera (l’obbligo di mascherina sui trasporti pubblici e di isolamento in caso di contagio).  

Dall’inizio della pandemia, i contagi registrati nella Confederazione sono stati 3,38 milioni e i decessi 12’991. Attualmente risulta essere vaccinato – con almeno una dose – il 70,12% della popolazione. Al 69,13% delle svizzere e degli svizzeri ne sono state somministrate almeno due, mentre al 41,94% è stato inoculato anche il booster.  

  • “Covid-19, perché non è ancora possibile misurare l’immunità”: un articolo della mia collega Jessica Davis Plüss 

  • Tutti gli ultimi aggiornamenti di SWI Swissinfo.ch sulla pandemia: la situazione e i numeri in Svizzera  

  • La notizia dell’ultima conferenza stampa della task force Covid-19 sul nostro sito 

mano che compila schedina euromillions
Keystone / Benoit Vanzeveren

Il marito della vincitrice di una delle maggiori somme mai vinte in Svizzera all’Euromillions (183,9 milioni di franchi) è deceduto alla fine della scorsa settimana all’età di 59 anni. La notizia non avrebbe nulla di strano se non fosse per il fatto che la moglie, Olivia K., è morta all’inizio dello scorso mese di settembre. 

La coppia ha avuto poco tempo per godersi l’incredibile monte premi vinto il 2 ottobre 2018. Olivia dopo la vincita aveva continuato a lavorare come cameriera nel villaggio dove viveva con il marito e si era dimessa solo quando le è stato diagnosticato il tumore che le è poi stato fatale. 

Dopo la morte della moglie, Bernard è rimasto nella casa che condividevano, assicurandosi di donare ogni anno una parte delle vincite a organizzazioni di beneficenza.  

Stando al quotidiano svizzerotedesco Blick, che riporta la notizia, specificando che i nomi dei protagonisti della storia sono stati cambiati, non è chiaro chi erediterà ora il denaro. La coppia, infatti, non aveva figli e una parte della vincita è già stata donata ai fratelli della vincitrice che vivono in Germania.  

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