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Parchi divertimento.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Come molti di voi sapranno, è abitudine elvetica testare, una volta all’anno, tutti i tipi di sirene d’allarme. Per il 2022, questo test verrà fatto la settimana prossima, il 2 febbraio. Alle 13.30 verranno infatti attivate le sirene per l’allarme generale, che hanno un suono modulato e regolare, della durata di un minuto. Dalle 14.15 fino alle 15 sarà il turno delle sirene a valle di sbarramenti idrici, che emettono dodici suoni continui e gravi in sequenze di 20 secondi ad intervalli di dieci secondi.

Contemporaneamente, verrà verificata la funzionalità anche dei canali d’informazione Alertswiss, annuncia un comunicato dell’Ufficio federale della protezione della popolazione, precisando che il numero di utenti dell’app - creata appunto per le emergenze - ha ormai raggiunto quota 1,2 milioni di utenti. Dopo questa curiosità, vi lascio alle altre notizie odierne.

Buona lettura!

Esercito
Keystone / Jean-christophe Bott

Fa discutere in Svizzera, la qualità di milioni di esemplari di mascherine protettive distribuite dall’esercito svizzero, ritenute scadenti. La vicenda è raccontata oggi dai giornali del gruppo Tamedia.

Nei magazzini dell’esercito ci sono milioni di mascherine “WS Protection, Love is Power” acquistate all’inizio della pandemia. Per evitare di doverle buttare (visto che hanno una data di scadenza) il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) le vende a un prezzo simbolico alle autorità locali.

Il problema, spiega il quotidiano Tages-Anzeiger, citando un rapporto dell’esercito datato giugno 2020 con tanto di test qualitativi, è che queste mascherine sono state valutate “significativamente peggiori” di una maschera di riferimento standard.

Il portavoce dell’esercito Stefan Hofer difende l’operato: “Nel caso di questi dispositivi medici, è responsabilità del produttore dichiarare la conformità del prodotto”. La farmacia dell’esercito aveva verificato la dichiarazione di conformità della mascherina in questione e l’aveva trovata buona, ha precisato.

passeggeri di treni
Keystone / Michael Buholzer

A causa di una lacuna nella piattaforma di vendita dei biglietti dei trasporti pubblici, un informatico è riuscito in pochi giorni a consultare circa 1 milione dei dati privati appartenenti ai passeggeri.

Grazie alla sua segnalazione, il problema è stato risolto, indicano oggi in una nota le Ferrovie federali svizzere (FFS) e Alliance SwissPass. I clienti non hanno subito alcun danno.

La potenziale fuga di dati è stata rilevata ad inizio 2022 nella piattaforma di distribuzione “NOVA”. Le FFS e Alliance SwissPass, che riunisce 250 imprese di trasporto e 18 comunità tariffarie, si scusano per l’inconveniente.

I dati contenevano informazioni sui biglietti acquistati e/o sul periodo di validità degli abbonamenti. Circa la metà era collegata esclusivamente a nome, cognome e data di nascita dei clienti dei trasporti pubblici. I dati non contenevano invece informazioni su domicilio, mezzi di pagamento, password o indirizzi e-mail.

Giostre.
Keystone / Jean-christophe Bott

E se uno dei più grandi parchi di divertimento d’Europa si trovasse al confine tra Svizzera e Italia? Oggi sembra una proposta campata per aria, ma 50 anni fa, un progetto in tal senso è davvero stato proposto.

A ricordare la vicenda datata 1972 è il Corriere del Ticino di oggi, che rievoca la proposta di costruire, tra i comuni di Novazzano e Coldrerio, quella che avrebbe dovuto chiamarsi Pisulino City, in onore dell’ideatore Raffaele Pisu.

Il parco giochi, qualcosa di simile a Gardaland o Disneyland, avrebbe avuto il suo villaggio Far West, una piscina per i delfini, rapide per le canoe e chi più ne ha più ne metta. Il tutto collegato da una cabinovia di 400 metri.

Sulla carta era tutto pronto, persino il plastico presentato ai finanziatori, ma la popolazione di entrambi i comuni interessati bocciò di netto l’idea, affossandola in votazione con il 90% di “no”. Quindi tutto sfumò.

Proteste per il clima.
Keystone / Christophe Gateau

Le imprese svizzere si preoccupano dello sviluppo sostenibile e della lotta per il clima, ma lo fanno soprattutto per preservare la loro reputazione. È la conclusione a cui giunge uno studio pubblicato oggi dell’ufficio di consulenza Deloitte.

Rispetto a quelli degli altri paesi, i quadri delle aziende elvetiche guardano in maniera più positiva all’impatto dei loro sforzi per l’ambiente sulla reputazione (60% contro 49%), sul personale (51% / 42%) e sulle assunzioni (48% / 35%).

In base allo studio, il principale ostacolo nell’attuazione di misure per la sostenibilità sta nella visione a breve termine di investitori e azionisti. Tra i manager elvetici, è il 33% ad avere questa opinione, percentuale che scende al 25% all’estero.

In Svizzera, il 60% dei dirigenti è cosciente che i cambiamenti climatici producono già danni irreparabili, una quota che scende al 35% a livello mondiale. Deloitte ha intervistato oltre 2000 membri di comitati di direzione in 21 Paesi fra settembre e ottobre 2021.


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