Oggi in Svizzera
Care lettrici, cari lettori
una delle guide turistiche più amate ed utilizzate al mondo compie 50 anni: si tratta della Lonely Planet.
Guide turistiche che negli ultimi due anni sicuramente non hanno conosciuto un periodo d'oro (quanti di voi come me ne hanno comprata almeno una prima della pandemia, ma non l'hanno ancora potuta usare?), ma che, se tutto va bene, torneranno a essere nostre fedeli compagne di viaggio.
Sognando mete lontane (e vicine), vi lascio alla lettura delle notizie del giorno.
Colpo di scena nella vicenda Pierre Maudet: l’ex consigliere di Stato ginevrino è stato assolto in seconda istanza dalla corte d’appello del canton Ginevra.
L’ex politico era stato accusato di aver accettato un vantaggio riguardo al suo controverso viaggio ad Abu Dhabi nel 2015. Il Ministero pubblico ha ancora la possibilità d’impugnare la sentenza davanti al Tribunale federale.
Nel mese di febbraio 2021 il Tribunale di polizia di Ginevra aveva condannato in prima istanza Maudet a una pena pecuniaria di 300 aliquote giornaliere da 400 franchi con la condizionale. Convinto della propria innocenza, l’ex politico aveva ricorso contro la sentenza, come pure il Ministero pubblico, che dal canto suo chiedeva 14 mesi di carcere con la condizionale.
Anche i due amici imprenditori di Maudet, Magid Khoury e Antoine Daher, che si trovavano sul banco degli accusati, sono stati assolti dopo essere stati giudicati in prima istanza colpevoli di accettazione di vantaggi e condannati rispettivamente a 240 e 180 aliquote giornaliere con la condizionale.
- La notizia sul nostro sito
- Ne parla anche rsi.chCollegamento esterno
- Dagli archivi: un ritratto di Pierre Maudet in un articolo del mio collega Samuel Jaberg
Berna non ha voluto vietare le settimane bianche nel periodo invernale, anche se ha fortemente consigliato alle scuole di annullarle per evitare rischi di contagi di classe. La maggior parte degli istituti ha deciso di seguire questo consiglio. Per diversi studenti si tratta del secondo anno consecutivo senza lezioni di sport invernali.
Una decisione che amareggia Ole Rauch, l’amministratore delegato del più grande organizzatore di campi da sci Snow Sports Initiative Switzerland: sui 103 campi previsti ne sono stati cancellati 77. Altri sono stati rimandati in primavera.
Decisioni difficili prese in un contesto molto fragile: nel corso della conferenza degli esperti della Confederazione tenutasi martedì, è stato sottolineato infatti che l’attuale livello di contagi è qualcosa di “mai visto, tanto che le precedenti ondate appaiono piccole piccole sui grafici”, ha spiegato Virginie Masserey dell’Ufficio federale di sanità pubblica (UFSP).
Attualmente, stima la taskforce federale, il 10-15% della popolazione elvetica attiva si trova in isolamento o in quarantena. Un picco dovrebbe essere raggiunto nelle prossime settimane ed è difficile sapere quando si passerà da una situazione pandemica a una endemica (quando il virus continua a circolare, ma si vive normalmente). A meno dell’apparizione di nuove varianti, però, spiega la responsabile della task force federale Tanja Stadler, in estate si dovrebbe tornare alla normalità.
- La notizia sulle settimane bianche su srf.chCollegamento esterno (in tedesco)
- Le considerazioni della taskforce federale su rsi.chCollegamento esterno
- La pagina di SWI Swissinfo dedicata alla situazione del coronavirus in Svizzera
I cambiamenti climatici sono la principale minaccia che il mondo deve affrontare: a dirlo è il Forum economico mondiale (WEF) in un rapporto pubblicato martedì a Ginevra, dove si trova la sede dell’organizzazione.
Tra i maggiori rischi globali vengono elencati anche l’aumento delle divisioni sociali, la crisi dei redditi, la salute mentale, l’impennata dei rischi informatici e la “volatile e irregolare” ripresa globale nei prossimi tre anni.
“Le disuguaglianze nella somministrazione dei vaccini, con solo il 6% della popolazione vaccinata nei 52 paesi più poveri dove vive il 20% della popolazione mondiale – e la conseguente disomogeneità nella ripresa economica rischiano di aggravare fratture sociali e tensioni geopolitiche”, in un momento in cui è necessaria più che mai la collaborazione internazionale, si può leggere nel rapporto.
Il sondaggio, condotto a livello globale interpellando centinaia di specialisti, vede solo un esperto su sei ottimista e solo uno su 10 pronostica un’accelerazione della ripresa globale. “Per risolvere i problemi sistemici, i leader mondiali devono adottare un approccio coordinato”, si legge nel documento del WEF, che anche quest’anno ha dovuto rinviare gli incontri in presenza a Davos a causa della diffusione della variante omicron del coronavirus.
- Il rapporto del WEFCollegamento esterno (in inglese)
- La notizia riportata da rsi.chCollegamento esterno
Il formaggio Gruyère non deve essere prodotto nell’omonima regione per essere così nominato. A stabilirlo è un giudice federale statunitense.
Un consorzio di produttori di formaggio svizzeri e francesi della regione intorno al villaggio di Gruyères, nel canton Friburgo, si era opposto alla decisione della Commissione federale statunitense per i processi e i ricorsi in materia di marchi di non proteggere il marchio Gruyère. Ma non c’è stato nulla da fare.
I produttori insistevano sul fatto che il famoso formaggio svizzero fabbricato fuori dalla regione friburghese non potesse essere denominato Gruyère – come è il caso, per esempio, per lo champagne.
Diversa è stata l’opinione del giudice distrettuale T.S. Ellis: secondo lui consumatori e consumatrici americani non associano il nome Gruyère al formaggio prodotto specificamente in quella regione, ma a tutti i formaggi di un certo tipo, indipendentemente dal loro luogo d’origine. Il Consorzio ha presentato un appello.
- La notiziaCollegamento esterno riportata da Associated Press (in inglese)
- Dai nostri archivi: “Il formaggio Gruyère”
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