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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

nel giorno in cui i contagi quotidiani hanno raggiunto cifre mai viste (38'000 in 24 ore) il governo non sembra voler inasprire le restrizioni, limitandosi a prorogare buona parte delle misure vigenti.

La Svizzera si trova forse alla vigilia di una grande transizione, ossia da una fase pandemica a una fase endemica del virus e dovremmo essere attorno al picco di infezioni della quinta ondata, ha azzardato il ministro della sanità Alain Berset in conferenza stampa a Berna.

Lasciamo a voi eventuali commenti sulle previsioni del consigliere federale e vi invitiamo alla lettura delle notizie dalla Confederazione che abbiamo selezionato anche oggi per voi.

covid
© Keystone / Anthony Anex

Quarantena e obbligo di telelavoro prorogati fino a fine febbraio mentre le altre misure adottate recentemente contro la pandemia scadranno un mese dopo. È quanto ha deciso il governo federale a conclusione della consultazione che ha coinvolto cantoni e parti sociali.

La differenziazione della durata dei provvedimenti è stata decisa per venire incontro alle sollecitazioni dei cantoni. In concreto viene confermato il regime del 2G e 2G+ (guariti e vaccinati) e l’uso della mascherina nei locali al chiuso, così come il limite di 10 persone per le riunioni con soggetti non immunizzati fino a fine marzo. La validità del certificato Covid, come annunciato, scende a nove mesi per uniformarsi con le regole dell’UE.  

Inoltre, a partire da sabato 22 gennaio viene soppresso l’obbligo di presentare il risultato negativo di un test PCR o antigenico all’ingresso nella Confederazione per i viaggiatori provenienti dall’estero.

La situazione negli ospedali resta tesa e il numero dei contagi ha fatto segnare un nuovo record (38’000 in un giorno), ha precisato il ministro della sanità Alain Berset, ma i ricoveri in terapia intensiva sono in fase calante e probabilmente ci stiamo approssimando al picco della quinta ondata pandemica.

trapianti
Keystone / Leandre Duggan

Donatori di organi a insaputa degli interessati: è il sospetto emerso dal programma televisivo Kassensturz che è all’origine dell’indagine aperta dall’incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza.

Nell’emissione a tutela dei consumatori della Radiotelevisione svizzera SRF sono state messe in evidenza lacune nel registro nazionale online dei donatori creato dall’organizzazione Swisstransplant che consentirebbero di visionare e modificare le informazioni relative ai potenziali benefattori dei malati in attesa di un trapianto.

Da parte sua la fondazione, che aveva momentaneamente sospeso fino a oggi il registro nazionale, dichiara sul suo sito che “in nessun momento è stato possibile consultare o modificare dati personali“. Sulla sicurezza delle relative iscrizioni saranno però ora effettuati i dovuti approfondimenti.

Va precisato che sulla questione è in corso una revisione legislativa, sulla scia di un’iniziativa popolare che è stata nel frattempo sospesa dopo le modifiche proposte dalle Camere federali che, aderendo al modello del consenso presunto, richiedono una dichiarazione espressa da parte delle persone contrarie all’eventuale espianto dei loro organi.    

soldi
© Keystone / Gaetan Bally

I cantoni svizzeri sono divenuti più attrattivi dal profilo fiscale per le società, anche nei confronti delle piazze asiatiche. Lo dice uno studio condotto dall’istituto economico BAK Economics.

Grazie alla riforma della tassazione delle imprese entrata in vigore nel 2020 l’onere fiscale dei cantoni è ora più basso che a Singapore, ha indicato oggi l’istituto di ricerca basilese.

Nidvaldo ha addirittura soppiantato Hong Kong nel corso del 2021 al vertice della classifica mondiale. Con un 9,8% (-0,5%) di onere fiscale effettivo per le società il cantone della Svizzera centrale ha infatti superato l’ex protettorato britannico. Subito a ridosso si piazzano anche Uri, Obvaldo, Appenzello Esterno, Lucerna, Glarona e Turgovia, con indici che vanno dal 10,0% al 10,6%.

Nel corso degli ultimi due anni, evidenzia sempre lo studio, la riforma fiscale elvetica si è tradotta in una diminuzione di 1,9 punti (al 13,8%) delle tasse su utili e capitale nei 26 cantoni mentre sul piano internazionale si è assistito mediamente a una sostanziale stabilità del carico fiscale per le imprese.

treni
Keystone / Michael Buholzer

Il prezzo dei mezzi pubblici in Svizzera, contrariamente all’opinione comune, non sembra essere più caro dei nostri vicini e la qualità del servizio è “eccellente“, secondo quanto indica uno studio dell’istituto Infras.  

Le tariffe applicate sui trasporti sono in linea con la media degli altri paesi presi in considerazione dalla ricerca (Francia, Germania, Austria, Gran Bretagna e Olanda), grazie anche alla particolarità tutta elvetica dell’abbonamento generale, che consente agli utenti di accedere all’offerta delle compagnie dell’intero paese.

Sono in particolare gli spostamenti all’interno delle città e fra un centro urbano e l’altro ad essere relativamente economici mentre quelli occasionali verso le zone discoste si collocano in una fascia di prezzo media. Risultano invece piuttosto onerosi i tragitti dentro le aree metropolitane.

Lo studio promuove anche la qualità dei mezzi pubblici rossocrociati: il voto assegnato su puntualità, densità del servizio e rete è stato “molto buono”. L’unica nota dolente riguarda la velocità, che vede il nostro paese fanalino di coda.

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