Oggi in Svizzera
Care lettrici, cari lettori,
per un po’ di tempo non scriverò più di calcio (o almeno la speranza è quella), ma oggi non posso non farlo. Il tema della giornata è uno e uno soltanto: l’Italia è campione d’Europa (una vittoria che gli azzurri aspettavano da 53 anni). Notte corta per i tifosi, che si sono riversati nelle strade per festeggiare, e per i meno tifosi, che hanno faticato a trovare il sonno a causa delle celebrazioni di cui sopra.
Accantonato il calcio per un po’, speriamo di trovare altro di cui parlare nelle prossime settimane, ma non credo sarà un problema: ci sono le vacanze, il bello o il brutto tempo, la pandemia… I temi, insomma, non mancano.
Io intanto vi saluto, lasciandovi qui sotto le notizie più importanti della giornata.
Buona lettura
L’Italia campione d’Europa dopo 53 anni di attesa: la vittoria degli azzurri ha fatto e farà ancora scorrere fiumi d’inchiostro. Nella serata di domenica ha fatto anche scorrere fiumi di lacrime di gioia dei tifosi che si sono riversati nelle strade e piazze elvetiche per festeggiare la vittoria dei loro beniamini. Petardi, bandiere, sfilate in auto a suon di clacson: la felicità in tutte le sue forme e (tri)colori.
Lacrme di tristezza, invece per gli inglesi: ci avevano sperato fino alla fine. Un fan era addirittura talmente sicuro del successo della squadra di Gareth Southgate che si è fatto tatuare la coppa della vittoria ancor prima che la partita si giocasseCollegamento esterno. Non è chiaro cosa farà adesso: lascerà il tattoo, lo cancellerà o aspetterà i prossimi europei per decidere il da farsi? Forse, per scaramanzia, non avrebbe dovuto farlo, però.
La sconfitta ha anche un impatto sul settore sanitario britannico: i giocatori avevano promesso che, in caso di vittoria, avrebbero donato il loro bonus multimilionario al National Health Service come ringraziamento per il lavoro svolto durante la pandemia e aiuto per quanto ancora resta da fare, in particolare con l’insorgere della variante Delta.
- La nostra rassegna stampa
- I disordini avvenuti a Londra dopo la partita su rsi.chCollegamento esterno
- I festeggiamenti nella Svizzera italiana su cdt.chCollegamento esterno e laregione.chCollegamento esterno
- La rassegna stampa di bluewin.chCollegamento esterno
Greenpeace ha premiato la coscienza ambientale di Berna e Basilea: l’organizzazione ambientalista ha pubblicato lunedì i risultati di un’analisi effettuata in 14 città elvetiche riguardante l’utilizzo degli imballaggi monouso.
Lo scopo dello studio era capire quali misure hanno intrapreso le città per sostenere le soluzioni riutilizzabili, in particolar modo durante le manifestazioni.
Campioni, come detto, sono Berna e Basilea, che hanno ottenuto la nota di 5.5 su 6 ciascuno. Seguono Friborgo (4), San Gallo (4), Lucerna (3.5), Sion (3.5), Neuchâtel (3), Losanna (3) e Ginevra (2.5). Fanalini di coda, Zurigo, Zugo, Coira, Frauenfeld e Sciaffusa, ognuno con la nota 2. “Nessuno sforzo significativo” è stato rilevato in queste città, scrive Greenpeace.
La Svizzera, si legge nello studio, è il quarto più grande produttore di rifiuti a livello europeo. Una buona percentuale di questi scarti sono imballaggi monouso. Le principali responsabili di questa situazione sono le città, che “devono impegnarsi affinché il monouso diventi un’eccezione e non la regola”, ha dichiarato l’esperto di Greenpeace per gli zero scarti Florian Kasser.
- La notizia su swissinfo.ch
- Dello studio parlano anche rsi.chCollegamento esterno e il portale tio.chCollegamento esterno
Non si placano le polemiche sul costo dei nuovi aerei da combattimento che la Svizzera ha deciso di comprare negli Stati Uniti. La stampa domenicale elvetica riporta i timori di possibili fluttuazioni di prezzo, ma Armasuisse smentisce.
Il prezzo fissato per gli F-35A del produttore Lockheed Martin non cambierà poiché nell’accordo sottoscritto con Washington sono già state previste non solo le fluttuazioni legate a un’eventuale inflazione, ma anche le procedure da adottare qualora gli oneri superassero quanto concordato.
Starebbe infatti a Washington far valere nei confronti di Lockheed Martin il carattere vincolante dei prezzi concordati con Berna.
Il prezzo pattuito per l’acquisto di 36 jet sarebbe di poco più di 5 miliardi di franchi e così rimarrà, sottolinea l’Ufficio federale dell’armamento. Intanto il Gruppo per una Svizzera senza esercito fa sapere che almeno 70’000 persone sarebbero pronte a sottoscrivere l’iniziativa popolare che vorrebbe vietare fino al 2040 l’acquisto di questo tipo di apparecchi.
- La notizia riportata sul nostro sito
- L’intervista del mio collega Renat Kuenzi allo specialista di questioni europee Gilbert Casasus
- La notizia su rsi.chCollegamento esterno
Il divario città-campagna è meno marcato in Svizzera rispetto ad altri Paesi, nonostante in occasione delle votazioni si veda sempre una differenza tra i due.
Così è stato, per esempio, lo scorso 13 giugno quando la popolazione elvetica è stata chiamata alle urne: le grandi città hanno sostenuto i tre temi ambientali, che però non hanno trovato simpatie tra gli elettori delle campagne.
Cosa rende la Confederazione così speciale rispetto agli altri Paesi? Malgrado una buona parte del territorio sia rurale, la maggioranza della popolazione si concentra nei centri cittadini e negli agglomerati. Inoltre, spiega il professore di sociologia urbana al Politecnico federale di Losanna, Vincent Kaufmann, “stiamo assistendo da tempo a una ‘colonizzazione’ della campagna da parte della città”.
Buona parte delle persone che vivono nelle zone rurali o intermedie, inoltre, sono pendolari che lavorano in città e abitano in campagna per la qualità della vita.
- Un’analisi delle differenze tra città e campagna della mia collega Pauline Turuban
- Il dopo 13 giugno: un’analisi dei risultati emersi alle urne
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