La televisione svizzera per l’Italia
Palazzo federale al tramonto con le Alpi bernesi innevate sullo sfondo.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

fuori dalla finestra di redazione c’è un imponente cantiere che ormai da anni ci "disturba" quotidianamente. Ora veniamo a sapere che Lugano è la seconda città più rumorosa della Svizzera: solo Ginevra fa peggio.

E mi vien la voglia di dire che lo sapevo... Terza città in questa rumorosa classifica, più staccata, è Losanna, seguita da Lucerna, Basilea e Zurigo. Più tranquilla è Berna. Ma anche qui lo sappiamo: i bernesi sono come gli orsi che ospitano sulle rive dell'Aare, pronti ad andare in letargo.

Dimenticavo, la fotografia emerge da un’analisi della banca cantonale di Zurigo. Ora che sapete anche questo, vi auguro una buona lettura.

La bandiera svizzera che sventola sulla facciata di Palazzo federale.
Keystone / Alessandro Della Valle

Raddoppiare il miliardo di franchi per la coesione UE per partecipare a pieno titolo ai programmi europei “Horizon Europe” ed “Erasmus plus”.

Questa è la richiesta avanzata dalla Commissione della politica estera del Consiglio nazionale. In base a una mozione presentata ieri sera, il nuovo credito dovrebbe essere concesso “se gli accordi di associazione tra la Svizzera e l’Unione europea per la partecipazione agli attuali programmi dell’UE” saranno firmati entro il 30 giugno 2022.

Si tratta di salvare la partecipazione a programmi come “Horizon Europe” ed “Erasmus plus”. Al momento della rottura dei negoziati, l’UE ha infatti immediatamente deciso di considerare la Svizzera come Paese terzo, non associato al programma “Horizon Europe”, fino a nuovo ordine.

Nel frattempo, i rapporti con Bruxelles sono leggermente migliorati dopo il secondo miliardo a favore della coesione UE stanziato dal Parlamento. Ora con un contributo di coesione raddoppiato, il Consiglio federale dovrebbe avere gli strumenti per negoziare i prossimi passi con l’UE.

Un infermiera prepara la siringa per il vaccino
Keystone / Cyril Zingaro

Swissmedic ha dato il via libera alla terza dose di vaccino per tutte le persone a partire dai 16 anni d’età.

Ora è arrivata la decisione tanto attesa: la terza dose del vaccino con il preparato di Pfizer/BioNTech, il cosiddetto “booster”, può essere somministrata a tutte le persone a partire dai 16 anni. Lo ha autorizzato Swissmedic, l’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici.

L’omologazione della terza dose si basa in particolare su uno studio clinico con 10’000 partecipanti di età compresa tra i 16 e gli 87 anni. Dai risultati intermedi non sono emersi nuovi aspetti relativi ai rischi per il vaccino. Sempre secondo Swissmedic.

La terza dose ora omologata del preparato di Pfizer/BioNTech, da somministrare almeno sei mesi dopo la seconda, consente di mantenere una forte protezione contro la malattia da Covid-19.

Un ragazzo segue la scuola da casa con il computer.
Keystone / Laurent Gillieron

La scuola svizzera deve farsi trovare preparata in caso di una nuova chiusura a causa della pandemia per evitare gli effetti negativi del primo lockdown.

Lo hanno ripetuto tutti: la didattica a distanza non ha fatto bene agli studenti. Ragazze e ragazzi hanno pagato un pegno altissimo: carenze in nozioni e competenze ma anche una maggiore difficoltà a trovare un posto di tirocinio e di lavoro.

Lo sostiene anche un recente studio realizzato dall’Alta scuola pedagogica di Zugo, dal titolo “Apprendere ai tempi della pandemia da coronavirus”. I risultati mostrano soprattutto una società a due velocità: chi ha genitori istruiti e flessibili ne trae vantaggio mentre chi non li ha resta indietro.

L’approccio svizzero, che ha tenuto la chiusura come un’extrema ratio, è lodato dallo studio, ma la scuola elvetica deve farsi trovare preparata in caso di una nuova chiusura. L’obiettivo resta quello di garantire la qualità dell’istruzione e tenere aperte le scuole il più a lungo possibile senza però mettere a rischio la salute dei bambini.

Il passaporto svizzero.
© Keystone / Christian Beutler

Per gli stranieri di seconda generazione la procedura per ottenere il passaporto svizzero deve essere semplificata. Si dovrebbe inoltre introdurre lo “ius soli”.

Meno ostacoli per la naturalizzazione: è la raccomandazione dell’Osservatorio svizzero sul diritto d’asilo e degli stranieri che giudica una semplificazione della prassi attuale, nonché dei requisiti, un mezzo per facilitare l’integrazione degli stranieri.

In particolare per la seconda generazione andrebbe prevista la naturalizzazione agevolata, mentre per la terza generazione solo il Consiglio federale dovrebbe essere competente per decidere. Gli stranieri nati in Svizzera, inoltre, dovrebbero invece ottenere la cittadinanza già alla nascita (ius soli).

Stando all’associazione, se raffrontata agli altri Paesi europei, la prassi elvetica in materia di naturalizzazione è tra le più restrittive. Da quando, nel 2018, è entrata in vigore una legge in materia, il numero di naturalizzazioni è diminuito stando ai dati della Segreteria di Stato della migrazione.

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