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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

siete leggermente attempati o avete qualche ulteriore primavera al vostro attivo e non vi riconoscete troppo nell'attuale contesto musicale? Beh, allora forse, se vi troverete in vacanza in Svizzera nei prossimi mesi più caldi, vi converrà appuntarvi questa data: 17 giugno.

Al Wankdorf di Berna infatti andrà in scena, dopo cinque anni di assenza, l'unico concerto in Svizzera dei Rolling Stones. La famosa band britannica celebrerà con una tournée i 60 anni di successi internazionali e farà tappa nel nostro paese.

Considerata l'anagrafe dei protagonisti potrebbe trattarsi dell'ultima occasione per immergersi nel sound anni '60 e '70 che ha caratterizzato un'epoca.

In caso contrario potrete verificare se sia più vicino a voi un altro dei 14 appuntamenti previsti dal tour Sixty delle "pietre rotolanti" d'oltre Manica. Ma anche se non vi piace il genere vi consigliamo di proseguire nella lettura delle altre notizie odierne dalla Confederazione.

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© Keystone / Gaetan Bally

I contagi, come un po’ in tutta Europa, sono tornati a salire in Svizzera. Nel fine settimana (da venerdì a domenica) ne sono stati contati 69’147, vale a dire 1’047 in più in sette giorni, anche se le ospedalizzazioni segnano il passo.


Si tratta di un’evoluzione costante a cui si assiste dalla recente revoca delle restrizioni che erano state adottate da Berna per contenere la pandemia. Proprio ieri l’epidemiologo Marcel Salathé, sulla SonntagsZeitung, aveva definito la situazione sanitaria “preoccupante” e aveva messo in guardia da ulteriori precipitose decisioni in materia.  

“Date le cifre attuali, attenderei prima di eliminare completamente l’obbligo di indossare mascherine nei treni e negli autobus”, ha affermato il professore del Politecnico federale di Losanna (EPFL), per il quale converrebbe anche mantenere l’isolamento delle persone a contatto con i positivi.

Per la maggior parte delle persone, ha proseguito Marcel Salathé, sarà inoltre raccomandabile una quarta vaccinazione nel prossimo autunno. Proprio negli scorsi giorni il governo federale aveva fatto sapere che acquisterà, a titolo precauzionale, 14 milioni di dosi per il 2023 (7 milioni del preparato di Pfizer/BioNTech e altrettanti di Moderna), con un’opzione di acquisto per ulteriori 14 milioni di vaccini.

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© Ti-press

A sud delle Alpi l’inverno, che dal profilo meteorologico è terminato a fine febbraio, è risultato il più mite e asciutto dal 1864, e anche il più soleggiato dall’inizio delle misurazioni (1961), secondo quanto ha segnalato MeteoSvizzera.

La temperatura della stagione invernale (così come del resto quella delle altre stagioni), ha subìto negli ultimi decenni un forte aumento: sette dei primi dieci inverni più miti mai misurati si sono verificati dopo l’anno 2000, tre fra il 1989 e fine secolo.

Ma il primato assoluto riguarda il numero di ore di sole registrate tra dicembre e febbraio: le stazioni di Locarno Monti e Lugano ne hanno calcolate 531 (nel 2002 sono state 490), il valore di gran lunga più elevato da 60 anni a questa parte.

Scarsissime pure le precipitazioni – anche nevose – che non hanno superato il 22% della norma 1991-2020: in effetti è stato il quarto inverno più asciutto dal 1864 (a Locarno Monti sono stati misurati appena 39.7 mm, a fronte di una media 1991-2020 di 223 mm).

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© Keystone / Christian Beutler

Nella Confederazione è rimasta una sola località, in cui non vengono superati i due franchi per un litro di carburante ed è Samnaun, comune alpino engadinese che con la vicina Val Sampuoir è la sola zona franca della Svizzera.

E verso questa località retica in altura – dove non si applicano le normali regole doganali e non vengono prelevati gli abituali tributi sulle importazioni (come avviene a Livigno, in Valtellina) – sono numerosi i turisti del pieno che affluiscono da giorni, dalla vicina Austria.

Non solo da oltre confine però: con la vertiginosa crescita dei prezzi delle fonti fossili causata dal conflitto ucraino, anche i conducenti confederati sono invogliati a riempire il loro serbatoio, magari al termine di una sciata in una delle vicine piste che offre il comprensorio di Samnaun. 

Da diversi anni si discute in Svizzera, soprattutto a livello federale, in merito a questa zona franca, che alcuni ritengono non più giustificata. Un tema che si propone in occasione dei ricorrenti dibattiti su Iva, tasse doganali e tasse sugli oli minerali. Ma per il momento i commercianti del piccolo comune a 1’800 metri di altitudine continuano a godere di queste esenzioni.

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© Keystone / Gaetan Bally

Il conflitto in Ucraina penalizza la ripresa del post-pandemia e le previsioni di crescita del prodotto interno lordo in Svizzera per il 2022 sono state corrette al ribasso, dal 3,2% di dicembre al 3,0% attuale, dalla Segreteria di Stato dell’economia (Seco).

Per gli esperti della Confederazione quanto sta avvenendo nell’Est Europa pesa sulle prospettive economiche e comporta rischi congiunturali importanti. Tuttavia, viene sottolineato, l’economia elvetica parte da condizioni relativamente buone e per il prossimo anno viene confermata una progressione dell’1,7% del Pil.

Si sta assistendo a una ripresa della domanda interna e l’andamento del mercato del lavoro è ritenuto molto favorevole. Nei prossimi mesi, inoltre, in seguito alla revoca di gran parte delle misure sanitarie anti-Covid, si prevede una netta ripresa nel terziario, soprattutto nei settori alberghi, ristorazione, cultura e tempo libero.

Le incognite riguardano le catene di approvvigionamento energetico e delle materie prime e la possibile recessione internazionale che potrebbe colpire i principali partner commerciali della Svizzera. In queste eventualità le ripercussioni per la nostra economia sarebbero ben più pesanti.

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