
Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Non volevamo tediarvi per l'ennesima volta con pandemia e opinioni di virologi e no-vax ma forse oggi si incomincia a intravvedere uno spiraglio in fondo al tunnel. Nel pomeriggio il governo ha deciso il primo allentamento delle misure adottate contro il Covid.
È solo un primo passo ma è pur sempre un segnale che va accolto con favore, dopo tante settimane di bollettini ansiogeni quotidiani, in vista di un recupero di quasi normalità che ci promette la bella stagione in arrivo nei prossimi mesi. Ma come potrete constatare oggi nella Confederazione è successo anche dell'altro,
buona lettura.

Da domani vengono revocate le quarantene e il telelavoro obbligatorio in Svizzera, per il resto delle restrizioni occorrerà attendere l’evoluzione epidemiologica delle prossime settimane prima di procedere a ulteriori allentamenti, su cui dovranno esprimersi anche i cantoni.
Nella seduta odierna il Consiglio federale ha preso atto del miglioramento della situazione negli ospedali (in particolare nei reparti di terapia intensiva), nonostante il numero elevato di contagi, e della quota rilevante di vaccinati nella popolazione che consentono di iniziare ad attenuare le misure contro il Covid-19.
Se sarà superato a breve il picco pandemico è possibile che il 17 febbraio sparisca buona parte dei provvedimenti vigenti (obbligo del certificato Covid nei luoghi al chiuso, mascherina nei trasporti pubblici e nei negozi, limitazioni agli incontri privati, autorizzazioni per i grandi eventi). In pratica resterebbero essenzialmente solo l’isolamento per i positivi e l’obbligo di piani di protezione per le grandi manifestazione.
Se la situazione resterà invece incerta si procederà per gradi, iniziando dalla soppressione del certificato Covid per ristoranti e altri locali al chiuso e dei limiti alle riunioni provate. Occorre aggiungere che Berna propone anche la revoca del test obbligatorio per i viaggiatori non vaccinati (o che sono nel frattempo guariti) in entrata nel paese.
- Le novità annunciate oggi dal governo federale in tema di pandemia riportate da rsi.chCollegamento esterno.
- Ne riferisce anche tio.chCollegamento esterno.
- La situazione in Svizzera aggiornata costantemente da swissinfo.ch e tutti i dati della pandemia pubblicati dal sito dell’Ufficio federale di sanità pubblicaCollegamento esterno.
Altri sviluppi

Dei quattro oggetti in votazione il prossimo 13 febbraio solo l’iniziativa popolare che propone di limitare la pubblicità di sigarette e tabacchi sembra godere i favori dell’elettorato elvetico che lo scorso 23 gennaio, data del rilevamento del sondaggio Ssr, l’avrebbe accolta con il 63% dei sì.
I contrari al testo che vuole tutelare la salute dei giovani sono però aumentati di 10 punti percentuali, soprattutto tra gli elettori di destra (Plr e Udc) e nelle zone rurali del paese della Svizzera Tedesca. L’altra iniziativa che mira al divieto di sperimentazione sugli animali e le leggi federali sull’abolizione della tassa di bollo e sui finanziamenti ai media privati non hanno invece l’adesione della maggioranza degli svizzeri.
La prima verrebbe bocciata dal 68% degli intervistati (6% di indecisi). Da notare che i favorevoli alla proposta, poco più di un quarto del campione demoscopico, sono scesi di 19 punti in un mese. Per gli esperti dell’istituto gfs che ha condotto il sondaggio prevale l’opinione che la Svizzera, dove vigono già norme restrittive sulla sperimentazione sugli animali, debba rimanere competitiva nella ricerca.
Si è rafforzato anche il fronte dei contrari all’abolizione della tassa di bollo per le società, passato dal 49% al 53% nelle ultime quattro settimane. Più combattute le norme approvate dalle Camere federali sugli aiuti economici ai media privati, che sono sostenute dal 46% dell’elettorato, 3 punti percentuali in meno dei contrari (con il 5% di indecisi).
- L’approfondimento della collega Katy Romy sul sondaggio condotto dall’istituto gfs per la Ssr.
- Gli oggetti in votazioni presentati da swissinfo.ch.
- Sul voto del prossimo 13 febbraio le spiegazioni multimediali pubblicate sul sito della ConfederazioneCollegamento esterno.

Berna non intende concedere alcun risarcimento alla famiglia siriana in fuga dalla guerra che sette anni fa ha subito la perdita del bimbo, che la madre stava per dare alla luce, alla frontiera tra Domodossola e Briga (Vallese). Giovedì la vertenza approda al Tribunale amministrativo federale di San Gallo.
Nonostante le richieste di aiuto della donna sofferente, che era al settimo mese di gravidanza, l’ufficiale delle guardie di confine svizzere fece salire la famiglia Jihed sul treno alla stazione di Briga per rispedirla in Italia, dove avvenne l’aborto spontaneo.
Per quella vicenda il funzionario federale è stato condannato nel 2018 per lesioni semplici ma non per omicidio, dato che per i giudici il decesso del feto è avvenuto prima dell’arrivo della madre in Vallese.
Ora i giudici amministrativi dovranno pronunciarsi sulla richiesta di indennizzo di 300’000 franchi avanzata dal legale della famiglia che ora risiede in Germania. Il Dipartimento delle finanze (Dfe), che non si ritiene responsabile, si rifiuta di pagare, anche se l’Amministrazione delle dogane – che dipende dal Dfe – è dell’avviso contrario, sostenendo espressamente che un risarcimento fino a 10’000 franchi è giustificato. Sulla lite deciderà ora la corte federale.
- La notizia dell’imminente udienza a San Gallo riportata da watson.chCollegamento esterno (in tedesco).
- Il resoconto del processo d’appello celebratosi nel 2018 a carico della guardia di confine vallesana di tvsvizzera.it e laregione.chCollegamento esterno.
- Per quei fatti sono state condannati nel maggio scorso anche altre tre guardie di confine vallesane (da laregione.chCollegamento esterno).

Gli esosi costi e le restrizioni previste dalle banche elvetiche per i residenti all’estero sono uno dei principali crucci per i nostri espatriati. Ma ora forse una soluzione sembra affacciarsi, grazie alle neo-banche o banche digitali.
A differenza dei servizi online offerti dagli istituti finanziari tradizionali, le neo-banche hanno generalmente il grande vantaggio di applicare spese di gestione e tassi di cambio estremamente favorevoli.
Pur operando in una dimensione virtuale, esse devono ottenere una concessione dall’istituto di sorveglianza Finma e sono sottoposte alle norme bancarie elvetiche, al pari di quelle tradizionali.
Va detto che spesso i servizi offerti esclusivamente attraverso dispositivi elettronici sono solo quelli di base – pagamenti, panoramica del conto, senza possibilità di ottenere linee di credito – e non sono accessibili agli svizzeri residenti in determinati paesi. Inoltre, sono teoricamente soggette ai rischi del web (pirataggio, panne informatiche). Ma in molti casi le loro prestazioni sembrano proprio coincidere con le esigenze dei rappresentanti della Quinta Svizzera.
- Per una panoramica piuttosto esaustiva delle banche digitali elvetiche e i loro servizi vi rimandiamo all’articolo pubblicato oggi da swissinfo.ch.
- L’approfondimento multimediale di rsi.chCollegamento esterno sulle banche digitali che stanno conoscendo un crescente interesse tra i clienti elvetici.
- L’articolo del collega Matthew Allen su una di queste banche digitali elvetiche che offrono servizi anche agli espatriati.
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