
Oggi in Svizzera
Care lettrici, cari lettori,
Dopo due anni di “nuova normalità”, si torna alla “vecchia normalità” (vedi la prima notizia qui sotto). La ritrovata libertà, però, riporta a vecchi obblighi, e non me ne vogliano i signori se li escludo da questa mia osservazione: ricominciare ad occuparsi del trucco della metà inferiore del viso, finora comodamente nascosta dalla mascherina.
Ecco, mentre io vado a rispolverare i rossetti, vi lascio alla lettura delle notizie più importanti di oggi.

Dopo diverse anticipazioni, ora è ufficiale: da domani, giovedì, vengono abolite in Svizzera quasi tutte le restrizioni legate alla pandemia. Lo ha fatto sapere oggi il Consiglio federale.
Non ci sarà più l’obbligo di certificato Covid in palestre, bar, ristoranti e musei e non ci saranno più restrizioni per gli incontri privati. La mascherina, inoltre, dovrà essere indossata solo nelle strutture socio-sanitarie (ospedali e case per anziani, in primis) e sui trasporti pubblici. Revocato anche l’obbligo di telelavoro.
Il Governo ha deciso invece di mantenere per ora l’obbligo di isolamento per cinque giorni per le persone contagiate dal virus. Le quarantene, ricordiamo, sono già state abolite nelle scorse settimane. I provvedimenti resteranno in vigore sino a fine marzo, ma potranno essere revocati prima a seconda della circolazione del virus.
Gli allentamenti sono giustificati dall’andamento dei contagi, che nella Confederazione si sono ridotti del 24% in una settimana, dopo aver toccato un picco tre settimane fa. “L’evoluzione della pandemia è favorevole e ci permette di fare un passo verso la normalità. La luce è all’orizzonte“, ha dichiarato il presidente della Confederazione Ignazio Cassis.
- La notizia sulla nostra pagina
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La pandemia sta lasciando il segno sulle casse federali: i risultati provvisori del Consuntivo 2021, di cui il Governo è stato informato oggi, mercoledì, parlano di un deficit pari a 12,2 miliardi di franchi, a fronte dei 6,1 miliardi di disavanzo preventivati.
La Confederazione ha speso lo scorso anno 14 miliardi per fronteggiare la pandemia. Di questi, 12,3 miliardi sono stati contabilizzati come uscite straordinarie. Complessivamente, comunque, le uscite da ricondurre al Covid-19 sono state leggermente più contenute rispetto al 2020 (-900 milioni).
Un deficit raddoppiato rispetto a quanto inizialmente preventivato, nonostante le entrate siano aumentate del 5,6% (76,1 miliardi). L’incremento maggiore è stato registrato dall’imposta sul valore aggiunto (+1,4 miliardi) e dall’imposta federale diretta (+1,2 miliardi). È pure aumentato l’utile distribuito dalla Banca nazionale svizzera (BNS): + 700 milioni.
Malgrado l’esercizio in rosso, le finanze della Confederazione continuano a godere di buona salute. Ad esempio, tra il 2020 e il 2021 il debito pubblico è aumentato, passando da 104 a 109 miliardi di franchi. Tuttavia, il tasso d’indebitamento rappresenta meno del 20% del prodotto interno lordo (PIL).
- La notizia riportata da tio.chCollegamento esterno
- Il comunicato stampaCollegamento esterno del Consiglio federale
- Dall’archivio di SWi swissinfo.ch: “La crisi, un’occasione per migliorare il freno all’indebitamento?”

Nel 1937 l’Università di Losanna conferì a Benito Mussolini un dottorato honoris causa e ora sempre più persone si stanno mobilitando affinché questo titolo venga ritirato a titolo postumo. Il rettorato ha ammesso che l’ateneo compì un passo falso, ma ritiene che ritirare la distinzione sarebbe complicato.
L’Università di Losanna decise di “premiare” il dittatore “per aver concepito e realizzato nella sua patria un’organizzazione sociale che ha arricchito la scienza sociologica e che lascerà una traccia profonda nella storia”.
Mussolini aveva frequentato per alcuni mesi la Facoltà di scienze sociali e politiche dell’Università di Losanna e per due anni, a partire dal 1902, aveva soggiornato in Svizzera per evitare il servizio militare e per sfuggire alla povertà.
La controversia legata al dottorato di Mussolini aveva già suscitato polemiche anni fa, ma è riemersa di recente in seguito a un’esposizione al Museo di Storia di Losanna sulla presenza italiana nella città e nella quale veniva presentato il titolo conferito al dittatore.
- La notizia riportata da rts.chCollegamento esterno (in francese)
- “La lunga ombra del dottor Mussolini”: un articolo del mio collega Andrea Tognina
- L’opinione di Stéfanie PreziosoCollegamento esterno (in francese)

La multinazionale elvetica Novartis è diventata nel settembre 2020 la prima azienda farmaceutica (e la terza impresa al mondo) a emettere obbligazioni ESG (Sustainability Linked Bonds), ossia obbligazioni legate alla sostenibilità. Se il nuovo strumento finanziario proposto dalle altre due ditte è legato a obiettivi di tutela ambientale, quello di Novartis ha invece obiettivi a sfondo sociale nel campo della produzione e vendita di farmaci.
L’obbligazione, che scadrà nel 2028, ha un tasso di interesse dello 0% ma, qualora Novartis non riuscisse a raggiungere gli obiettivi preposti dovrà pagare agli obbligazionisti un interesse moratorio dello 0,25%.
Non tutti, però, sono convinti che il gigante farmaceutico lo faccia per migliorare l’accessibilità ai farmaci alle popolazioni più povere. I critici sottolineano la mancanza di trasparenza negli obiettivi dell’azienda e nelle relative misurazioni, mettendo in dubbio che il bond sia davvero in grado di favorire un reale ampliamento dell’accesso ai farmaci.
C’è però anche chi ha una visione positiva di quanto Novartis sta cercando di fare: secondo la Access to Medicine Foundation Collegamento esternoil fatto di puntare a vendere più farmaci anziché focalizzarsi solo sul profitto è un “cambiamento positivo”.
- L’approfondimento della mia collega Jessica Davis Plüss
- Cosa sono le ESG: un’infografica di SWI swissinfo.ch

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